Sulmona: no alla centrale SNAM. I cittadini scrivono a Gabrielli

Una lunga lettera indirizzata al Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, per chiedere un parere "sull'irragionevole posizione assunta dal Governo in merito alla legge della Regione Abruzzo che prescrive studi sismici di dettaglio prima della collocazione sul territorio di centrali di compressione a gas"

Si chiama SULMONAMBIENTE  il blog dei Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona (AQ), gruppi di cittadini che lottano per la difesa e la valorizzazione dell'ambiente della loro città che, come spiegano sul sito: "ormai da anni subisce le conseguenze di scelte politiche superficiali, con l'unico risultato del deterioramento del benessere socio-economico della popolazione da un lato,  l’abbandono della città e del patrimonio ambientale dall’altro".

L'azione dei comitati si sta ora concentrando sulla ferma opposizione al  progetto della società Snam Rete Gas di realizzare il metanodotto Brindisi-Minerbio (BO) che prevede non solo l'attraversamento della città di Sulmona ma anche l'installazione della sua centrale di compressione (impianto che ha la finalità innalzare la pressione del gas, assicurandone  il flusso nella rete di trasporto). Una legge della Regione Abruzzo (la n.14 del 7 giugno 2013) prescrive chiaramente che prima della collocazione sul territorio di centrali di compressione a gas venga eseguito "uno studio particolareggiato della risposta sismica locale attraverso specifiche indagini, geofisiche, sismiche e geologiche di dettaglio". Il Governo però, ha impugnato tale legge con la motivazione che la regione Abruzzo, con i limiti stringenti predisposti alla localizzazione delle centrali di compressione, che sono di interesse nazionale, finisce "per impedirne la localizzazione su larga parte del territorio nazionale".
In una terra come quella abruzzese, che ha conosciuto a proprie spese e sulla propria pelle gli tutti effetti devastanti di un terremoto, e proprio mentre comunità scientifica, enti locali e associazioni spingono nell'unica direzione di salvaguardia possibile e cioè la prevenzione, è mai possibile - si chiedono i cittadini di Sulmona - che "il governo blocchi gli studi di prevenzione sismica, considerandoli addirittura incostituzionali?"


Ed ecco che i Comitati cittadini di Sulmona hanno deciso di scrivere una lettera aperta al Capo Dipartimento della Protezione Civile, Franco Gabrielli, informandolo circa gli ultimi sviluppi della vicenda e chiedendo al contempo la sua opinione in merito all'impugnazione della legge di tutela del territorio.
Pubblichiamo a seguire il testo integrale della lettera:

"Gent. Dott. Gabrielli,
Le scriviamo questa lettera aperta da Sulmona, area sismica di prima categoria, dove  la Snam Rete Gas intende costruire una centrale di compressione al servizio del metanodotto "Rete Adriatica", che dalla nostra città dovrebbe raggiungere Minerbio (BO).
La grande infrastruttura -  un tubo da un metro e 20 di diametro - dovrebbe snodarsi lungo la dorsale appenninica, proprio attraverso le località dell'Aquilano tragicamente colpite dal sisma del 6 aprile 2009 e le località di Umbria e Marche colpite dal sisma del 1997.
L'opera era stata inizialmente concepita per passare lungo la fascia Adriatica (da cui il nome) ma, in un secondo momento, è stata inspiegabilmente dirottata all'interno della penisola lungo le aree più altamente sismiche del nostro Paese. Va precisato che l'infrastruttura è di mero attraversamento territoriale, essendo funzionale al disegno della Snam di diventare l'hub del gas per il sud Europa.
Sull'opera, così come progettata dalla Snam, hanno espresso la loro contrarietà numerose Istituzioni ed Enti Locali (Regioni, Province e Comuni). Il 26 ottobre 2011, anche la Commissione Ambiente della Camera dei Deputati si è pronunciata contro con voto unanime.
La Commissione, proprio in ragione  dell' "elevato pericolo per la sicurezza dei cittadini dovuto al rischio sismico che metterebbe a dura prova la vulnerabilità della condotta", ha chiesto al Governo di disporre la modifica del tracciato al di fuori della dorsale appenninica e di convocare uno specifico tavolo per la individuazione di una soluzione alternativa. Tuttavia, fino ad oggi, la chiara volontà espressa dagli organi elettivi a tutti i livelli è rimasta inascoltata.
Nel giugno scorso la Regione Abruzzo ha approvato una legge (la n.14 del 7 giugno 2013) che disciplina la localizzazione e realizzazione di centrali di compressione a gas in aree sismiche. Ma il Governo l'ha impugnata davanti alla Corte Costituzionale perché la legge prescrive "uno studio particolareggiato della risposta sismica locale attraverso specifiche indagini, geofisiche, sismiche e geologiche di dettaglio". Tenga presente che, nel formulare tale norma, la Regione Abruzzo non ha fatto altro che recepire una specifica prescrizione contenuta nel parere della Commissione nazionale V.I.A. in merito alla centrale di compressione Snam di Sulmona; prescrizione che, con il successivo decreto del 7 marzo 2011, è stata fatta propria dal Governo. Pertanto il Governo, impugnando la legge della Regione Abruzzo, è come se avesse impugnato e quindi disconosciuto un proprio atto!
Ma ciò che più desta sorpresa, è la motivazione dell'impugnazione : secondo il Governo, la Regione "introducendo una disciplina di dettaglio" che è "suscettibile di porre limiti stringenti alla stessa localizzazione delle centrali di compressione, di interesse nazionale, finisce per impedirne la localizzazione su larga parte del territorio nazionale".
Ad avviso del  Governo, dunque, lo studio preventivo del territorio al fine di mitigare il rischio sismico, sarebbe incostituzionale! Ciò che è ancora più sorprendente, è che la Giunta regionale ha accolto la tesi del Governo rinunciando, così, a difendere la propria legge davanti alla Corte Costituzionale.
Le scriviamo per conoscere il Suo autorevole punto di vista sulla questione.
Non le sembra paradossale che, mentre da un lato la comunità scientifica è unanime nel ritenere che la conoscenza dettagliata del territorio sia elemento basilare ai fini della prevenzione sismica, dall'altra il Governo blocchi tali studi considerandoli addirittura incostituzionali?
Dobbiamo forse arrivare a pensare che la terribile esperienza del terremoto dell'Aquila, che Lei ha vissuto in prima persona, non ha insegnato proprio nulla?
Ma non è proprio la Costituzione, all'art. 41, a sancire che l'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con la sicurezza? E non è sempre la Costituzione ad affermare, all'art. 32, che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività? Possono, dunque, tali diritti fondamentali essere subordinati agli interessi economici ed al profitto?
Conosciamo ed apprezziamo l'impegno che il Dipartimento da Lei diretto sta profondendo affinché si diffonda, nelle amministrazioni pubbliche e nei cittadini, la cultura della prevenzione. E sappiamo che il Dipartimento della Protezione Civile sta moltiplicando i propri sforzi affinché tutti comprendano che  l'analisi della pericolosità sismica del territorio, propedeutica ad una corretta pianificazione urbanistica  e alla stessa pianificazione dell'emergenza, è una componente centrale ed irrinunciabile della cultura della prevenzione.
Non le sembra, pertanto, che l'irragionevole posizione assunta dal Governo in merito alla legge della Regione Abruzzo si ponga in aperto contrasto con l'azione e con le stesse finalità istituzionali della Protezione Civile?
In attesa di una Sua gradita risposta cogliamo l'occasione per inviarle i nostri più distinti saluti.


Sulmona, 10 ottobre 2013
I Comitati cittadini per l'ambiente
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red/pc