L'assessore Sergio Luigi Ricca

Ricca: "Con la S.p.a. i volontari rischiano di diventare manovali". Intervista all'assessore alla Protezione civile del Piemonte

Prosegue l'approfondimento del nostro giornale sull'istituzione della "Protezione civile servizi S.p.a" e gli stanziamenti contenuti nella legge Finanziaria. Parla Luigi Sergio Ricca, assessore della Regione Piemonte.

Una "società con molti poteri e dai confini del tutto incerti". E' forte la perplessità espressa dall'assessore Ricca sulla nuova S.p.a. Così come sottolineato in precedenza dal collega della Regione Emilia-Romagna Bruschini, il decreto-legge è stato accolto con una certa dose di mistero, e in attesa dell'esame in parlamento del decreto, più dei presunti benefici sono i rischi quelli che si vedono all'orizzonte.

Un volontariato ridotto a manodopera a basso costo e l'affermarsi di principi a valenza altamente economica nella tutela del territorio: nella speranza che il Fondo regionale di Protezione civile venga in qualche modo recuperato,sono queste le preoccupazioni più forti dell'assessore Ricca. Netto il giudizio sui 300 milioni per l'adeguamento sismico e la messa in sicurezza delle scuole: "Assolutamente insufficienti".


Assessore Ricca, cosa ne pensa della recente istituzione della Protezione civile servizi spa?

La celerità con la quale è stata istituita la società non ha consentito alle Regioni di formulare riflessioni e considerazioni. Diventa quindi difficile esprimere una valutazione senza conoscere gli obiettivi che si intendono perseguire e le modalità attuative.

Cosa ne pensa del fatto che ciò sia avvenuto per decreto legge senza passare dal parlamento, considerata l'importanza, le risorse e gli investimenti necessari per la protezione civile?


Lo strumento normativo utilizzato, per istituire la S.p.a, sembra confermare un'ipotesi ricorrente e cioè che l'obiettivo reale sia dar vita ad una società con molti poteri e dai confini del tutto incerti. Una S.p.a. posta sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che si prefigura come un General Contractor dello Stato.

In questo modo si svuotano di fatto le competenze del dipartimento? cosa cambia nel rapporto con le regioni?


Le modalità di prestazione dei servizi nei confronti del territorio, sembrano essere dettate da principi a valenza altamente economica non in sintonia con le finalità del sistema di protezione civile.

E con il mondo delle associazioni?


Il ruolo del volontariato, in presenza di una società di servizi, potrebbe essere ridimensionato in virtù dell'affidamento di compiti a soggetti privati a forte imprenditorialità. La maggiore perplessità riguarda le modalità di utilizzo del volontariato che, nel rapporto con una società privata, potrebbe trasformarsi in un improprio utilizzo di manodopera a basso costo. Mi domando come è possibile "privatizzare" l'esercito di volontari che in questi anni si è prodigato in interventi per terremoti, ricostruzioni, disastri ambientali e persino nei grandi eventi.

Come si potrà chiedere conto al governo dell'operato in tema di appalti, consulenze, contratti progetti della nuova spa? Spariranno gli obblighi di consultazione?


La rendicontazione della spesa e delle attività economiche della società dovrebbero essere vagliate dal consiglio di amministrazione sotto la vigilanza della Corte dei Conti.

Nel decreto legge vi è scritto che il rapporto di lavoro dei dipendenti della società è disciplinato dalle norme di diritto privato, a suo avviso ciò comporterà qualche rischio sulla trasparenza? quale?


Potrebbe emergere, ad esempio, una forte mobilità del personale in entrata ed uscita a discapito dei diritti rivendicabili.

Nel passato recente la protezione civile è stata il centro organizzativo anche di grandi eventi, e, secondo un articolo dell'Espresso a firma di Fabrizio Gatti, diversi suoi tecnici sono stati impegnati in attività che non sono strettamente connesse alle situazioni di emergenza (mondiali di nuoto roma 2009, mondiali di ciclismo a Varese, Maddalena e G8), quale è la sua opinione in merito? Con la nuova S.p.a. questa attività potrebbe avere qualche incremento magari essere utilizzata per superare, nel caso di grandi eventi, ostacoli di vario genere e natura?


