Open Foreste Italiane, progetto basato sulla piattaforma Ushahidi per prevenire gli incendi boschivi in Italia

Un approccio all'allarme precoce che parte dal basso: comunità locali, volontari e strutture tradizionali contribuiranno alla riduzione della vulnerabilità del territorio e al rafforzamento delle capacità locali nella prevenzione degli incendi boschivi

In presenza di condizioni fisiche adatte, gli incendi boschivi sono in grado di devastare rapidamente aree molto ampie. Aumento delle temperature, frequenti episodi di siccità e altre condizioni climatiche estreme possono essere le cause di una stagione degli incendi più lunga e grave, oltre che dell'ampliamento delle aree di rischio. L'incidenza degli incendi boschivi appare elevata in tutta la regione del Mediterraneo, dove l'Italia è in particolare uno dei Paesi a maggior rischio: i dati ufficiali mostrano che da gennaio a settembre 2009 nel nostro Paese si sono registrati 4.472 incendi boschivi, di cui il 98% di natura umana e soltanto il 2% dovuto a fenomeni naturali. In questo contesto, gli interventi tempestivi e le condizioni operative si rivelano fondamentali al fine di evitare che aree boschive di grandi dimensioni vengano devastate in poche ore.

E mentre ci si avvicina alla stagione estiva, Elena Rapisardi, consulente indipendente con ampia esperienza nel contesto della gestione di catastrofi e comunicazione, e Giovanni Lotto, operatore forestale, hanno lanciato un progetto-pilota per la prevenzione e la gestione dei rischi causati da incendi boschivi, dal nome Open Foreste Italiane, basato sulla piattaforma open source Ushahidi.

Nonostante in Italia operino diverse organizzazioni istituzionali e di volontariato nelle attività di prevenzione e di gestione dei rischi, manca però la condivisione delle informazioni e delle conoscenze tra gli operatori, così come mancano un linguaggio comune, un formato standard per la raccolta dei dati, l'analisi e lo scambio di informazioni, computer compatibili e software facili da usare. Questa mancanza di sinergia rappresenta un grave ostacolo ad azioni tempestive e documentate su tutto il territorio. Partendo da questa consapevolezza, e sulla base del principio che "l'informazione va prima raccolta e poi diffusa per essere efficace", la piattaforma Open Foreste Italiane è stata pensata come un forum per la raccolta e la condivisione di dati relativi a infrastrutture, servizi e iniziative locali con lo scopo di prevenire e gestire i rischi derivati dagli incendi boschivi e come strumento per tracciare una mappa delle organizzazioni non governative e di volontariato attive in questo campo, dei corsi di formazione pertinenti e degli episodi di danni ambientali documentati.

Il progetto è focalizzato sulla necessità di agevolare la comunicazione del flusso di informazioni a livello nazionale migliorando il sistema di raccolta dei dati per arrivare ad una situazione di allarme precoce in caso di incendio, e la realizzazione del progetto sarà possibile grazie alla conoscenza e all'esperienza delle comunità locali, dei volontari, degli esperti e professionisti impegnati nel campo. In questo modo il progetto incarnerebbe l'obiettivo dell'allarme precoce centrato sulle persone, così come delineato nella terza Conferenza Internazionale sull'Early Warning, secondo cui un modo adeguato per ridurre la possibilità di lesioni personali, perdita di vite umane, danni all'ambiente e perdita dei mezzi di sostentamento è proprio quello di mettere gli individui e le comunità locali in condizione di agire in tempo utile e in modo adeguato. Questo non implica sostituirsi alle istituzioni e organizzazioni già esistenti, ma piuttosto offre la possibilità di proporsi come area di raccordo tra i sistemi di allarme antincendio e di fornire nuovi strumenti alle comunità locali per gli allarmi.

Oltre alla raccolta e al monitoraggio delle informazioni tramite la piattaforma, il progetto consentirà la diffusione capillare e continua di dati tra le regioni, i comuni e le comunità italiane, e darà anche modo di sensibilizzare gli utenti sulle potenzialità del web 2.0 e metterli al corrente degli approcci innovativi sulla prevenzione e la gestione dei rischi, di organizzare corsi di formazione e workshop rivolti ai volontari e ai loro circuiti al fine di potenziarne e rafforzarne il ruolo già cruciale nel ricevere e diffondere ampiamente gli avvisi di pericolo, fungendo da interfaccia tra le comunità locali e le istituzioni, avviando progettualità comuni. "Credo occorra passare a nuove strategie, con un approccio flessibile basato su un flusso di informazioni decentrato e orizzontale. Oggi ciò può essere ottenuto grazie ad un uso più efficace delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, in particolare attraverso simili applicazioni di crowdsourcing", ha dichiarato Elena Rapisardi.



(red - eb)