Valanga in Marmolada, il bilancio definitivo è di undici vittime

Una valanga di neve, ghiaccio e roccia ha travolto il percorso della via normale sul versante trentino, mentre vi si trovavano delle cordate

Articolo in aggiornamento

Sabato scorso, 9 luglio, le analisi del Ris hanno consentito di concludere le identificazioni di tutte le 11 vittime della valanga di neve, ghiaccio e roccia provocata dal distacco del seracco dalla calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada, sotto Punta Rocca, avvenuto domenica 3 luglio. La valanga nel suo passaggio di circa due chilometri lungo il versante trentino ha coinvolto anche il percorso della via normale, mentre vi si trovavano delle cordate. Sei dei dieci deceduti sono stati identificati, otto persone sono rimaste ferite e dovrebbe esserci ancora un disperso (altre persone che si temevano disperse sono state rintracciate). Il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico fa sapere che tra le vittime accertate c'è anche Paolo Dani, dal 2012 al 2020 capo del Soccorso Alpino di Recoaro-Valdagno, dove era già vicecapo. Danie era tecnico di elisoccorso nella base di Verona dal 2003, istruttore regionale del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto dal 2006 e Guida Alpina (AGAI).

I soccorsi
L’allarme al Numero Unico per le Emergenze 112 è arrivato intorno alle 13.45 di domenica. I soccorsi della Protezione civile del Trentino sono scattati immediatamente: sono stati impiegati sei elicotteri, personale del Soccorso alpino e speleologico con le unità cinofile, Vigili del fuoco, Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza provenienti anche dalle vicine province di Bolzano, Belluno e Venezia. Le operazioni vengono coordinate presso la caserma dei vigili del fuoco di Canazei, sede anche del soccorso alpino.

Le ricerche
Le ricerche dei dispersi, che vanno avanti ininterrottamente da domenica, sono condotte dai tecnici soccorritori di Soccorso alpino, Vigili del fuoco permanenti, Guardia di finanza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato e vengono effettuate sia via terra, con il supporto di cani appositamente addestrati, che attraverso l'uso di droni. Le operazioni via terra vengono svolte garantendo le condizioni di sicurezza degli operatori attraverso speciali tecnologie per il monitoraggio dei movimenti del ghiacciaio. Già domenica, dopo la bonifica via terra dei soccorritori e delle unità cinofile, vista la situazione pericolosa per la possibilità di distacchi di altre valanghe e per scongiurare il più possibile il pericolo per gli operatori, intorno alle 15.30 era stato fatto intervenire l’elicottero di Trentino Emergenze.

Accesso vietato
Il sindaco di Canazei, Giovanni Bernard, ha firmato una nuova ordinanza attraverso la quale viene circoscritta l’area di chiusura del massiccio della Marmolada, completamente interdetto al pubblico nei giorni precedenti. Il divieto di accesso è limitato al versante nord con la forcella Marmolada (da Villetta Maria sentiero E618-E619, prossimità Rifugio Dolomia sentiero E618-Altavia n. 2-E606, piazzale Cima Undici sentiero E618-Altavia n. 2-E606, val Contrin 602-602A). Si puntualizza che il divieto di percorrenza lungo i sentieri elencati in precedenza interessa anche gli alpinisti che risalgono la parete sud-ovest della Marmolada. I trasgressori saranno denunciati, ai sensi dell’articolo 650 del Codice penale. L’accesso all’area è consentito dunque solo agli operatori autorizzati che stanno conducendo le ricerche in quota (oltre che ai rifugisti di Punta Penia e Capanna Ghiacciaio). La zona è controllata dal personale di Corpo forestale del Trentino e Polizia locale della Val di Fassa. 

Temperature pericolose
In una nota, ARPAV scrive: "Il drammatico crollo del seracco della Marmolada riporta l'attenzione sugli effetti del riscaldamento globale, in particolare su quelli che interessano con evidenza i ghiacciai dolomitici. Da un'analisi dei dati meteoclimatici della stazione automatica di Punta Rocca dell'ARPAV, risulta infatti che nei mesi di maggio e giugno, mesi nei quali generalmente si attivano i processi di fusione del ghiacciaio, le temperature medie giornaliere sono risultate significativamente superiori alla media storica, con uno scarto di +3.2°C nei due mesi". In merito alla tragedia della Marmolada, questo il commento del glaciologo Renato Colucci (Istituto di scienze polari del Cnr), che studia da tempo il ghiacciaio: "Per quanto riguarda la dinamica della tragedia occorsa sulla Marmolada, possiamo ricordare che da settimane le temperature in quota sulle Alpi sono state molto al di sopra dei valori normali, mentre l'inverno socrso c'è stata poca neve, che ormai quasi non protegge più i bacini glaciali. Il caldo estremo di questi ultimi giorni, con questa ondata di calore dall'Africa, ha verosimilmente prodotto una grossa quantità di acqua liquida da fusione glaciale alla base di quel pezzo di ghiacciaio che in realtà è una "pancia": infatti è, o era, una via che si chiama proprio Pancia dei Finanzieri. Siamo quindi proprio nelle condizioni peggiori per distacchi di questo tipo, quando c'è tanto caldo e tanta acqua che scorre alla base. Non siamo ancora in grado di capire se si tratti di un distacco di fondo del ghiacciaio o superficiale, ma la portata sembra molto importante, a giudicare dalle prime immagini e informazioni ricevute. L'atmosfera e il clima, soprattutto al di sotto dei 3.500 metri di quota, è in totale disequilibrio a causa del "nuovo" clima che registriamo e quindi, purtroppo, questi eventi sono probabilmente destinati a ripetersi nei prossimi anni e anche per questa estate dobbiamo mantenere la massima attenzione".

Sul luogo della tragedia
Il presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi - che lunedì si è recato a Canazei e ha incontrato i familiari delle vittime e dei dispersi - ha voluto ringraziare tutti gli operatori impegnati nelle operazioni per la loro generosità, professionalità e coraggio: “Voglio esprimere la più sincera, affettuosa e accorata vicinanza alle famiglie delle vittime, dei feriti e dei dispersi, oltre che alle comunità che sono state colpite da questa tragedia. Questo è un dramma che certamente ha dell’incredibile, ma dipende dal deterioramento dell’ambiente e della situazione climatica. Oggi l’Italia piange queste vittime e tutte le italiane e gli italiani si stringono a loro con affetto. Il Governo deve ora riflettere su quanto è accaduto ed è chiamato ad assumere i provvedimenti necessari, perché quanto è accaduto possa essere evitato in futuro”. Il premier era accompagnato dal capo della Protezione civile Fabrizio Curcio che ha ricordato come “in questo momento difficile per il Paese, la risposta operativa è stata importante ed ha visto una collaborazione proficua tra forze diverse. Il sistema nazionale è a disposizione per supportare le attività in questa grande tragedia.

Richiesta Stato di Emergenza 
Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti ha ufficializzato lo stato di emergenza con propria ordinanza firmata venerdì 8 luglio.  Nel documento, preceduto da una sintetica ricostruzione del drammatico evento del 3 luglio, si fa riferimento anche alle attività di monitoraggio della zona interessata dal crollo, a quelle necessarie per completare le operazioni di soccorso e recupero, e a quanto necessario per garantire per quanto possibile il ripristino della condizione di normalità nell’area colpita dalla calamità. 






red/mn

(fonte: SAT, Palazzo Chigi, ARPAV, Ansa)