Riccardo Conte, Alessandro Ghelli, Gianluca Bo

Rischio reale o percepito?
Indagine in alta Val di Susa

Il 1/7/2011 si terrà a PROTEC 2011 - Salone della tecnologia e servizi per la protezione ambientale, un convegno dedicato a “LA PERCEZIONE DEL RISCHIO IN ALTA VAL DI SUSA'' Torino-  Lingotto Fiere 01/07/11 ore 14,30 - Sala Arancio

Intervista a:

RICCARDO CONTE - Funzionario Tecnico di Protezione Civile della Regione Piemonte
ALESSANDRO GHELLI - Consulente della Regione Piemonte
GIANLUCA BO - Metis Ricerche,  organizzatori del convegno, a cui abbiamo chiesto di darci qualche anticipazione ed informazione in merito.

Con il termine CATI (Computer-Assisted Telephone Interviewing) si indica una modalità di rilevazione statistica diretta realizzata attraverso interviste telefoniche, in cui l'intervistatore legge le domande all'intervistato e registra le risposte direttamente su un computer.
Nei mesi di Ottobre - Novembre 2010 è stata realizzata una indagine CATI tra i residenti dei 14 comuni dell'Alta Val di Susa: 760 cittadini, rappresentativi della popolazione di riferimento, sono stati intervistati in merito alla loro percezione del rischio legato specificatamente al territorio oppure alle loro predisposizioni naturali.

Da chi è stata commissionata e svolta l'indagine?

"L'indagine è stata commissionata dalla Regione Piemonte - Settore Protezione Civile e Anti Incendi Boschivi, ed è stata condotta usufruendo di fondi europei del progetto transfrontaliero RiskNat. L'indagine è stata svolta dalla Prof.ssa Carmen Belloni del Dipartimento di Scienze Sociali dell'Università di Torino, in collaborazione con Metis Ricerche".

Che tipo di domande sono state poste ai cittadini, in termini di contenuti e di obiettivi?

"Lo scopo dell'indagine era quello di avere da un lato una fotografia del livello di rischio attualmente percepito dai cittadini dell'Alta Val Susa, dall'altro di capire a quali caratteristiche e comportamenti degli intervistati è legato. A questo scopo il questionario era articolato in diverse sezioni. Nella prima l'obiettivo era capire quale livello di percezione del rischio caratterizzasse gli intervistati. Rischio connesso a eventi idrogeologici (alluvioni, frane, slavine, ecc.) ma non solo (viaggiare in auto, bere alcolici, ecc...) in modo da avere dei termini di confronto. Nelle altre sezioni sono state indagate ulteriori caratteristiche degli intervistati, in parte direttamente legate al rischio percepito come la valutazione delle azioni preventive messe in atto dagli enti pubblici, l'esperienza di eventi pregressi e in parte con un legame meno evidente come ad esempio i canali informativi utilizzati di preferenza, la fiducia risposta negli altri, il rapporto dei residenti con il territorio di residenza".

Perché è importante 'avere il polso' del rischio percepito, cioè capire in quali situazioni e in che misura il cittadino non si sente al sicuro, indipendentemente dall'esistenza reale del rischio?

"Conoscere la percezione del rischio è la condizione essenziale per intervenire correttamente sul territorio. A questo proposito è bene sottolineare che più del 70% degli intervistati ritiene che la sua abitazione sia assolutamente al sicuro da rischi legati a fenomeni naturali, e più dell'80% degli intervistati ritiene che il territorio in cui vive sia sicuro. In queste condizioni è molto diffusa la condizione nella quale il rischio reale esiste ma, purtroppo, non viene percepito dal cittadino".

Quale approccio avete riscontrato da parte del cittadino intervistato?

"La ricerca è stata preceduta da una campagna di informazione effettuata per mezzo di alcune locandine distribuite alle Amministrazioni dei comuni interessati e a loro cura esposte in luoghi ad alta visibilità. Già in questa fase in linea di massima abbiamo riscontrato da parte delle amministrazioni comunali una sostanziale disponibilità alla collaborazione. Nella fase di rilevazione poi l'adesione dei residenti è stata molto buona. All'incirca un interpellato su due ha accettato di rispondere al questionario e tale percentuale, se paragonata a quella che solitamente caratterizza le indagini di tipo survey, è molto buona. Questo dato è un primo indicatore di quanto il tema sia di interesse per la popolazione locale".

