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Sismicità indotta e percezione del rischio: sondaggio fra i cittadini e un sito dedicato

Presentati ieri a Potenza un'indagine sulla percezione del rischio sismico naturale e antropico e il sito www.sismicitaindotta.it, nato per  completare e consolidare le conoscenze relative al fenomeno della sismicità indotta o attivata da attività umane in Italia

"È internet la fonte di informazione principale di chi cerca informazioni sulla sismicità e per la maggior parte delle informazioni si tratta di informazioni e fonti scientificamente sbagliate". E' quanto afferma Carmine Lizza, geologo e responsabile della protezione civile nazionale Anpas, al convegno "Studi e ricerche sul rischio sismico naturale ed antropico in Val d'Agri". L'incontro, organizzato dall'Università della Basilicata, si è svolto ieri 12 novembre a Potenza ed ha visto la partecipazione di esperti INGV, Reluis, CNR e Ogs, del mondo del volontariato e delle istituzioni.
Scopo del convegno, la presentazione delle conoscenze sulla sismicità indotta dall'uomo e quelle sulla sismicità naturale della Val d'Agri, tenendo conto anche della situazione di vulnerabilità degli edifici presenti nell'area: sono sempre attuali e mai sopite le preoccupazioni dei cittadini circa la possibilità che alcune attività che sfruttano il sottosuolo e le sue risorse possano indurre o attivare terremoti.
Nel corso del convegno è stato presentato il sito www.sismicitaindotta.it, sviluppato da OGS (istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale) che pubblica un  rapporto redatto nel 2014 da un gruppo di lavoro coordinato da ISPRA. Il lavoro si focalizza  sullo stato dell'arte delle conoscenze sulla sismicità indotta/innescata in Italia, e contiene un elenco di casi di terremoti attribuiti con maggiore o minore certezza a cause antropiche: in tutto 15 eventi sismici, tra documentati ed ipotizzati.

Lo studio, finanziato dal Dipartimento della Protezione Civile, rappresenta una base informativa utile per consolidare le conoscenze relative al fenomeno della sismicità indotta o generata da attività umane, soprattutto per quanto concerne l'Italia, e giunge alla conclusione che le attività antropiche non sono in grado di indurre grandi eventi sismici, ma possono invece innescarli.
Presenti al convegno Aurelia Sole (Rettrice dell'Università della Basilicata e Vincenzo Lapenna, Direttore CNR-IMAA), Daniela Di Bucci (Dipartimento della Protezione Civile), Enrico Priolo (OGS), Tony Alfredo Stabile (CNR- -IMAA), Davide Piccinini (INGV), Gianluca Valensise (INGV), Gerardo Calvello (Ufficio difesa del suolo, Regione Basilicata), Carmine Lizza (ANPAS), Marco Mucciarelli (Università della Basilicata / OGS), Angelo Masi (Università della Basilicata /ReLUIS), Liliana Panei (Ministero dello Sviluppo Economico), Ignazio Mancini (Direttore della Scuola di Ingegneria UniBas).

All'incontro è stato anche presentato uno studio CAPI (Computer-Assisted Personal Interviewing) sulla percezione dei rischi naturali: fra questi, quello che preoccupa di più gli italiani è il rischio sismico, seguito dai pericoli derivanti da esplosioni o inquinamento (60% del campione intervistato), dal rischio frane (44%), dagli incendi (40%).
Nello specifico caso del rischio di un terremoto indotto invece,
l'indagine inoltre rivela che ne ha sentito parlare poco più di un terzo della popolazione intervistatae che a preoccuparsene è meno del 40% del campione intervistato. Per la Val d'Agri in particolare gli intervistati hanno individuato nelle attività petrolifere e nelle dighe i potenziali responsabili maggiori per la sismicità indotta della zona.
"La pericolosità sismica derivante da sismicità indotta da attività antropiche non è normata in Italia - ha affermato il prof. Marco Mucciarelli -, questo tipo di problemi viene maggiormente avvertito in paesi in cui la sismicità naturale (tettonica e/o vulcanica) è moderata o quasi assente e l'industrializzazione del territorio ha causato eventi che possono essere attribuiti senza dubbio alcuno alla attività dell'uomo".
Infine, un dato interessante che emerge dalla ricerca è che ben oltre la metà della popolazione intervistata ritiene che la casa in cui vive sia antisismica e solo il 10% pensa invece che non sia sicura.

red/pc