(fonte foto: youreporternews.it)

Taranto: maltempo e sversamento in mare dalla raffineria Eni

Un improvviso temporale si è abbattuto ieri su Taranto causando un black out alla raffineria Eni, in seguito al quale del petrolio si è riversato in mare. Lo stesso maltempo è responsabile anche della morte di un bambino di 12 anni, colpito da un fulmine mentre giocava in spiaggia

Cielo nero, maltempo, un fulmine e petrolio in mare. Una concatenazione di eventi che sembra essere all'origine di quanto avvenuto ieri alla centrale Eni di Taranto: molto probabilmente un fulmine si è abbattuto sulla raffineria provocando il black out in seguito al quale si è poi prodotto uno sversamento di idrocarburi in mare.

L'ALLARME - La notizia ha cominciato a circolare dapprima sui social network, dopo che diversi cittadini hanno avvistato a distanza del fumo nero elevarsi dalla raffineria Eni. A ciò ha fatto seguito l'allarme dell'accaduto, diffuso ieri sera dal presidente dell'associazione "Peacelink Taranto" Alessandro Marescotti: "si registra uno sversamento in mare accertato dal canale A dell'Eni. Si vede materiale grigiastro semiraffinato in acqua". I tubi andati in pressione per il black out, secondo Marescotti, hanno liberato liquido che ha inquinato l'acqua del mare.

LA CAPITANERIA DI PORTO - La Capitaneria di Porto si è immediatamente attivata con propri uomini e mezzi via terra e via mare, assieme alla società Ecotaras, e ha comunicato che il tutto è al momento "sotto controllo: la chiazza non si disperde al largo ma è tutta sotto costa, non c'é necessità di circoscriverla in mare". Secondo la Capitaneria, il materiale in mare "sembrerebbe prodotto idrocarburico molto leggero" che presenta una estensione di 80 metri lineari sotto costa con una ampiezza verso largo di 10 metri. Il moto ondoso che al momento spinge sotto costa sta contenendo la chiazza impedendo al greggio di disperdersi al largo.
Secondo Peacelink "la chiazza ora si è ridotta ed è di 300-400 mq di sostanza da aspirare. Prima era molto più ampia. Il vento l'ha compattata e spinta verso riva, senza disperderla. Con 60-70 metri di panne oleoassorbenti si dovrebbe riuscire a contenerla".

LA DENUNCIA DI PEACELINK - "Riteniamo che la raffineria dell'Eni non sia adeguatamente controllata dal Ministero dell'Ambiente e dai suoi organi tecnici - denuncia Peacelink -. Non è pensabile che un blocco dell'energia elettrica possa avere conseguenze così gravi e provocare un contraccolpo come questo, suscitando apprensione e legittima preoccupazione fra la popolazione. Da quanto ci risulta, parlando con l'Arpa, non sarebbero attive le centraline perimetrali (previste dall'Aia) dell'Eni e che quelle esistenti non sarebbero collegate telematicamente con l'Arpa. In questo momento - prosegue lo scritto dell'associazione - l'Arpa non è in grado dai propri uffici di sapere quanto le centraline Eni stanno misurando in tempo reale. Eni e Arpa non sono collegate fra loro via Internet e i dati di inquinamento Eni sono off-line".

ALTRA TRAGEDIA A TARANTO - Lo stesso temporale, ritenuto al momento responsabile dell'incidente alla raffineria, che ieri ha colpito all'improvviso Taranto è responsabile anche della morte di un bambino di 12 anni. Il bimbo è stato folgorato da un fulmine caduto in spiaggia mentre giocava con il cugino di 14 anni. Quest'ultimo è stato ricoverato in ospedale in prognosi riservata. Per far arrivare l'ambulanza sul luogo della tragedia sono dovuti intervenire anche i Vigili del fuoco del comando provinciale di Taranto, che hanno liberato la strada ostruita da alcuni alberi caduti a seguito del violento temporale, ma per il piccolo non c'è stato nulla da fare.


Redazione/sm