(Fonte: Autorità di bacino distrettuale fiume Po)

Siccità al Nord: la preoccupazione e le proposte per il futuro

Mentre laghi e fiumi si seccano, l'Autorità distrettuale ha deciso che emanerà un bollettino sul Po una volta a settimana. E Legambiente ha lanciato otto proposte per cambiare radicalmente il sistema idrico

Laghi e fiumi in forte sofferenza, quasi in secca come la scorsa estate, mentre in montagna è pochissima la neve accumulata. È quanto sta accadendo in Italia, a metà febbraio, complice l’aumento delle temperature superiori ai valori di riferimento le scarse precipitazioni. A preoccupare è soprattutto il Po, che anche dai satelliti mostra le proprie sponde ridotte a spiagge. Bisogna iniziare a muoversi già da ora, per evitare di arrivare in una situazione catastrofica durante l’estate. E forse, dice Legambiente, bisogna iniziare anche a muoversi per gli anni futuri, per impedire che questa situazione di emergenza infinita diventi definitivamente la normalità.

Bollettino settimanale sul Po
Nel frattempo partirà oggi con cadenza settimanale un Bollettino Ufficiale che tiene conto delle attività di rilevazione dei partner dell'Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici del distretto del Po che si riunirà in seduta congiunta il prossimo 9 Marzo 2023. Ad annunciarlo è stato il Segretario Generale dell'Autorità Distrettuale del Fiume Po Alessandro Bratti, sostenuto nella sua decisione dall'attività dello staff tecnico scientifico di AdBPo - Ministero Ambiente Sicurezza Energetica. Il Bollettino terrà conto delle attività di rilevazione dei partner dell'Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici del distretto del Po, che si riunirà in seduta congiunta il prossimo 9 Marzo 2023.

Preoccupazione per l’estate
Per combattere questa nuova ondata di siccità ormai non possono più essere ammessi ritardi. Secondo Legambiente, bisogna cominciare a prevenire l’emergenza idrica che caratterizzerà sempre di più il nostro territorio, ragionando quindi sulla prevenzione. Di questo ne ha parlato anche la Conferenza delle Regioni, dove è stato lanciato l'allarme per la prossima estate di siccità eccezionale, con le ultime rilevazioni di acqua stoccata nella neve delle Alpi che certificano per il secondo anno consecutivo un record in negativo. “La situazione è preoccupante perché del tutto simile allo scorso anno”, spiega Edoardo Cremonese, ricercatore dell'Arpa Valle d'Aosta. Tutto il Nord Italia e in particolare il Nord occidentale è in crisi, sottolinea Cremonese. A fare il punto sulla siccità e sullo stato del fiume Po invece è stato il segretario generale dell'Autorità distrettuale del Grande Fiume, Bratti. Sulle Alpi è mancato il manto nivale: un problema che quest'anno sembra ancora più complesso, perché arriva dopo un altro anno già complicato. La neve, invece, in Appennino c'è, ma se si dovesse sciogliere tutta adesso con l'aumento delle temperature, rischieremmo di arrivare già a maggio con una forte richiesta e senza acqua a sufficienza per rispondere. In questo discorso di gestione dell’emergenza e prevenzione si inseriscono le proposte di Legambiente - gli “otto pilastri”, come sono stati chiamati dall’associazione

Gli otto pilastri: la proposta di Legambiente
Sono otto i pilastri che secondo Legambiente devono stare al centro di questa strategia idrica nazionale per dare gambe ad una road map idrica non più rimandabile che abbia come obiettivo la riduzione dei prelievi e degli usi dell’acqua in tutti i suoi settori. E questi pilastri sono:

  1. favorire la ricarica controllata della falda facendo in modo che le sempre minori e più concentrate precipitazioni permangano più a lungo sul territorio invece di scorrere velocemente a valle fino al mare;
  2. prevedere l’obbligo di recupero delle acque piovane con l’installazione di sistemi di risparmio idrico e il recupero della permeabilità e attraverso misure di de-sealing in ambiente urbano; in agricoltura prevedendo laghetti e piccoli bacini;
  3. servono interventi strutturali per rendere efficiente il funzionamento del ciclo idrico integrato e permettere le riduzioni delle perdite di rete e completare gli interventi sulla depurazione;
  4. implementare il riuso delle acque reflue depurate in agricoltura attraverso le modifiche normative necessarie;
  5. occorre riconvertire il comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti;
  6. utilizzare i Criteri Minimi Ambientali nel campo dell’edilizia per ridurre gli sprechi;
  7. favorire il riutilizzo dell’acqua nei cicli industriali anche per ridurre gli scarichi inquinanti;
  8. introdurre misure di incentivazione e defiscalizzazione in tema idrico, come avviene per gli interventi di efficientamento energetico, per tutti gli usi e per tutti i settori coinvolti.

Legambiente ricorda anche che l’Italia – con oltre 33 miliardi di metri cubi di acqua prelevata per tutti gli usi ogni anno – è nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto secondo l’OMS, poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni. Una tendenza che, unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l’approvvigionamento idrico della Penisola. Secondo i dati diffusi dallo GIEC (Gruppo Intergovernativo degli Esperti sul Cambiamento Climatico), all’aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde una riduzione del 20% della disponibilità delle risorse idriche.

red/gp

(Fonte: Anbi, Legambiente, Conferenza Regioni)