Fonte sito Autorità di bacino distrettuale del fiume Po

Siccità: non possiamo escludere razionamenti

In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua abbiamo intervistato Federico Grazzini, meteorologo Arpae, per capire qual è la gravità della crisi idrica in Italia

Nella Giornata Mondiale dell'Acqua abbiamo parlato con il meteorologo Arpae Emilia-Romagna, Federico Grazzini, della situazione in cui versa il nostro Paese. Un discorso che parte dalle dichiarazioni del ministro Pichetto di pochi giorni fa, che ha escluso il "razionamento idrico" e approda ai dati che rivelano la reale presenza di una crisi idrica italiana che va affrontata urgentemente. 
 
Il ministro dell'Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, il 19 marzo scorso ha dichiarato al La Stampa che non ci sarà "nessun razionamento idrico". Qual è la situazione reale in cui ci troviamo? 
Veniamo da oltre un anno di siccità e con tutti i problemi che ci sono stati già l'anno scorso e quelli che si registrano tutt'ora e le tendenze previsionali che continuano a dare indicazioni per poca pioggia e poi l'avvicinarsi a passi veloci dell'estate, con tutto questo trovo azzardato e irresponsabile dire che non ci saranno razionamenti. Credo che l'intenzione del ministro sia quella di rassicurare che il governo garantirà in ogni caso la risorsa ma questo non mi pare che sia scontato e possibile ovunque.

Ieri c'è stata la seconda cabina di regia sulla crisi idrica a Palazzo Chigi, ne è emersa la volontà di accelerare i lavori del tavolo interministeriale e di nominare al più presto un commissario, di fatto la situazione è in stallo.
In realtà le misure di prevenzione per la siccità son cose che si preparano con largo anticipo, ora non si può fare molto se non l'utilizzo di desalinizzatori, come è successo l'anno scorso in un paese nella provincia di Rovigo, che aveva preso in affitto dalla Spagna lo strumento. Questo invece sarebbe il momento di fare il punto continuamente e poi forse bisognava aver già stabilito un piano di emergenza che ad ogni intervallo temporale prevede una serie di misure per preservare il più possibile la risorsa. Come ha fatto il Veneto che ha fatto un'ordinanza per la limitazione dell'uso dell'acqua per conservare il più possibile quello che c'è. Io poi sono un meteorologo, non mi occupo di trovare soluzioni, ma trovo l'affermazione del ministro non supportata dai fatti. 

Ecco, dati alla mano, qual è lo stato in cui versa l'Italia dal punto di vista della siccità? Qual è il dato più preoccupante? 
Il termometro della situazione è sicuramente il livello del Po, un bacino che drena tutte le acque del centro e nord Italia e il suo livello è una misura di qual è l'afflusso in questo momento in tutto il bacino. Il livello continua a rimanere su livelli inferiori alle portate minime mensili registrate e questo sta avvenendo dalla primavera scorsa. Questo livello non si è alzato neanche a fronte di qualche pioggia che ci è stata. E siamo ancora in un periodo in cui non c'è nessun prelievo forte per l'agricoltura che inizieranno ad Aprile. Quindi a quel punto il livello non potrà che scendere ulteriormente. E difatti alcune produzioni agricole caleranno quest'anno, come quella del riso nel pavese.
Per farsi un'idea del livello di siccità basta guardare i grafici sul sito Arpae dedicato alla Siccità Nella mappa i pallini sono le stazioni di misura del Po, cliccandoci sopra si apre un grafico con una linea nera che rappresenta la portata attuale del fiume, poi in arancione si vede il minimo assoluto mensile e in verde la media storica. Osservando i dati attuali si vede che già adesso in quasi tutti i punti di misura siamo intorno al minimo mensile. Cioè siamo sotto il valore medio mensile minimo mai registrato. Ad esempio guardando Piacenza, una delle zone più sofferenti al momento, dovremmo avere in media 930 metri cubi di acqua, il minimo assoluto per questo mese è 375 metri cubi e adesso ne abbiamo 297. La cosa interessante è poi osservare lo storico, in questo caso ad esempio vediamo che non solo siamo sotto al minimo mensile da gennaio, ma anche prima, a novembre non ci siamo mai avvicinati alla media stagionale. Se si osservano i dati dell'anno precedente si osserva lo stesso fenomeno  e l'ultima volta che è stato superato il valore medio è stato a novembre del 2021, un anno e mezzo fa circa. Da allora è sempre rimasto sotto la media. A questo potremmo aggiungere che la diga di Molato in Emilia-Romagna è al 10%, è vuota. 

Nella Giornata Mondiale dell'Acqua in Italia si parla ancora poco di siccità come mai?
Perchè si tratta di un problema non compreso nella sua gravità, oppure non gli viene dato troppo rilievo per non allarmare. Perchè in Italia, non solo con questo governo, c'è sempre un atteggiamento verso i problemi un po' paternalistico votato al "non spaventare" e "non disturbare" le persone che hanno le loro attività e devono continuare a produrre, quando invece la produzione si basa anche sugli elementi primari. 

Tecnicamente in che situazione ci troviamo sul Po a livello di siccità?
Nel bollettino del 9 marzo la crisi idrica è definita "media". A preoccupare c'è anche il fatto che esistono diversi tipi di siccità: una superficiale, che riguarda i primi 10 cm di terreno e quindi lì basta un mese o due mesi di poca pioggia e si va in siccità agricola, poi c'è quella idrologica che invece si sviluppa su tempi più lunghi perchè si tratta di riserve sotteranee che hanno tempi di carica e scarica più lunghe. Viene valutato adesso che l'umidità delle radici nella terra più profonda dopo due anni di siccità è molto bassa adesso. Quindi ci sono componenti del sistema della biosfera che reagiscono con tempi più lunghi e quindi anche se dovesse piovere in questi mesi primaverili, probabilmente la siccità agricola potrebbe rientrare ma quella idrologica è difficile che rientri, ci vorrebbe almeno un autunno e un inverno di ricarica.

Qual è la prima misura che dovrebbe prendere la cabina di regia sulla crisi idrica? 
Se si dovesse fare un bilancio dei consumi, ovviamente l'agricoltura è il settore che consuma quasi il 70% della risorsa idrica e probabilmente la prima cosa da fare è limitare i consumi agricoli cercando di renderli più efficienti e tenendo conto che la stessa risorsa deve soddisfare più settori. Perchè la portata del Po se non considerassimo i consumi dell'agricoltura, potrebbe essere sufficiente all'idropotabile ma se sommiamo tutti gli utilizzi anche in anni normali i consumi sono più alti di quanto non sia la portata media dei tempi recenti. Una delle cose importanti è poi fare in modo che nel Po passi un minimo di portata che riesca anche a limitare l'ingressione dell'acqua marina, perchè questo oltre ad essere un danno grossissimo per l'agricoltura, mette anche a rischio l'idropotabile di quelle zone. Già adesso, in Primavera, siamo già ai 20 km di ingressione, quindi una situazione molto compromessa. 

Claudia Balbi