Diventa difficile stabilire se la protezione civile debba intervenire sui grandi eventi. I grandi eventi negli ultimi anni sono stati gestiti come se fossero calamità e quindi con le stesse procedure (stato di emergenza e ordinanze): Molti osservatori hanno evidenziato l'inopportunità di operare in questo modo in presenza di eventi programmabili. In ogni caso, quello che mi sembra debba essere sottolineato, tanto più in futuro, è il controllo della spesa e la qualità degli interventi.

Nel decreto-legge all'art. 15 comma 2 è scritto che "in relazione alle diverse ipotesi di rischio presenti sul territorio nazionale, al fine dell'individuazione delle competenze sulle attività di allertamento, soccorso e superamento dell'emergenza, saranno definiti senza nuovi o maggiori oneri, d'intesa con la Conferenza unificata, i livelli minimi dell'organizzazione delle strutture territoriali di protezione civile e degli enti cui spetta il governo e la gestione del sistema di allertamento nazionale ed il coordinamento in caso di dichiarazione dello stato di emergenza". Cambia qualcosa rispetto a ciò che vi era in precedenza?


L'articolo tratta e sviluppa un argomento molto delicato. Le competenze degli enti territoriali, sembra che debbano essere ridefinite d'intesa con le Regioni. Due aspetti dovranno essere chiariti: la salvaguardia delle pianificazioni regionali che sono state già attivate e la precisa identificazione dei soggetti di spesa pubblici che con l'introduzione della S.p.a., sembrano perdere il loro ruolo.

Lo scorso 17 dicembre In occasione della conferenza stampa di presentazione del libro "Io speriamo che non faccia più il terremoto", in risposta ad una nostra domanda l'assessore alla Protezione civile dell'Emilia Romagna Bruschini aveva espresso, insieme al direttore dell'Agenzia regionale per la Protezione civile Egidi, l'auspicio che il governo ripristinasse il Fondo Nazionale di Protezione civile, annunciando che insieme agli altri assessori avrebbe richiesto il ripristino nell'incontro in calendario a Roma il 21 dicembre. Rispetto alle vostre richieste, come è andata a finire?


Si ipotizza un ripristino del fondo con una capienza finanziaria inferiore alle ultime annualità, cosa peraltro non garantita nell'ultima finanziaria.
Ci si auspica che si possano recuperare le risorse a valere sull'articolo 15 comma 2 del decreto legislativo di approvazione della spa.

In finanziaria è presente uno stanziamento di un miliardo di Euro per "rimuovere le situazione a più alto rischio idrogeologico", destinati a "piani straordinari". Quali sono le aree a rischio in Piemonte? Saranno realizzati degli interventi nella regione?


Le aree a rischio sono state individuate e sono dislocate in tutte le province piemontesi. Gli interventi saranno realizzati in funzione delle risorse finanziarie disponibili

Inoltre nella legge sono stati stanziati 300 milioni di euro per la messa in sicurezza e l'adeguamento antisismico delle scuole. Quali sono i dati relativi al Piemonte e i provvedimenti che intendete mettere in atto?


I fondi trasferiti dallo Stato sono assolutamente insufficienti a soddisfare il fabbisogno per la totale messa in sicurezza
. Con il primo stanziamento è stato adeguato un plesso scolastico a Pinerolo e sono attualmente in corso interventi di adeguamento analoghi in edifici situati a Giaveno e Porte.

Una associazione de L'Aquila "cittadini per i cittadini" ha lanciato una petizione in rete per contro la Prociv spa. Lei la firmerebbe?


Ci si riserva di esaminare dettagliatamente il decreto legislativo nelle sedi istituzionali per avviare eventuali azioni politiche.






A cura di Enzo Voci e Luca Calzolari