Fonte Pixabay

Raccolta differenziata del tessile, Italia prima in Europa

Dal primo gennaio 2022 è obbligatoria in Italia la raccolta differenziata del tessile, il nostro Paese anticipa così l'obbligatorietà che negli altri Paesi europei scatterà entro il 2025

E scattato lo scorso 1 gennaio 2022 l'obbligo di raccolta separata dei rifiuti tessili in Italia. A stabilirlo il decreto legislativo n.116/2020. L'Italia è così il primo Paese a livello europeo a partire con la differenziata del tessile, mentre negli altri Paesi dell'Unione Europea la raccolta di questo tipo di rifiuti sarà obbligatoria entro il 2025. Lo scopo della differenziata nel settore tessile è quello di ridurre l'impatto che esso ha sull'ambiente e favorirne il riuso e il riciclo

I numeri 
Ispra ha stimato che il 5,7% dei rifiuti indifferenziati sia costituito proprio dai rifiuti tessili, in totale, circa 663mila tonnellate all'anno che finiscono in discarica e che invece potrebbero essere riutilizzate o riciclate. In media, sempre secondo Ispra, ogni anno vengono raccolti 2,6 chili di rifiuti tessili pro capite, una quantità che arriva a quota 2,88 chili al Nord, 2,95 al Centro e si abbassa a 2 kg al Sud. Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Marche hanno già superato la soglia dei 3 chilogrammi per abitante, mentre Valle d’Aosta e Basilicata sono vicine alla soglia dei 4 Kg, quota superata dal virtuoso Trentino Alto-Adige. Al contrario, Umbria e Sicilia raccolgono in modo differenziato meno di 1 Kg di tessile per abitante.

Problematiche 
Ad oggi però la raccolta differenziata del tessile non è strutturata in egual modo in tutto il territorio nazionale ma urgerà farlo in breve tempo, data l'obbligatorietà del servizio di raccolta. Essa rigurderà sia i vestiti che altri materiali tessili come ad esempio la tappezzeria, le lenzuola, gli asciugamani etc. Qualcuno ha già invocato una proroga, quantomeno parziale, dell'obbligo, prevedendo una limitazione, nella fase iniziale, ai soli abiti usati, in attesa che l’Europa definisca la propria strategia sull’economia circolare nel tessile. Altri hanno paventato un possibile aumento dei costi di cernita e smaltimento della nuova frazione differenziata. A questi problemi si aggiungono quelli relativi agli impianti di riciclaggio, infatti, da più parti si sottolinea la mancanza di una vera rete infrastrutturale di impianti in grado di recuperare materia dagli scarti tessili

Red/cb
(Fonte: Arpat)