Fonte Twitter Vigili del Fuoco

Piena del Natisone (UD), si indaga sui soccorsi

Mentre proseguono le ricerche del giovane di 25 anni ancora disperso nel Natisone, quattro giorni dopo che la piena lo ha travolto insieme a due amiche, la Procura di Udine ha aperto ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo contro ignoti

Il quarto giorno di ricerche di Cristian, il giovane di 25 anni trascinato dalla piena del fiume Natisone, in località Premariacco, in provincia di Udine, iniseme a due amiche lo scorso 31 maggio, si apre anche con il riesame degli attimi legati ai primi soccorsi

Relazione dettagliata 
In particolare ieri, lunedì 3 giugno, dopo un annuncio sul suo profilo Facebook, il ministro della Protezione Civile, Nello Musumeci, ha richiesto una relazione dettagliata sulla vicenda. "Viviamo con ansia da quando si è diffusa nel pomeriggio di oggi la notizia dei tre giovani travolti dalla piena del fiume Natisone, in provincia di Udine, e dati per dispersi. Speriamo vengano trovati presto sani e salvi. E ringrazio le donne e gli uomini impegnati in queste ore nelle difficili ricerche" ha scritto il ministro a poche ore dalla tragica scomparsa dei tre ragazzi. "Chiederò comunque domani al prefetto una dettagliata relazione sulle primissime attività di soccorso svolte subito dopo l’allarme" ha poi annunciato Musumeci.



La Procura di Udine indaga per omicidio colposo
In particolare si discute sull'intervento con l'elicottero decollato dall'aeroporto Marco Polo di Venezia. Anche la Procura di Udine ha messo la lente di ingrandimento sui tabulati della gestione dell'Sos e sulla scelta di aver impiegato nell'immediatezza dei fatti un velivolo distante un centinaio di chilometri dal luogo dell'incidente, quello partito da Venezia. "Abbiamo aperto un'inchiesta per omicidio colposo contro ignoti: in queste vicende, per procedere bisogna configurare responsabilità di tipo omissivo, non commissivo. Omissivo nel senso che non si è intervenuti tempestivamente per approntare quei mezzi che avrebbero consentito il salvataggio di questi giovani", ha detto il Procuratore della Repubblica di Udine, Massimo Lia, in conferenza stampa. "Condurremo tutti gli accertamenti del caso. - Ha aggiunto - Mi preme, però, segnalare che, allo stato attuale, non ci sono elementi specifici che ci fanno andare in questa direzione, ma le verifiche sono in fase iniziale". Sempre secondo la Procura "Patrizia ha fatto quattro telefonate al numero unico di emergenza 112, l'ultima delle quali senza risposta. La prima chiamata è delle 13.29, le altre nei minuti immediatamente successivi - ha precisato - Dai primi accertamenti, tutto si è svolto in un arco temporale che si può quantificare grossolanamente in mezz'ora. Da una situazione di apparente tranquillità, quel tumultuoso scorrere del fiume Natisone che poi li ha travolti".

La ricostruzione 
Secondo una prima ricostruzione della vicenda, comparsa su Avvenire, la prima richiesta di aiuto saebbe arrivata attorno alle 13:25 di venerdì 31 maggio da una delle vittime che diceva di essere stata sorpresa dall'acqua alta con due amici sul greto del fiume Natisone. L'addetto alla centrale del Numero Unico 112 ha gestito la richiesta come soccorso tecnico (ovvero come un soccorso in cui le persone coinvolte non hanno problemi sanitari) ed ha deciso di girare la richiesta ai Vigili del fuoco di Udine che hanno risposto inviando con massima urgenza il proprio equipaggio sul luogo dell'emergenza attivando squadre fluviali e mettendo in fase di preallarme i sommozzatori. Negli stessi momenti sarebbe partito l'elicottero Drago dal Marco Polo di Venezia. Ed è in questi minuti che la ragazza che aveva fatto la prima chiamata, in preda al panico, avrebbe richiamato i soccorsi sollecitando il loro arrivo. Solo a quel punto si è messo in volo anche un secondo elicottero, quello della Sores Fvg, che ha impiegato circa 8 minuti a raggiungere il luogo dell'incidente, ed ha anticipato l'arrivo del velivolo partito da Venezia. Purtroppo però il secondo elicottero è arrivato quando ormai la corrente aveva inghiottito i tre giovani


Cosa fare in caso di piene repentine
Intanto sul Corriere della Sera, Carlotta Lombardo ha chiesto a uno studioso come ci si può tutelare dalle piene repentine come quella che ha travolto i tre ragazzi in provincia di Udine. “Il problema è che non si ha la percezione del pericolo che nasconde il fiume". - Ha detto Emanuele Romano, ricercatore presso l’IRSA-Cnr (Istituto di ricerca sulle acque). A volte “ci sono dei punti lungo il suo corso dove non sta piovendo e altri, più a monte, dove invece diluvia. L’onda di piena arriva spesso repentina” prosegue Romano. Per tutelarci bisogna quindi evitare la balneazione “quando sono segnalate situazioni di precipitazioni intense, soprattutto d’estate. Bisogna sempre guardare le previsioni meteo anche dei successivi giorni; controllare l’allerta della Protezione Civile e non fidarsi del tempo che osserviamo sopra la nostra testa perché, appunto, possono esserci fenomeni estremi a pochi chilometri da noi di cui non ci accorgiamo” conclude il ricercatore.

red/cb
(Fonte: Avvenire, Il Corriere della Sera, Facebook Nello Musumeci)