Nella foto: Edoardo Patriarca, Laura Boldrini, Giangiacomo Schiavi (fonte:CNV)

#NoProfitNoIva: coro unanime contro le tasse sulla solidarieta'

La sacrosanta battaglia portata avanti dal Corriere della Sera dilaga e trova tutti d'accordo: è inammissibile che si debba pagare l'IVA sulla beneficenza. Il caso di Cavezzo

"Non si può tassare la solidarietà. Quindi condivido e sostengo la denuncia lanciata  dal Corriere della Sera, che critica legittimamente l'eccessiva tassazione sulle donazioni" Così commenta l'on Edoardo Patriarca, che oltre a essere membro della commissione Affari sociali è anche presidente del Centro Nazionale per il Volontariato.
"La riforma del terzo settore, annunciata alla Camera, prevede la razionalizzazione e la semplificazione del regime di deducibilità e detraibilità delle erogazioni liberali per il non profit", aggiunge Patriarca. "Per me 'razionalizzare' significa abbattere l'Iva e raggiungere la detrazione totale delle donazioni, senza prevedere alcun tetto massimo".

Due giorni fa infatti Giangiacomo Schiavi, vice direttore del Corriere della sera, nel suo articolo "Una doccia gelata l'Iva dovuta sugli aiuti" su Corriere Sociale, denunciava l'assurda vicenda della raccolta fondi pro Cavezzo, paese del modenese devastato dal terremoto  del 2012, per la ricostruzione di un polo scolastico : "Grazie  a UN AIUTO SUBITO, la sottoscrizione dei lettori del Corriere e del Tg La7 - si legge nell'articolo di Schiavi - sono state realizzate aule, laboratori, palestra, sala riunioni, un learning garden, l'orto didattico e un piccolo parco, perché con gli alberi si cresce e si educa all'ambiente. L'avventura della ricostruzione è stata una lezione di tenacia e di umanità". A Cavezzo infatti i quasi tre milioni di euro della sottoscrizione, sono stati impiegati per trasformare un campo di mais al confine del paese in un «giardino della conoscenza», grazie al sostegno di tutti: il grande aiuto dato da Renzo Piano e gli architetti della sua fondazione, l'appoggio della Regione Emilia-Romagna, del Comune, dei sindaci, degli insegnanti e dei genitori dei 600 bambini.

Tutti contenti quindi...ma...? "È giusto ringraziare tutti - scrive ancora Giangiacomo Schiavi - tutti meno lo Stato, la cui presenza si è materializzata solo sotto forma di esoso esattore. Ciò che resta dei fondi se li prende lui. Per aver realizzato un polo scolastico con i soldi dei lettori, dobbiamo pagare una tassa. Una tassa sulla generosità prevista con l'Iva: trecentomila euro. Mentre si prepara la riforma del non profit, nessuno pensa a rimuovere un balzello che pesa sulla beneficenza: oggi in Italia lo deve pagare l'azienda che decide di ristrutturare a sue spese un padiglione d'ospedale e l'associazione che regala un'ambulanza al pronto soccorso. Un'assurdità. Accade ai Rotary, ai Lyons, alle associazioni e alle fondazioni che decidono di farsi carico di opere o lavori destinati alla pubblica utilità. Si paga l'Iva per la biblioteca restaurata dopo l'alluvione di Aulla, per la Casa del volontariato di Milano, per realizzare il centro sportivo di Scampia gestito gratuitamente dai volontari. Si paga l'Iva su tutto, calamità (ovviamente) comprese".

La denuncia del Corriere ovviamente e giustamente ha fatto insorgere tutto il mondo del no profit e unanimi sono state le prese di posizione nette e determinate di tutte le anime del terzo settore e del volontariato, volte a far sì che questa assurdo paradosso venga definitivamente ammendato.
"Lo Stato dovrebbe ringraziare anziché tassare - ha dichiarato ancora Patriarca - E sei i cittadini italiani sono ottimi donatori il compito dello Stato non può prescindere dall'incentivare una simile buona pratica". Intanto l'Istituto Italiano della Donazione rende noto che: "il prossimo 4 ottobre, in concomitanza con la giornata del dono, approvata di recente con una legge istitutiva del Senato, il mondo del non profit ribadirà la necessità di provvedimenti urgenti sulla totale detrazione". La parola, adesso, al Governo. 

red/pc