Immagine di repertorio (Fonte foto: Pixabay)

Wwf: le fake news più diffuse sull'alluvione in Emilia-Romagna

Il Wwf ha stilato l'elenco delle fake news più diffuse dopo l'alluvione in Emilia-Romagna

Subito dopo l’alluvione in Emilia-Romagna è arrivato il dibattito sulle sue cause climatiche e infrastrutturali, un dibattito che a volte ha avuto ben poco di scientifico. Per evitare confusione, il Wwf ha stilato un elenco delle dieci più diffuse fake news sugli eventi avvenuti in Emilia-Romagna.

  1. Per prevenire disastri serve dragare i fiumi e scavare in alveo: FALSO. Sul nostro giornale ne abbiamo già parlato in questo articolo. “In gran parte dei fiumi italiani - scrive l’associazione ambientalista - l’alveo si sta progressivamente abbassando a causa del minor apporto di sedimenti dato dalle innumerevoli briglie e dighe che ne interrompono la continuità, oltre che per il massiccio prelievo di inerti avvenuto negli scorsi decenni. Dragare i fiumi, abbassandone la quota altimetrica, contribuisce a creare fenomeni franosi più a monte, peggiorando il dissesto complessivo e mettendo a rischio la stabilità dei ponti a valle”.
  2. Per evitare inondazioni bisogna pulire gli alvei tagliando la vegetazione: FALSO. “Mentre è corretto rimuovere tronchi e rami morti dall’alveo dei fiumi, in particolare in corrispondenza di ponti e restringimenti, o intervenire in modo mirato e con la consulenza di geologi e forestali in particolari situazioni dove la vegetazione può ridurre la funzionalità idraulica di alcuni manufatti , la vegetazione che cresce sulle rive è fondamentale per la loro stabilità, per rallentare la velocità dell’acqua durante le piene, garantire la capacità autodepurativa degli ecosistemi fluviali, mantenere l’ombreggiatura e contribuire all’attenuazione dei periodi di siccità rilasciando gradualmente parte dell’acqua immagazzinata negli habitat ripariali”, scrive il Wwf.
  3. Non si fa manutenzione dei fiumi: FALSO. “Se ne fa anche troppa - scrive il Wwf - ma male e soggetta a meccanismi perversi che non garantiscono un’azione mirata”. 
  4. Per evitare inondazioni è necessario rettificare i fiumi: FALSO. “Rettificare il corso dei fiumi ne riduce la lunghezza complessiva, aumentandone così la pendenza e la velocità di deflusso. Il risultato è che nei periodi di piena l’energia del fiume è maggiore e maggiori sono i danni”, scrive il Wwf, facendo un esempio: un incidente stradale a 90 km orari è molto più letale di uno a 30 km orari. 
  5. La colpa delle inondazioni e del dissesto idrogeologico è delle nutrie e altri animali: FALSO. Sottolinea l’associazione: “Il 94% dei Comuni italiani è a rischio dissesto per frane e alluvioni, e in gran parte di essi nutrie e altri animali fossori non sono presenti”. Certo, è vero che localmente le tane scavate negli argini di dimensioni minori possono intaccare la solidità, ma per questo sono note soluzioni che prevengono lo scavo, come la modulazione della pendenza o l’apposizione di reti.
  6. Per evitare inondazioni serve innalzare gli argini lungo tutto il reticolo idrografico: FALSO. “Gli argini artificiali sono essenziali per proteggere insediamenti urbani e centri storici, ma la loro altezza, come peraltro ha affermato il segretario dell’Autorità di bacino del Po, è già al limite e non si possono rialzare ulteriormente”, scrive il Wwf, che allo stesso tempo suggerisce di ampliare le aree di esondazione, prevedendo dove possibile di spostare gli argini, in modo da ridare spazio ai fiumi.
  7. Servono casse di espansione: VERO. Le casse di espansione possono ospitare parte dell’acqua in eccesso durante le piene e restituirla una volta che la piena è passata.
  8. Servono grandi dighe per evitare disastri come questi: FALSO. “Le grandi dighe possono contenere le piene di un singolo fiume o di un singolo bacino a monte, sempre che nel momento del bisogno non siano già piene”, sottolinea il Wwf. Per esempio la Romagna è dotata di una delle più grandi dighe d’Italia, la diga di Ridracoli, che però non ha impedito la tragedia dei giorni scorsi. “È fondamentale allargare e ripristinare le aree di esondazione naturale lungo i fiumi che nel loro insieme svolgono un’importante funzione di spugna, trattenendo l’acqua durante le piene e rilasciandola gradualmente nel resto dell’anno, contribuendo ad attenuare le siccità”, suggerisce l’associazione. È questo il caso del progetto di rinaturazione del Po inserito nel PNRR, che oltretutto risponde alle direttive europee Acque e Alluvioni e alla Strategia europea per la Biodiversità che impegna a riqualificare e riconnettere 25.000 chilometri di fiumi entro il 2030.
  9. Servono più infrastrutture: FALSO. Non necessairmanete servono le infrastrutture: servono le infrastrutture giuste. Infatti, come scrive il Wwf, “L’impermeabilizzazione del suolo impedisce l’infiltrazione dell’acqua e la ricarica delle falde acquifere, mentre aumenta lo scorrimento superficiale riducendo il tempo impiegato dall’acqua per raggiungere i fiumi ('tempo di corrivazione'), pertanto le acque piovane giungeranno al fiume in un intervallo di tempo più ristretto, causando picchi di piena più alti e quindi maggiori rischi di esondazione”.
  10. Il cambiamento climatico non c’entra nulla. Anche questo, per il Wwf è FALSO. “Il cambiamento climatico causato dalle emissioni di gas serra da parte delle attività antropiche - scrive l’associazione - sta avendo effetti particolarmente intensi sul bacino del Mediterraneo, alterando fortemente i cicli idrologici, allungando i periodi di aridità alternati da brevi periodi di piogge intense, sempre più frequenti e dove la quantità di precipitazioni che un tempo cadeva in mesi ora cade in pochi giorni”.

red/gp

(Fonte: Wwf)