Rilascio di energia sismica:
la smentita dell'INGV

Il presidente dell'INGV, Domenico Giardini, bolla come non veritiera la tesi secondo cui l'energia scaricata da una sequenza di piccoli sismi ne eviterebbe di forti

"Nei giorni scorsi sono state riportate da fonti giornalistiche e da alcuni media dichiarazioni secondo cui l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia -INGV- avrebbe avallato la tesi scientifica che un rilascio di energia attraverso una sequenza di piccoli terremoti possa evitarne di forti, e che tale tesi avrebbe influenzato le decisioni prese dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile (DPC) durante la sciame sismico che ha preceduto il tragico evento che ha colpito L’Aquila il 6 Aprile 2009".
Questo l'antefatto riportato in un comunicato stampa emesso oggi dall'INGV, che seppur non riferendovisi espressamente, è riconducibile alle dichiarazioni rilasciate il 15 febbraio scorso dall'ex Capo Dipartimento della Protezione Civile, Guido Bertolaso, sentito  in qualità  di indagato al processo alla
Commissione Grandi Rischi.
Nel corso delle 4 ore di testimonianza, Bertolaso aveva in sostanza affermato di aver acquisito conoscenze,  in 10 anni di esperienza, da diversi esperti di sismologia, secondo i quali uno sciame sismico, cioè più scosse sismiche di bassa entità,  scongiurerebbero il verificarsi di una scossa distruttiva. Bertolaso anzi avrebbe proprio affermato di averlo "appreso dall'INGV, ma non mi sembra in'affermazione stupefacente. Non è che mi sono messo a fare ricerche sismiche autonomamente: è un'affermazione che avrò fatto decine di volte e non c'è stato scienziato degno di tale nome, italiano o straniero, che mi abbia contestato".

Questa tesi, invece, secondo il Prof Professor Domenico Giardini, Presidente dell'INGV, non è veritiera.
Il comunicato infatti prosegue spiegando che: "Senza voler in alcun modo entrare nello specifico del dibattimento in corso a L'Aquila, l'INGV precisa che la tesi del rilascio di energia sismica é stata proposta in passato per situazioni particolari (quale la zona a scorrimento lento della faglia di S. Andrea a Parkfield, California) ed é ancora utilizzata da settori dell'industria che si occupano di sismicità indotta (ad esempio nel caso della sismicità indotta da prospezioni per geotermia profonda), ma non rappresenta lo stato delle conoscenze scientifiche per aree di normale sismicità quale l'Abruzzo.
L'INGV precisa di non aver trasmesso al DPC alcuna comunicazione a favore di tale tesi. L'opinione ufficiale dell'Ente viene fornita al DPC secondo canali specificati dalla Convenzione che regola le procedure di sorveglianza e allerta sismica e vulcanologica. Nel caso specifico dello sciame sismico che ha preceduto il terremoto del 6 aprile 2009, oltre ai periodici aggiornamenti effettuati dopo ogni scossa significativa, l'INGV ha inviato al DPC tre comunicazioni:

Il 17 Febbraio un primo comunicato affermava che "... la sequenza in atto non ha alterato le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona. Si ricorda che i comuni interessati ricadono tra la prima e la seconda categoria della classificazione sismica del territorio nazionale."
Il 12 Marzo, al proseguire della sequenza, un aggiornamento ribadiva che "... la sequenza dei mesi scorsi non ha alterato, dunque né aumentato né diminuito, le probabilità di occorrenza di forti terremoti nella zona."
Il 31 Marzo, il Direttore del Centro Nazionale Terremoti dell'INGV, Dr. Giulio Selvaggi, presentava alla riunione della Commissione Nazionale Grandi Rischi (CGR) il rapporto dell'INGV con una sintesi delle conoscenze più aggiornate, la storia sismica della regione, l'andamento della sequenza e il modello della pericolosità sismica. La documentazione presentata alla Commissione Grandi Rischi era finalizzata a fornire gli elementi scientifici per valutare la situazione e non conteneva alcun riferimento all'ipotesi dello scarico dell'energia.

Le suddette comunicazioni - conclude il comunicato - rappresentano le sole informazioni ufficiali fornite dall'INGV al DPC durante la sequenza che ha preceduto il terremoto dell'Aquila del 6 Aprile 2009. Interviste o brevi dichiarazioni di singoli ricercatori dell'Ente sono state riportate sulla stampa anche durante la sequenza sismica in Abruzzo, ma appartengono alla normale attività di divulgazione scientifica a titolo personale, che non rappresenta in alcun modo l'opinione ufficiale dell'Ente. L'INGV sottolinea la fattiva e decennale collaborazione con il DPC nell'opera di sorveglianza e allerta del territorio italiano per eventi sismici e vulcanici".


red/pc


fonte: INGV