Osoppo devastata dal terremoto del 1976

Uno scudo per responsabilità pubbliche nei grandi disastri

Nel 49anniversario del terremoto del Friuli il capo Dipartimento della Protezione Civile Ciciliano e la viceministra all'Ambiente Gavia hanno evidenziato l'impegno per introdurre una norma che tuteli sia gli amministratori sia i soccorritori

Il terremoto del Friuli del 6 maggio 1976 (mille vittime e 3mila feriti) è stato un'enorme tragedia, ma da quella immane catastrofe “hanno preso corpo anche le intuizioni di Giuseppe Zamberletti, allora commissario straordinario per la ricostruzione, che diede impulso alla nascita della Protezione civile italiana. Grazie a Zamberletti, l'esperienza di quei mesi drammatici ispirò la creazione di un moderno sistema di Protezione civile e del volontariato organizzato”.
A sottolinearlo ieri, 49esimo anniversario del devastante sisma friulano, il capo Dipartimento della Protezione Civile Fabio Ciciliano e la viceministra all'Ambiente Vannia Gava

Solidarietà e attivismo spontaneo alla base del volontariato organizzato
Ciciliano ha evidenziato che “la straordinaria solidarietà, l'attivismo dei cittadini e di moltissime persone accorse da tutta Italia per aiutare ebbero un impatto enorme sulla comunità colpita e sulle istituzioni, dando avvio alla creazione di un sistema di volontariato organizzato di protezione civile”.

Tutelare chi a proprio rischio opera per gli altri
Collegandosi all'importanza del volontariato organizzato, Ciciliano si è soffermato sulle recenti vicende giudiziarie che, proprio in Friuli, hanno riguardato le attività di protezione civile: la responsabilità colposa ascritta al sindaco di Preone (Udine) per l'incidente mortale di un volontario del gruppo comunale della protezione civile.
“Il Dipartimento, da sempre in prima linea per salvaguardare chi a proprio rischio opera al servizio degli altri, si sta impegnando per definire e introdurre una norma che tuteli sia gli amministratori sia i soccorritori”.

Scudo per responsabilità pubbliche nei grandi disastri
A entrare nei dettagli della proposta normativa è la viceministra Gava, che prefigura lo scudo per le responsabilità pubbliche in caso di grandi disastri. “L'obiettivo è introdurre un'esimente per colpa grave nelle situazioni di emergenza, offrendo così maggiore certezza e tutela a chi, ogni giorno, opera per il bene delle comunità. Essendo stata un amministratore locale con delega alla Protezione civile, so quanto questi uomini e donne siano una presenza fondamentale nei territori: al fianco dei sindaci, presenti nelle situazioni più fragili, attivi nella prevenzione e nell'intervento. Il Friuli Venezia Giulia, con la sua storia e il suo impegno, rappresenta un modello nazionale. Non possiamo permettere che questo patrimonio vada disperso. Abbiamo il dovere di sostenere e proteggere chi ogni giorno si mette al servizio del Paese”.

Red/la
Fonte: Agenzia Dire