Foto: Save the Children

Migranti, 70 mila arrivi in 6 mesi. Centinaia di profughi salvati nelle ultime ore

Fuggono da guerre, carestie e povertà. I numeri? Enormi: 70.222 arrivi da gennaio e giugno, 10.524 sono minori non accompagnati (cifra più che raddoppiata). Save the Children lancia l’allarme contro lo sfruttamento, mentre in mare si continuano a salvare vite umane

Un’estate calda e torrida. Anche per i tanti migranti in cerca di una via d’uscita. Solo nelle ultime ore sono 137 i profughi sbarcati a Lampedusa e soccorsi nel Canale di Sicilia dalla nave "Sea Watch 2". Il giorno prima erano stati salvate 1095 persone in una decina di operazioni. Così, mentre a al porto di Pozzallo si attende l’arrivo di altri 400 migrandi che arriveranno a bordo della nave di Medici Senza Frontiere, la Marina Militare fa sapere di aver soccorso circa 600 persone in difficoltà nel corso di varie operazioni. E’ accaduto stamani, ancora una volta nel Canale di Sicilia. A intervenire sono le unità della Marina Militare del dispositivo aeronavale dell’operazione “Mare Sicuro”.
Mentre proseguono gli arrivi, così come le operazioni di soccorso, ecco che viene presentato l’ultimo dossier curato da Save the Children sui piccoli schiavi invisibili. Il rapporto fornisce una fotografia dei migranti minori sfruttati. Sono per lo più ragazze nigeriane, rumene e provenienti da altri paesi dell’est Europa. Sempre più giovani, costrette alla prostituzione su strada o in luoghi chiusi. Sono loro a costituire la maggioranza dei minori non accompagnati in arrivo in Italia.
Il numero degli arrivi dei minori soli, intanto, raddoppia: 10 mila in soli 6 mesi. Complessivamente in Italia, tra gennaio e giugno 2016, sono arrivate via mare 70.222 persone in fuga da guerre, fame e violenze. Di queste 11.608 sono minori, il 90% dei quali (10.524) non accompagnati. Un numero più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (4.410 da gennaio a giugno 2015).
A destare particolare preoccupazione sono i minori “in transito”, tra i quali spiccano eritrei e somali che, una volta sbarcati sulle nostre coste, in assenza di sistemi di transito legali e protetti si allontanano dai centri di accoglienza e si rendono invisibili alle istituzioni nella speranza di raggiungere il nord Europa, divenendo facili prede degli sfruttatori.
Se da un lato è difficile dare un quadro numerico reale delle vittime di sfruttamento, dall’altro - secondo Save the Children - lo è ancora di più quantificare il numero degli sfruttatori. Nel nostro Paese, però, la tratta di persone costituisce la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di armi e di droga.
"Sono tantissimi i minori che raccontano ai nostri operatori di essere vittime di drammatiche forme di sfruttamento, nella maggior parte dei casi assimilabili alla schiavitù, e che anche qui in Italia troppo spesso si affidano a persone senza scrupoli" spiega Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di Save the Children. "È importante - aggiunge - che questi ragazzi trovino punti di riferimento affidabili per decidere del loro futuro: per questo motivo, oltre alle nostre attività di protezione dei minori migranti in frontiera sud, a Roma, Milano e Torino, abbiamo attivato un nuovo servizio di helpline dedicato ai minori, un numero gratuito che risponde in sei lingue, fornendo orientamento legale e psicologico, e che vuole essere un punto di riferimento per tutti i minori che possono trovarsi in situazioni di rischio e per tutti coloro che vogliono aiutarli".

red/gt