Rilievi con laser scanner presso la Frank slide in Alberta (Canada)

Studenti in Canada,
professionisti in Italia

Del progetto GeoNatHaz, progetto di cooperazione didattica di ricerca fra Europa e Canada, il nostro giornale ha già scritto in diverse occasioni, con approfondimenti e dichiarazioni rilasciate da docenti organizzatori e responsabili. Raccontiamo ora l'esperienza di Marco Bacenetti, uno degli studenti italiani che hanno partecipato al progetto e si sono recati in Canada per "verificare e apprendere sul campo"

Marco Bacenetti, (Torino - 26/06/1985) è un giovane torinese laureato in geologia. Ha frequentato il corso di studi in scienze geologiche presso l'università di Torino, focalizzando la propria attenzione ed interesse sulla geomorfologia e la geomatica. Ama la vita all'aria aperta, la montagna e l'arrampicata sportiva.

"Sono venuto a conoscenza del progetto GeoNatHaz" -ci spiega Marco- "tramite il professore con cui ho fatto la tesi specialistica, il Dott Marco Giardino (ricercatore universitario, docente presso la Facoltà di Scienze M.F.N. dell'Università di Torino e coordinatore europeo del progetto di scambi universitari GeoNatHaz, ndr). Mi ha spinto a partecipare la mia grande curiosità di conoscere le persone e la struttura dell'università all'estero e il desiderio di poter aumentare il mio bagaglio culturale. Inoltre ero attratto dai racconti e dalle fotografie fatte da altri studenti che erano già stati a Vancouver."

Qualche dettaglio sul soggiorno e sulle persone che erano con te?
"Eravamo in 5 (due ragazze e tre ragazzi) di cui 3 provenivano dall'Università di Torino e 2 dall'Università di Bologna. Io ho avuto la fortuna di poter stare a Vancouver per circa 5 mesi. Durante il primo mese, insieme a circa altre 15 persone tra canadesi ed europei abbiamo effettuato un giro nel British Columbia, la parte più a Ovest del Canada, affacciata sul Pacifico. Scopo di questo field trip era di osservare e studiare i rischi naturali presenti sul territorio e la loro interazione con le attività antropiche.
Nei mesi successivi poi, nei laboratori della Simon Fraiser University, a Vancouver, ho avuto la possibilità di elaborare anche i dati acquisiti in precedenza per la mia tesi, riferiti ad alcune foto scattate in Val Veny (versante meridionale del massiccio del Monte Bianco) che servivano a creare un modello 3d per poter analizzare a distanza i sistemi di fratture presenti nell'ammasso roccioso, senza venir a contatto diretto con la parete, limitando così i pericoli dovuti ad un'eventuale caduta massi".

Le metodologie didattiche delle università Italiane e Canadesi sono molto diverse: ci sono aspetti che rendono indubbiamente più produttivo il metodo e l'approccio canadese e ambiti in cui risulta essere più efficace il sistema dell'università Italiana:
"Ci sono profonde differenze culturali tra i due sistemi universitari" - conferma infatti Marco Bacenetti - "Nell'università canadese vi è un approccio molto più diretto al problema: si cerca da subito di creare un modello, a volte molto semplificato, che spieghi il problema. Inoltre vi è un supporto molto tangibile da parte di aziende esterne. L'università italiana invece offre una cultura generale molto più ampia e una maggiore capacità di problem solving. Dalla mia poca esperienza maturata" - continua Marco - "mi sono fatto l'idea che l'ottimale stia nel mezzo..."

I giovani partecipanti al progetto sono volati in Canada per studiare il territorio, dal punto di vista geologico ed ingegneristico, per imparare e verificare sul campo in materia di gestione dei rischi naturali nelle regioni montuose.
Fra gli arricchimenti in termini di conoscenze specifiche, frutto di questo soggiorno di studio "importante è stata" - ci spiega Marco - "la possibilità di studiare le grosse frane canadesi, possibilità che ci ha fornito ulteriori strumenti per poter affrontare tali problematiche in Italia. Inoltre" - aggiunge - "come accennavo prima, il cercare di ottenere un modello semplificato del problema in poco tempo ci ha fornito un ulteriore punto di vista per lo studio dei rischi naturali. Se ci fosse poi l'opportunità di un altro soggiorno in Canada, mi interesserebbe molto anche approfondire il sistema dei rapporti tra università ed aziende, poiché, a differenza di quanto succede in Italia, le aziende canadesi mettono a disposizione cospicui fondi per l'acquisto di attrezzature e software estremamente costosi".

Il prof Bobrowsky, ordinario alla Simon Fraser University, intervistato dal nostro giornale dichiarava che "lo scopo finale del progetto GeoNatHaz è quello di permettere agli studenti, una volta formati, di entrare nel mondo del lavoro come professionisti più qualificati e competenti. Le istituzioni e le popolazioni locali ne saranno, nel lungo termine, i primi beneficiari poiché questi studenti grazie alla loro formazione saranno in grado di effettuare meglio la valutazione, il monitoraggio, l'analisi e la mitigazione del rischio frane in territori montuosi". Tu sei uno di quegli studenti, concordi? 
"Sì, aver preso parte ad un progetto così importante e formativo ha confermato la mia scelta, già intrapresa, di continuare il percorso di studi mediante un dottorato di ricerca sulle tematiche legate ai rischi naturali e mi ha fornito le basi per un approccio più completo a questo tipo di di problematiche, che, in un Paese come il nostro, meritano un'attenzione costante, completa e sempre al massimo in fatto di aggiornamento e competenza".


Patrizia Calzolari