Satellite Phobos-Grunt, in
"caduta libera" sulla Terra

Il satellite russo lanciato nello spazio l'8 novembre 2011 rientrerà in territorio terrestre tra oggi e domani. La caduta avverà in maniera incontrollata e si prevede che la sonda precipiterà sottoforma di 20-30 frammenti. Il rischio che i frammenti colpiscano l'Italia è dell'1,5%.

Secondo quanto comunicato dall'Agenzia Spaziale Italiana (ASI), centro di competenza del Dipartimento di Protezione Civile, in contatto con l'Agenzia russa Roscosmos, la sonda interplanetaria PHOBOS-GRUNT, lanciata nello spazio l'8 novembre 2011, per cause tecniche rientrerà nell'atmosfera terrestre in maniera incontrollata senza aver svolto la missione prevista.

Il "range" di caduta della sonda viene calcolato tra le 13.00 di oggi e le 04.30 del mattino di domani, lunedì 16 gennaio.

Il satellite era il primo, a distanza di 15 anni, lanciato verso Marte da parte della Russia, e la sua missione era quella di toccare il suolo (Grunt in russo) della luna marziana Phobos, per prelevarne dei campioni da riportare sulla Terra.
Il problema della sonda è che non ha mai preso la strada per il pianeta rosso, bloccandosi all'altezza dell'orbita terrestre e cominciando una lenta caduta incontrollata verso il nostro pianeta.
La motivazione ufficiale del fallimento dell'impresa marziana è legata al malfunzionamento del sistema di propulsione del satellite stesso.


La sonda rientrerà nell'atmosfera terrestre sottoforma di 20-30 frammenti per un totale di circa 200 kg di materiale, decisamente poco se si pensa che il peso originario del satellite era di 13 tonnellate, e l'impatto avverrà con molta probabilità in mare.

Relativamente al luogo di impatto non si possono avere informazioni precise, a causa dei numerosi fattori che fino all'ultimo istante potrebbero influenzare la traiettoria del veicolo spaziale, ma l'ASI comunica ufficialmente che sono "pochissime le possibilità che il fenomeno interessi il nostro paese: le probabilità di caduta di almeno un frammento sull'Italia sono al momento stimate al di sotto dell'1,5%".
Infatti la stessa Agenzia russa indica come area più probabile quella dell'Oceano Pacifico al largo del Cile.


Nonostante ciò la stessa Agenzia Spaziale Italiana riferisce che all'interno di quell'1,5% di possibilità di caduta in territorio italiano le zone a rischio del nostro paese sono possibilmente tre: "la prima, maggiormente probabile rispetto alle altre due, riguarda il centro-nord della penisola tra le 19:14 e le 19:44 del 15 gennaio; la seconda interessa l'estremo nordest, tra le 23:50 del 15 gennaio e le 00:20 del 16 gennaio; l'ultima riguarda invece il sudovest della Sardegna, dalle 01:20 alle 01:50 del 16 gennaio".

Il Dipartimento della Protezione civile seguirà l'evolversi della situazione in stretta collaborazione con l'ASI.



Redazione/sm