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Rastem: il nuovo strumento per la mitigazione del rischio

L'applicativo online sviluppato da Ispra consente di valutare e rappresentare gli interventi di mitigazione di rischio idrogeologico, supportando anche i progettisti durante la redazione dei loro progetti

In un territorio fragile come quello italiano, uno degli ambiti più importanti del lavoro di protezione civile è quello della mitigazione del rischio idrogeologico. In quest’ottica, è fondamentale l’introduzione da parte di Ispra di uno strumento come Rastem, acronimo di Rappresentazione Standardizzata degli Effetti di Mitigazione. Rastem è uno strumento Web Gis con un duplice scopo: quello guidare i progettisti a una rappresentazione chiara e omogenea degli interventi di mitigazione di rischio idrogeologico, e quello supportare gli stessi progettisti durante la redazione dei loro progetti, in modo tale che siano coerenti con i criteri previsti dalla normativa vigente. Rastem è liberamente disponibile on-line dal 15 febbraio 2023. Ne abbiamo parlato con Irene Rischia, tecnnologa ed esperta di Ispra.

Come funziona Rastem
“Rastem è un applicativo web, uno strumento Web Gis pubblico”, spiega Irene Rischia. Per utilizzarlo ci si deve registrare sulla piattaforma presente sul sito web Ispra, dopodiché si può lavorare direttamente sull’applicativo online. “Rastem è uno strumento finalizzato alla rappresentazione standardizzata semplificata e georiferita degli elementi che sono ritenuti essenziali per un progetto di mitigazione del rischio idrogeologico e per stabilire le relazioni reciproche tra questi elementi, come dissesto ed elementi esposti”, illustra Rischia. “Il primo obiettivo di Rastem è proprio quello di effettuare una rappresentazione di questi elementi e della loro indicazione. E lo fa attraverso uno strumento Web Gis, attraverso dei poligoni che vengono georiferiti, e attraverso degli attributi specifici che sono tipici per ciascuna categoria di poligono”.

Dal monitoraggio alla mitigazione del rischio
L’applicativo è stato costruito da Ispra innanzitutto per cercare di venire incontro a un’esigenza che è stata maturata nel corso di più di vent’anni di attività di monitoraggio sugli interventi di difesa del suolo, durante i quali Ispra ha potuto verificare che in molti casi i progetti non erano qualitativamente adeguati. “Per questo motivo - spiega Rischia - lo strumento di Rastem favorisce la redazione da parte dei progettisti degli elementi essenziali per la definizione di progetti di mitigazione di rischio idrogeologico, che consentono quindi di definire anche spazialmente e geograficamente gli scenari di rischio di riferimento dell’area di intervento. Un’ulteriore caratteristica di Rastem è che questi elementi che vengono richiesti vengono presi direttamente dagli elementi che vengono richiesti dalla normativa vigente per l’ammissibilità al finanziamento di nuovi progetti di mitigazione del rischio idrogeologico. È stato emanato nel 2021 un Dpcm (Il Dpcm del 27 settembre 2021) che regola i criteri secondo cui le Regioni possono richiedere fondi per la realizzazione di nuovi interventi di difesa dal rischio. Questa procedura prevede che le Regioni debbano compilare una scheda istruttoria - scheda che poi permette di valutare i progetti, di validarli e di passare la valutazione anche all’Autorità dei Bacini Distrettuali. A quel punto, dopo che l’autorità dei bacini distrettuali ha valutato i progetti, possono essere ammessi al finanziamento. I parametri che vengono richiesti nella scheda istruttoria devono derivare dai progetti, e a volte non sono facili da individuare per le regioni né per le autorità di bacino distrettuali”. A questo punto entra in scena Rastem: “Rastem utilizza gli stessi parametri e gli stessi attributi che vengono richiesti nella scheda istruttoria - spiega Rischia - e questa è una cosa importante, perché consente di favorire la condivisione dei parametri necessari alla valutazioni dei progetti, e questa condivisione di questi parametri tra l’altro favorisce l’implementazione di un sistema centralizzato che è costituito proprio dal Rastem, che consente di avere al suo interno tutti i dati tecnici essenziali che possono essere condivisi sulla piattaforma nazionale proprio con coloro che si occupano della valutazione di questa tipologia di progetti”.  

Rastem si limita ad aiutare
Rastem consente quindi la redazione di progetti coerenti con il Dpcm del 27/9/21, che è quello che consente di finanziarli con fondi pubblici erogati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Quindi, nel momento in cui si utilizza Rastem, viene facilitata la redazione del progetto ai sensi del Dpcm, facilitando anche di conseguenza l’attività istruttoria di coloro che questo progetto devono ammetterlo a finanziamento: cioè le Regioni, i Bacini Distrettutali e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Bisogna però sottolineare che Rastem non ha assolutamente lo scopo di realizzare da solo graduatorie per il finanziamento di interventi: gli indici e i parametri che utilizza hanno il solo obiettivo di descrivere gli effetti degli interventi di difesa del suolo. Le graduatorie sono competenza esclusiva del Ministero. 

Uno strumento sempre in crescita
Ovviamente questo applicativo è rivolto in primis ai progettisti - spiega Rischia - che possono utilizzarlo proprio per effettuare una progettazione più consapevole che porti alla definizione degli elementi essenziali dello scenario di rischio, e quindi che consentano a coloro che valutano di stabilire se un intervento è davvero efficace”. “Il Rastem è costituito da due parti essenziali - illustra poi Rischia - cioè una prima che è quella descrittiva del progetto, che permette la rappresentazione di questi elementi essenziali che devono essere rappresentati, e una seconda parte che è quella della rappresentazione sintetica degli effetti di mitigazione, che è una parte sperimentale che deve essere ulteriormente implementata, che si basa sulle indicazioni da parte di Rastem di un set di indicatori che sono utili a descrivere sinteticamente su quali aspetti e in che misura l’intervento esplica i suoi effetti nell’area di intervento”. Perché Rastem è uno strumento in continua implementazione, fin da quando è nato: “L’idea di Rastem è partita prima del 2015, ma ha iniziato a concretizzarsi dopo, nel 2015, con una convenzione, e da allora ha subito molte modifiche”, racconta l'esperta. “Ovviamente la sua pubblicazione online risale al 15 febbraio scorso, in occasione del convegno che c’è stato a Roma, ma sono in programma numerose altre implementazioni, sia grazie all’interazione con le Regioni e le Autorità di Bacino, sia grazie a progetti di ricerca che sono stati finanziati con i fondi del Pnrr, che hanno consentito di attirare la collaborazione con due università, l’Università di Cagliari e l’Università di Salerno, che consentiranno l'implementazione dei dati attraverso dei tool specifici che a loro volta serviranno a determinare quali sono gli elementi esposti, oppure quali sono le aree di dissesto”.

Giovanni Peparello