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Quanto incide la crisi climatica sulle assicurazioni

In Italia è obbligatorio per le imprese stipulare un'assicurazione contro gli eventi catastrofici, ma il costo rischia di aumentare sensibilmente, proprio a causa della crisi climatica

Una crepa sulla parete dopo un terremoto, l’acqua invade un campo coltivato, il vento scoperchia le tettoie: ognuno di questi eventi, oltre a essere traumatico, ha un costo finanziario, pubblico o privato, che in un modo o nell’altro bisogna pagare. Per questo motivo in Italia è diventato obbligatorio per le imprese stipulare un’assicurazione contro gli eventi catastrofici, da attivare entro il 31 dicembre 2024. In particolare, il testo della Manovra 2024 stabilisce l’obbligo di assicurazione climatica per le aziende al fine di coprire gli eventuali danni generati da calamità naturali ed eventi climatici avversi, come inondazioni, esondazioni e alluvioni, sismi, eruzioni vulcaniche, fenomeni di bradisismo o frane. 

Stando alla bozza della Legge di Bilancio 2024 i contratti assicurativi potranno prevedere uno scoperto che non sia superiore al 10 o 15% del valore degli immobili assicurati. Le imprese che non rispetteranno l’obbligo, infine, potranno andare incontro a una sanzione pecuniaria amministrativa che varia da 200mila euro fino a un milione di euro. 

Il cambiamento climatico rischia di diventare “non assicurabile”
L’Italia in questo modo si adegua agli standard Ue. Eppure nel frattempo comincia a farsi strada un altro problema: le assicurazioni contro le catastrofi naturali stanno diventando troppo costose. La causa sta nell’intensità e nella frequenza degli eventi climatici estremi. Come scrive Paolo Alfieri su Avvenire, il mondo a causa del cambiamento climatico rischia di diventare “non assicurabile”. Secondo Munich Re, una delle principali compagnie di riassicurazione del mondo con sede a Monaco di Baviera, nel 2023 le perdite globali causate dalle catastrofi naturali sono state di circa 250 miliardi di dollari. Tra questi, 95 miliardi di dollari fanno riferimento alle sole perdite assicurative. Un bilancio che in alcune zone del mondo comincia a diventare eccessivo, tanto che negli Usa alcune grandi compagnie assicurative, come State Farm e The Hartford, hanno sospeso la disponibilità di nuove polizze casa in California, dove negli ultimi anni gli incendi hanno causato devastazioni senza precedenti. In Australia l’impennata delle tariffe ha costretto 1,24 milioni di persone a rivedere la possibilità di acquisto di una polizza assicurativa.

Secondo un altro colosso assicurativo, Aon, gli eventi meteoclimatici più costosi in assoluto del 2023 sono stati in Italia, Nuova Zelanda, Grecia, Slovenia e Croazia. L’alluvione in Emilia-Romagna e Toscana di maggio, per esempio, è stato il sesto evento catastrofale in termini di perdite economiche in tutto il mondo, con 9,8 miliardi di dollari di danni stimati, e 600 milioni di dollari di perdite assicurative. Anche la sequenza di temporali che nel Nord Italia a luglio ha causato pesanti grandinate ha avuto un costo spaventoso, con 3,7 miliardi di euro di danni. Con l’aumento degli eventi meteo estremi, il rischio è che i prezzi delle polizze si impennino, rendendo difficile sia mantenere il livello delle perdite assicurative, sia permettere ai cittadini di pagare le polizze oltre un certo livello di prezzo. 

In Italia in pochi sono assicurati 
In Italia per quanto riguarda le assicurazioni c’è un grande divario rispetto all’Europa. Secondo il primo monitoraggio dei rischi da catastrofi naturali e di sostenibilità condotto sulle compagnie italiane pubblicato di recente dall’Ivass, Italia e Grecia presentano il più alto “divario di protezione” rispetto agli altri Paesi europei. Per “divario di protezione”, come spiega Ipsoa, si intende un’esposizione ai rischi elevata, in aggiunta a una scarsa penetrazione assicurativa, tenendo anche conto delle perdite economiche registrate e dell’esposizione attuale al rischio di catastrofi naturali in termini di frequenza, esposizione e vulnerabilità. 

Quanto costerà ai più piccoli?
Con l’obbligo assicurativo per le imprese nella Legge di Bilancio, l’Italia vuole progressivamente accorciare le distanza rispetto agli altri Stati, creando un sistema assicurativo efficace che affianchi il lavoro dalla Protezione civile, in grado di intervenire a livello di prevenzione, gestione post-evento e ricostruzione dei territori colpiti. Tuttavia, la strada è lunga e difficile da percorrere. Infatti, sebbene in Italia il 95% dei Comuni sia a rischio frane, alluvioni o erosioni costiere, soltanto il 5% delle abitazioni e il 7% delle imprese è coperto da un’assicurazione contro le catastrofi. Per garantire copertura assicurativa alle imprese, sono stati promessi sgravi e aiuti, ma la concomitanza tra l’obbligo di assicurazione e il generale aumento dei costi rischia di risultare difficile da sostenere per le imprese più piccole. 

Giovanni Peparello