(Fonte foto: Provincia Autonoma Trentino)

Trentino, conclusa maxi-esercitazione Alpe Cermis

A intervenire sono stati oltre 600 operatori provinciali e volontari, per quella che è stata la più grande esercitazione antincendio boschivo mai messa in campo in Trentino

Lo “stress test” di 24 ore sull’Alpe Cermis (di cui avevamo già parlato qui) ha raggiunto l’obiettivo che il Dipartimento protezione civile si era prefissato. In Trentino è stata infatti messa alla prova la gestione complessiva di diversi scenari simulati nell’ambito di una maxi esercitazione antincendio boschivo, la più grande mai messa in campo nella Provincia Autonoma.

Oltre 600 operatori provinciali e volontari
Nel corso dell’esercitazione sono emersi punti di forza e aspetti da migliorare ulteriormente, ma anche la conferma della capacità di operare in sinergia durante le grandi emergenze che richiedono il coinvolgimento di diverse strutture operative del Sistema di protezione civile del Trentino. A monte dell’abitato di Cavalese sono stati oltre 600 gli operatori provinciali e volontari che si sono messi in gioco per accrescere le proprie competenze, ma anche per rafforzare il lavoro di squadra tra le diverse realtà che sono chiamate a collaborare fattivamente in simili situazioni. A tutte le persone coinvolte è stato rivolto il grazie del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che nel corso della sua visita si è congratulato con le donne e con gli uomini della protezione civile trentina, riconoscendone capacità tecniche, operative e umane, ma anche entusiasmo e disponibilità in favore di chi si trova ad affrontare situazioni di grave difficoltà. In occasione del debriefing finale, il dirigente generale Stefano Fait ha evidenziato come questa iniziativa - nata da un’idea del direttore generale Raffaele De Col - servirà ad accrescere la capacità di cooperazione, al di là delle divise.



Antincendio boschivo e tre diverse operazioni di ricerca
L’esercitazione ha visto la simulazione di un’allerta scattata nel pomeriggio per un incendio in quota che, con il passare delle ore e a causa del forte vento, ha richiesto l’intervento dei Corpi dei Vigili del fuoco volontari delle valli di Fiemme e Fassa coordinati dall’ispettore distrettuale Stefano Sandri, dapprima con il supporto del Nucleo droni Sarp del Corpo permanente e, nella mattina successiva, con il supporto fondamentale del Nucleo elicotteri e della flotta nazionale con i canadair. Queste ultime operazioni sono state curate dai Dos (Direttori delle operazioni di spegnimento), figure appartenenti a Corpo forestale trentino e Federazione dei Vigili del fuoco appositamente formate a partire dallo scorso anno che hanno il compito di coordinare l’intervento congiunto delle forze a terra e dei mezzi aerei.



Nell’ambito di questa grande emergenza sono state affiancate tre diverse operazioni di ricerca di persone disperse nei boschi (una delle quali terminata ben oltre la mezzanotte di sabato), con la messa in atto del protocollo relativo alle aree di presenza dei grandi carnivori con il coinvolgimento di Vigili del fuoco volontari e permanenti, Corpo forestale, Soccorso alpino e speleologico, Arma dei carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di finanza e Scuola cani da ricerca e catastrofe. Gli Psicologi per i popoli hanno assistito i figuranti che interpretavano i familiari dei dispersi. Sono state inoltre evacuate strutture ricettive, case e ovovia, mentre la Croce rossa ha allestito il campo sfollati e il Nucleo volontari alpini ha preparato i pasti per tutti i presenti.



Un ruolo di primo piano è stato assunto da Excon (Exercise control), con il ruolo di inserire degli imprevisti sulla scena di intervento: una novità assoluta per il Trentino che ha accresciuto le difficoltà che gli operatori di Protezione civile dovevano gestire.

red/gp

(Fonte: Provincia Autonoma Trentino)