(fonte foto: Sasl_Cnsas)

Soccorso in montagna: È giusto pagare? il parere del presidente CNSAS Lombardia

In linea con la posizione espressa dal CAI, Danilo Barbisotti, presidente del Cnsas Lombardia, esprime un parere sulla dibattuta questione se far pagare o no gli interventi di soccorso in montagna:"Non demonizzare alpinisti e escursionisti ma renderli consapevoli dei rischi e di cosa comporta un intervento di soccorso"

Pagare l'intervento di soccorso in montagna quando non realmente necessario: è quanto prevede un progetto di legge approvato ieri dalla giunta regionale della Lombardia che stabilisce che gli interventi di soccorso o elisoccorso prestati in montagna e in zone impervie, comprensivi di recupero e di trasporto saranno addebitati all'utente se non sarà riscontrata una reale situazione di emergenza, qualora non sussista  la necessità di accertamento diagnostico e se la prosecuzione di cure presso un Pronto Soccorso dovesse essere registrata con codice bianco. Analoghe disposizioni saranno attuate anche nel caso l’attività di soccorso dovesse essere prestata a seguito di comportamenti imprudenti o negligenti da parte del richiedente.
Compito di certificare la sussistenza dei requisiti necessari a giustificare gli interventi di soccorso verrà attribuito alla  Centrale Operativa sede dell’elisoccorso che effettua l’intervento, in coordinamento con l’equipe di soccorso sanitario: l’eventuale compartecipazione alle spese potrebbe essere dovuta anche nel caso l’intervento di soccorso fosse effettuato dalla sola componente tecnico alpinistica. Come parametri di riferimento saranno utilizzate le linee guida del CAI (Club Alpino Italiano) sul comportamento in montagna.
La Giunta regionale, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, sentiti l’AREU (Agenzia Regionale per l’emergenza urgenza) e il CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico), stabilirà con apposito regolamento il piano tariffario dei servizi di soccorso sanitario e non sanitario. In ogni caso il richiedente non potrà pagare più del 50% del costo effettivo del servizio e saranno esentati dal pagamento coloro che già allo stato attuale lo sono per le prestazioni sanitarie di pronto soccorso; per i residenti in Lombardia è prevista una ulteriore riduzione del 15% sul costo a carico.

Ma cosa ne pensano gli "addetti ai lavori", cioè gli stessi soccorritori?
Queste le considerazioni di Danilo Barbisotti, presidente del Servizio regionale lombardo del CNSAS - Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico:
"È una questione annosa anche all’interno del Soccorso alpino, che siamo valutando con molta attenzione. L’approvazione del provvedimento è certamente un passaggio determinante per far capire quanto sia indispensabile una consapevolezza maggiore per i frequentatori della montagna. I nostri tecnici compiono oltre mille interventi l’anno solo in Lombardia e purtroppo, in alcuni casi, si trovano in presenza di situazioni in cui le persone soccorse non avevano nemmeno l’attrezzatura minima richiesta per quel tipo di escursione, mancavano dell’equipaggiamento e dell’abbigliamento adeguati, oppure erano privi di competenze alpinistiche e fisiche e senza alcuna cognizione delle condizioni meteorologiche o dell’ambiente alpino. Imprudenze che, oltre a costare in termini di denaro pubblico, possono persino arrivare a mettere a rischio l’incolumità dei soccorritori".
"I cittadini - prosegue Barbisotti - pagano le tasse e quindi hanno diritto al soccorso: quando c’è davvero la necessità, quindi, è meglio chiamare, anche per evitare di aggravare la situazione. Ma per quali interventi? Ogni intervento è complesso, un caso a sé; in alcune circostanze è abbastanza chiaro se si tratta di chiamate ingiustificate oppure no. Il CNSAS è un’associazione di tecnici volontari, selezionati, formati e addestrati secondo criteri molto rigorosi. Continueremo a svolgere gli interventi come è sempre avvenuto: ora vedremo in che modo la Regione attuerà le modalità di pagamento. La compartecipazione alle spese dovrebbe però essere tale da non inibire la richiesta di soccorso in caso di reale necessità. I soldi non andranno comunque al CNSAS ma al Servizio sanitario regionale. Non spetterà quindi a noi decidere se il ticket sia dovuto o meno ma riferiremo sui dettagli dell’operazione, sulla dinamica dell’incidente e in merito alle effettive condizioni di urgenza. Per altre considerazioni, restiamo in attesa di conoscere la versione definitiva del regolamento che stabilisce il piano tariffario dei servizi di soccorso sanitario e non sanitario; per quanto riguarda invece il ruolo del CNSAS nei confronti di altri enti o istituzioni, esiste già una normativa nazionale di riferimento molto dettagliata, per salvaguardare il rapporto di fiducia già in atto”.  
Il tecnico di elisoccorso del CNSAS fa parte dell’equipaggio presente sull’eliambulanza insieme con il pilota, il medico e l’infermiere. Ogni volta che l’elicottero non può intervenire, di notte o perché le condizioni meteorologiche non lo permettono, operano le squadre territoriali delle cinque Delegazioni lombarde (Bresciana, Orobica, Valtellina - Valchiavenna, Lariana e Speleologica). In Lombardia il servizio di elisoccorso è gestito da AREU (Azienda regionale di emergenza e urgenza), con cinque basi di volo regionale che hanno sede a Caiolo - Sondrio, a Milano - ­ Bresso, a Como­ - Villa Guardia, a Brescia - Spedali Civili e a Berga­mo - Ospedale Papa Giovanni XXIII.  L’economia dei territori di montagna è strettamente legata alla sua frequentazione e alla pratica sportiva: "La nostra posizione in merito al provvedimento - conclude il presidente del CNSAS Lombardia - è quella di fare tutto il possibile per disincentivare gli abusi e responsabilizzare chi va in montagna. Condividiamo la stessa posizione del CAI (Club alpino italiano) sulla necessità di non demonizzare o colpevolizzare esclusivamente chi pratica attività alpinistiche ed  escursionistiche: il criterio di eliminare gli abusi andrebbe esteso a tutti gli ambiti, aumentando la consapevolezza di chi non sempre comprende che cosa comporti un intervento di soccorso".

E' opportuno ricordare che uno dei compiti principali del CNSAS è proprio quello di promuovere costantemente la cultura della prevenzione del rischio, anche attraverso campagne di comunicazione e informazione, come il progetto permanente “Sicuri in montagna”, che mette a disposizione di tutti informazioni e materiale divulgativo, tra cui opuscoli specifici scaricabili gratuitamente, sul sito www.sicurinmontagna.it.

red/pc