Fonte: Global Footprint Network

Siamo al 6 maggio e l'Italia ha già finito le sue risorse rinnovabili

Per l’Italia, il giorno fatidico è arrivato in netto anticipo rispetto agli ultimi anni: nel 2024 era caduto il 19 maggio, quest’anno è il 6 maggio.

Oggi, 6 maggio 2025, per l’Italia è l’Overshoot Day: il giorno che indica l’esaurimento delle risorse rinnovabili che la terra è in grado di offrire nell’arco di un anno solare. Quindi, da qui alla fine del 2025, l’Italia è in debito ecologico con il pianeta. In poche parole i consumi sono più alti d quanto il pianeta possa sopportare.

A calcolare la data sono gli esperti del Global Footprint Network, un’associazione internazionale che studia la contabilità ambientale e l’impronta ecologica di ciascun Paese. Se tutta l’umanità consumasse come gli italiani, stima l’organizzazione, sarebbero necessarie le risorse naturali di tre pianeti.

Calcolo globale
La data dell’Earth Overshoot Day, che calcola il superamento dei limiti ecologici a livello globale, cambia a seconda della velocità con cui le risorse del pianeta vengono sfruttate. Nel 1971, l’Overshoot Day cadeva il 25 dicembre. Nel 1980, il 16 novembre. Nel 2000, il 25 settembre. Nel 2024, il 1° agosto. 

Per quanto riguarda i singoli Paesi, a guadagnarsi la maglia nera per il 2025 è il Qatar, che quest’anno ha visto cadere il proprio Overshoot Day il 6 febbraio. Gli Stati Uniti invece,  hanno finito le proprie risorse naturali il 13 marzo, mentre per la Cina la data si sposta al 23 maggio. Per l’Italia, il giorno fatidico è arrivato in netto anticipo rispetto agli ultimi anni: nel 2024 era caduto il 19 maggio, quest’anno è il 6 maggio.

Per tornare in equilibrio, gli esperti consigliano di intraprendere diverse azioni: la riduzione degli sprechi alimentari, la promozione dell’economia circolare, una maggiore tutela degli habitat, l’adozione di una dieta più sostenibile e il miglioramento dell’efficienza energetica. “Più di un un milione di specie è minacciato di estinzione, il 75% delle terre emerse e il 66% degli ambienti marini sono stati significativamente alterati dall’uomo”, puntualizza Eva Alessi, responsabile sostenibilità del Wwf Italia.

Fonte: Agi; Open

RED/MT