Quale panorama è emerso da questa inchiesta? Il cittadino dell'Alta Val di Susa di cosa ha paura?

"In una scala da 0 a 10 la valutazione media degli intervistati dei rischi connessi a eventi naturali si colloca a 6,5. Per avere un termine di raffronto l'evento più temuto è la crisi economica con una votazione media di 7,5 mentre quello giudicato meno preoccupante è il viaggiare in aereo (3,6). Tra i diversi tipi di evento naturale ci sono poi delle sostanziali differenze: gli eventi più temuti sono frane e alluvioni (6,8), che sono peraltro anche quelli dei quali gli intervistati hanno maggior esperienza, mentre quello che fa meno paura è il terremoto (5,9)".

Quali paure sono giustificate e quali meno, a Vostro parere?

"Le paure, in quanto soggettive, sono tutte giustificabili. Verrebbe da dire che in genere si ha paura di quello che non si conosce, ma per i rischi naturali è proprio l'esperienza che genera ricordo e memoria storica/collettiva. I rischi legati a eventi naturali e non, sono stati già scremati durante la fase di stesura del questionario, ed il ventaglio di scelte a disposizione comprende eventi naturali che si possono verificare in Valle di Susa, ed altri eventi che possono rappresentare un rischio immediato legato alla nostra società (viaggiare in auto, crisi economica ecc...) inseriti per avere un termine di confronto".

Avete notato sostanziali differenze fra i timori di categorie diverse, uomini e donne ad esempio, o giovani e meno giovani ?

"Come già evidenziato in altre ricerche la preoccupazione è più alta tra le donne e tra le persone più giovani. È stato inoltre riscontrato una maggior livello di preoccupazione nelle famiglie nelle quali vivono minori e nelle persone autoctone, quelle che abitano da sempre il territorio e non si sono trasferite in Alta Val Susa nel corso della loro vita".

I risultati della vostra indagine verranno messi a disposizione del cittadino?

"I risultati emersi con questa indagine verranno messi a disposizione del cittadino. È prevista una prima esposizione pubblica dei risultati in occasione di Protec 2011".

Qual'è la finalità ultima di questa indagine: come si leggono e si utilizzano i dati rilevati? E quali 'azioni correttive' verranno messe in atto ?

"Questa indagine è nata con lo scopo di far luce sulla reale percezione dei rischi naturali della popolazione, in un'area particolarmente esposta come quella montana. Il fine è quello di indirizzare la ricerca, gli studi e la prevenzione dei rischi verso direzioni che siano più consone al sentire comune della popolazione. La relazione finale illustra, tramite grafici e testo, i risultati ottenuti con le frequenze ponderate che sono scaturite dopo l'analisi delle risposte alle domande del questionario".

Quali conclusioni ne avete tratto? Ritiene che sarebbe utile svolgere questo tipo di indagine diffusamente su tutto il territorio piemontese e italiano ?

"L'indagine ha evidenziato che la percezione dei rischi naturali da parte della popolazione residente in ambiente montano è sostanzialmente differente da quanto ci si sarebbe aspettati. In particolare è emerso che l'elemento di criticità maggiormente temuto è legato agli effetti (amplificati in questi luoghi) dell'attuale crisi economica, piuttosto che ai rischi naturali. Questo aspetto, di notevole importanza ed attualità, potrebbe portare la popolazione a sottovalutare l'aspetto dei rischi naturali, alterandone la percezione.
È auspicabile che questo studio, condotto su un'area relativamente ristretta di territorio, possa rappresentare l'inizio di un cammino volto a quantificare la percezione dei rischi naturali almeno su scala regionale, in modo da permettere alle amministrazioni locali di portare avanti una politica di informazione e responsabilizzazione della popolazione".


Patrizia Calzolari