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Paura attacco nucleare, corsa a pillole iodio inutile e dannosa

Dopo gli scontri a Chernobyl e l’attacco di Zaporizhzhiai i Paesi rivedono scorte e somministrazioni, abbiamo chiesto al chirurgo endocrino Luca Revelli cosa comporta l’assunzione preventiva e ingiustificata di iodio

L'attacco all'impianto nucleare più grande d’Europa, Zaporizhzhia in Ucraina e, prima ancora, gli scontri davanti a quello di Chernobyl hanno risvegliato antichi fantasmi tra i cittadini europei portando, in alcuni casi, alla corsa ad accaparrarsi le pillole di iodio la cui somministrazione fa parte della strategia per ridurre gli effetti negativi sulla salute delle persone esposte a radiazioni. 

Radiazioni sotto controllo, Italia avvia ricognizione scorte iodio
Le paure però, per quanto legittime, sono ingiustificate visto che il territorio, anche quello italiano che non ospita centrali nucleari, è costantemente controllato e le agenzie regionali per la protezione ambientale assicurano che i livelli di radiazioni rispettano i parametri di normalità. L'Italia, come confermato nei giorni scorsi dal Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, ha un piano per il rischio nucleare che viene aggiornato periodicamente, l'ultimo aggiornamento risale a poche settimane fa. Considerata però l'accresciuta richiesta delle pillole in diverse zone del Paese, Protezione civile e Ministero della Salute hanno attivato una ricognizione sulle riserve presenti nelle farmacie. 

Le mosse degli altri Paesi
Anche altri Paesi, vicini all'Ucraina o che ospitano centrali, stanno prendendo provvedimenti rafforzando i controlli e adottando misure sanitarie in vista di un'eventuale fuoriuscita di materiale radioattivo. In Belgio, che ospita sette reattori nucleari ancora in funzione, le compresse di ioduro di potassio vengono distribuite gratuitamente dalle farmacie dietro presentazione della carta d'identità. La Svizzera ha pubblicato un vademecum che prevede, nei comuni nel raggio di 50 km rispetto agli impianti nucleari, che le compresse vengano distribuite preventivamente a chi vi soggiorna regolarmente. La Romania ha contattato le aziende locali per la produzione di emergenza di pillole di iodio.

Ovviamente si parla di misure di sicurezza e, in nessun caso, è consigliabile l'assunzione preventiva e il fai da te. Abbiamo chiesto al professor Luca Revelli, chirurgo endocrino della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS Università Cattolica di spiegarci come funzionano le compresse e cosa comporta un'assunzione ingiustificata.

Professor Revelli a cosa serve lo iodio?
"A far funzionare correttamente la tiroide, unico organo che riesce a fissarlo. Non è prodotto dall’organismo ma va assunto attraverso cibo, sale iodato, acqua potabile distribuita nelle case e che, con il suo contenuto di iodio, ci ha permesso di superare il gozzo endemico in Italia e in Europa e di evitare anche i casi di 'cretinismo' (sindrome da deficit congenito di iodio che porta a un arresto dello sviluppo somatico e psichico Ndr)". 

Perché lo iodio è così importante in caso di incidente nucleare?
"Lo ioduro di potassio serve a proteggere la tiroide in caso di diffusione di iodio radioattivo, cioè lo iodio 131, che può sfuggire alle centrali nucleari come successo a Chernobyl e Fukushima o al lancio di testate nucleari".

Come agisce?
"Si parla di saturazione competitiva cioè lo iodio somministrato si fissa nella tiroide e, raggiunto un certo dosaggio, la satura. Una tiroide piena di iodio smetterà di assumere quello in eccesso eventualmente introdotto o al quale viene esposta. Quindi in caso di contaminazione ambientale lo iodio radioattivo non riesce più a penetrare nella tiroide e danneggiarla".

Perché ci dobbiamo proteggere dallo iodio radioattivo?
"Perché le radiazioni, sia nel breve che nel lungo periodo, parliamo anche di 15 o 20 anni, creano problemi oncologici, in particolare tumore alla tiroide".

Siamo tutti ugualmente vulnerabili?
"No, i più fragili sono i bambini e i ragazzi fino ai 18 anni perché ci sono organi in sviluppo e se ricevono un ulteriore stimolo di accrescimento il tessuto può diventare neoplastico. Poi donne in gravidanza e in allattamento. Chi non ha la tiroide non ha motivo di assumere iodio".

Ha senso assumere preventivamente lo iodio?
"Assolutamente no, va preso solo dopo una contaminazione radioattiva anche perché ha un'elevata tossicità ed effetti collaterali come nausea, vomito, diarrea, mal di testa, depressione e ingrossamento delle ghiandole salivari".

C'è chi sta comprando prodotti su internet...
"Il fai da te va evitato. In caso di necessità è necessario attendere le indicazioni delle autorità mediche".

Qual è il suo messaggio per chi è più in apprensione?
"Le compresse di iodio ora non servono a nulla. Inoltre le centrali sono attenzionate quindi, in caso di incidente, ci sarebbe tutto il tempo di intervenire. La paura è comprensibile ma si risolve con il buonsenso".

Katia Ancona