Fonte Unibo

Unibo. Realizzata l'opera collettiva che racconta l'Alluvione in ER

"Migliaia di persone come una", l’opera di Francesca Grosso, realizzata con la tecnica del calligramma, è stata svelata durante la prima giornata dell'Alma Mater Fest il 27 settembre

Ha visto la luce l’opera di Francesca Grosso realizzata grazie alle testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle l’alluvione dell’Emilia Romagna

L'opera
Realizzata con la tecnica del calligramma artistico sociale, cioè un disegno realizzato con le parole, il dipinto rappresenta un abbraccio di comunità come ci racconta l’artista: “Migliaia di persone come una. Questo è il titolo dell'evento che c'è stato il 27 settembre, ma anche l'ispirazione e il titolo dell'opera. Ho voluto rappresentare il senso di comunità e di profonda unione che c'è stata durante le settimane dell'alluvione in Emilia Romagna. Le circa duecento testimonianze raccolte dall'Università sono confluite in quest'opera, dove io ho immaginato un abbraccio ascensionale, cioè come se arrivasse a un vertice in un moto d'animo comune. Un abbraccio collettivo fatto di parole e dei corpi delle persone che ne fanno parte. Allo stesso tempo è come se fossero una materia costruttiva e facessero da costruzione alla città. Infatti, dalle persone nasce la struttura di un portico che diventa un abbraccio ulteriore, come se le colonne si potessero abbracciare a loro volta.” Francesca Grosso si è ispirata al portico di Santa Maria dei Servi per la rappresentazione della costruzione alla base dell’abbraccio delle persone nella sua opera. 


Le storie e le emozioni

Da questo raccoglimento emergono tante storie, ci sono le parole di tantissime persone, parole di solidarietà, storie di dolore, ma anche di gioia: “il fango accomuna più o meno tutte le storie – continua l’artista - l'acqua, la fatica, il senso di riconoscenza, intesa non soltanto come gratitudine verso qualcuno o qualcosa, ma come una scoperta dell'altro, un'immedesimazione nell'altro: io ti riconosco e nel riconoscerti vedo me stesso, vedo la mia famiglia, vedo i miei parenti e con questo si crea una grandissima unione.” Per Grosso la forza che viene rappresentata ha influito anche sulla sua tecnica di scrittura a mano, che ha richiesto tanta fatica nel coprire una superficie così grande, sempre con l’estrema attenzione verso ogni pensiero raccontato. “Per le grandi emozioni provate vorrei ringraziare l'Università di Bologna per avermi invitata e per aver raccolto così tante testimonianze e la facoltà di Filologia e Italianistica che mi ha ospitata durante la realizzazione nel cortile. Ci tenevo a ringraziare anche tutti ragazzi, perché è stato bellissimo sentire il vociare stupito dei tantissimi ragazzi e ragazze che, tra una lezione e l'altra o comunque tra impegni vari, passavano e rimanevano colpiti dal mio lavoro.”



Testimonianza permanente

Un’opera, in effetti, fortemente voluta dall’ateneo bolognese, come racconta il Professor Federico Condello, delegato di ateneo per studentesse e studenti, “tutto nasce dalla volontà di dare una testimonianza permanente al grande spettacolo di generosità e solidarietà che ha visto protagonisti tanti volontari da tutta Italia durante i giorni terribili dell'alluvione. Tra loro anche una quota di studenti, spesso fuori sede, che hanno sentito un tale senso di appartenenza ai territori che li ospitano dal calarsi letteralmente nel fango.” Un senso di appartenenza che ha spinto a presentare tante testimonianze spontanee, sia da parte di chi ha aiutato, sia da parte di chi l'ha ricevuto “l’ateneo ha raccolto racconti, flash, episodi, diari di quelle giornate, pieni di toni drammatici e dolorosi, ma anche pieni di gratitudine e di senso di comunità.”  Così la scelta dell’Università per rappresentare queste emozioni è caduta su Francesca Grosso, già autrice del ritratto di Zaki esposto all'ingresso del rettorato, e per Condello la scelta è stata quanto mai azzeccata: “c’è stata grande commozione, grande coinvolgimento. Durante la lettura di una cernita di testimonianze ciascuno si è riconosciuto, idealmente o per esperienza diretta.” L’opera è stata donata all'ateneo che a breve provvederà a collocarla in una sede idonea.




Fabio Ferrante