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Via libera del CdM allo sblocca cantieri (e alle norme sul terremoto)

Il decreto, come anticipato dal nostro giornale, non contiene alcune misure previste nella bozza di marzo: in particolare manca lo stanziamento di risorse per le assunzioni di nuovo personale (350 unità) nei Comuni colpiti dal terremoto del Centro Italia per velocizzare le pratiche di ricostruzione

Ieri pomeriggio il Consiglio dei ministri, riunito a Reggio Calabria, ha dato il via libera al decreto legge sblocca cantieri che contiene anche le misure per le aree colpite dai terremoti negli ultimi anni. L'ok del Cdm arriva a distanza di quasi un mese dalla sua prima approvazione “salvo intese”. In Gazzetta ufficiale è stato pubblicato il testo del decreto, che, come anticipato dal nostro giornale, non contiene alcune misure che erano state previste nella prima bozza del precedente "decreto sisma" redatta a marzo. In particolare è scomparsa la norma che prevedeva lo stanziamento di 12 milioni nel 2019 e 14 nel 2020 per le assunzioni di nuovo personale, 350 unità, nei comuni colpiti dal terremoto del Centro Italia. La misura doveva dare una risposta alle richieste degli amministratori locali del cratere, che da tempo chiedono rinforzi per gli uffici. Nel testo si prevede "solo" la proroga dei contratti di collaborazione coordinata e continuativa fino al 31 dicembre 2019 e si elimina il tetto massimo di questi contratti, che era pari a 350 unità.

"La norma che consentirà di procedere all'assunzione di 350 persone negli uffici per la ricostruzione sarà inserita come emendamento al Decreto Sblocca Cantieri/Emergenze Sismiche, durante l'iter parlamentare di conversione. Non compare nel testo che sarà varato dal Governo per una mera questione tecnica", ha dichiarato la deputata marchigiana del MoVimento 5 Stelle Patrizia Terzoni, vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera. "Non era opportuno - continua Terzoni - inserire il provvedimento sulle assunzioni direttamente nel testo del decreto varato dal Governo. Come è noto un decreto ha immediata esecutività ma deve essere poi convertito in legge dal parlamento entro 60 giorni. Poiché nell’iter parlamentare avrebbe potuto subire anche piccole modifiche con conseguente nullità di eventuali assunzioni fatte nel frattempo in base al decreto del Governo, con il rischio di ulteriori contenziosi, si è deciso che è meglio procedere attraverso un emendamento".

Scomparsa anche la norma che, “per scongiurare fenomeni di abbandono del territorio”, prevedeva un permesso di edificazione di “strutture abitative amovibili” nei Comuni dove gli “edifici” inagibili con esito "E" (l’edificio risulta inutilizzabile in ogni sua parte) sono più del 50% del costruito.

red/mn