Diversi interventi per il Soccorso Alpino giovedì 6 agosto

Giornata impegnativa per gli uomini e le donne del Cnsas

Nella giornata di giovedì i tecnici del Soccorso Alpino sono intervenuti per soccorrere diversi escursionisti in difficoltà.

Il Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano è intervenuto nella riserva dello Zingaro, il quarto dopo la fine del lockdown, per soccorrere un turista laziale di 33 anni che si era procurato la sospetta distorsione del ginocchio nei pressi di cala dell'Uzzo, sul versante di San Vito Lo Capo (Trapani). Due squadre della stazione Palermo-Madonie hanno raggiunto l'uomo a piedi, l'hanno caricato in barella e trasportato a spalla per quasi un chilometro e mezzo fino all'ingresso della riserva dove c'era ad attenderlo un'autoambulanza del 118 che l'ha trasferito all'ospedale di Trapani.
Soltanto 24 ore prima il Sass era intervenuto in sinergia con l'Aeronautica Militare per soccorrere una turista campana di 56 anni colta da malore, presumibilmente fibrillazione atriale, a cala della Disa. Due tecnici di elisoccorso erano stati imbarcati a Castellammare del Golfo su un elicottero HH 139A dell'82° centro Csar decollato da Trapani Birgi, per essere poi sbarcati nella caletta dello Zingaro insieme ad uno specialista dell'Aeronautica. Avevano quindi caricato la donna in barella per imbarcarla col verricello sull'elicottero che era atterrato nuovamente a Castellammare dove c'era pronta un'autoambulanza del 118. Sul posto anche i carabinieri. 
Il Cnsas Sicilia puntualizza: "Dalla richiesta di soccorso erano trascorse meno di due ore mentre l'intervento di ieri ha richiesto tempi molto più lunghi per via degli spostamenti delle squadre prima in automobile e poi a piedi. Tutto questo perché il 118 in Sicilia fornisce un servizio di eliambulanza che non prevede l'uso di verricello per un soccorso più immediato con l'impiego di una equipe sanitaria assistita da un tecnico di elisoccorso del Cnsas-Sass, come invece avviene nel resto d'Italia". 

Nel primo e nel tardo pomeriggio del 6 agosto i tecnici della stazione di Trieste del Soccorso Alpino e Speleologico hanno effettuato due interventi quasi consecutivi. Il primo è iniziato intorno alle 15 sulla Strada Vicentina (o Napoleonica) dove una ventenne di Trieste ha perso i sensi, accasciandosi al suolo. Si è potuto raggiungere la giovane, che era accompagnata da un'educatrice - la ragazza è seguita da un centro - arrivando sul posto con l'ambulanza, giunta assieme a quattro soccorritori del Soccorso Alpino. La giovane è stata portata in ospedale: non è grave.
A circa un paio di ore dalla conclusione del primo intervento, alle 18, la stazione è stata nuovamente attivata dalla SORES attraverso il Numero Unico per le Emergenze NUE112. La chiamata arrivava dal sentiero numero 1 della Val Rosandra, detto "dell'Amicizia", che dal Rifugio Premuda raggiunge l'abitato di Bottazzo. Qui una 79enne di Trieste G. (nome) C. (cognome) è scivolata in discesa poggiando male il piede su un sasso sdrucciolevole e si è procurata una brutta distorsione con sospetta frattura della caviglia. La donna, che era in compagnia del marito e della nipote, è stata velocemente raggiunta a piedi lungo il sentiero da otto soccorritori del Soccorso Alpino e dai Vigili del Fuoco, incluso il medico del Soccorso Alpino che le ha immobilizzato la caviglia, mentre gli altri soccorritori l'hanno caricata sulla barella portantina. Dopo il tratto di sentiero a ritroso in barella fino alla strada la signora è stata consegnata all'ambulanza e condotta in ospedale. L'intervento si è concluso all 19.30.

Sempre nel primo pomeriggio di ieri, due donne partite per fare una gita sui monti tra Montese (Mo) e Villa d’Aiano (Bo), senza una meta precisa, sono state soccorse dal Cnsas. Nel pomeriggio inoltrato, mentre stavano percorrendo un sentiero sterrato si sono accorte di aver perso l’orientamento, non riuscendo più a capire in che direzione stavano andando. Molto provate e preoccupate hanno provato a recuperare lo sterrato, ma nel girare una di loro è caduta rovinosamente a terra procurandosi un doloroso trauma alla gamba che non le consentiva più di proseguire. Verso le 19.00, la compagna di escursione ha avvertito il 118 che ha inviato sul posto la squadra del Soccorso Alpino e Speleologico Stazione Corno alle Scale e anche la Squadra della Stazione Monte Cimone, l’ambulanza di Montese e l’elicottero 118 di Pavullo nel Frignano dotato di verricello con a bordo un tecnico di elisoccorso del CNSAS. Non è stato semplice rintracciarle. In zona la linea dati del cellulare è molto scadente e l’invio di un sms locator non è andato a buon fine. Intorno alle 20.15 i tecnici della squadra Corno alle Scale sono riusciti a localizzare le due donne e a raggiungerle a piedi; le due erano all’interno di un bosco molto fitto. L’elicottero arrivato sul posto ha potuto solo sbarcare il personale, ma non potendo recuperare la barella con il verricello a causa della vegetazione alta è rientrata a Pavullo, lasciando sul posto medico ed infermiere. Dopo valutazione da parte del medico la paziente, la donna ferita, una 66enne residente a Castelmaggiore (Bo), è stata posizionata sulla barella portantina e trasportata sulla strada carrozzabile dove ad attendere c’era già l’ambulanza che ha poi provveduto a trasportarla all’ospedale di Vignola. Presenti sul posto anche i Vigili del Fuoco dei distaccamenti di Pavullo e Fanano.

Nella notte tra giovedì e venerdì intervento anche per il Cnsas Veneto. Ieri sera attorno a mezzanotte il Soccorso alpino di Longarone è stato allertato per un escursionista portoghese in difficoltà nel tratto dell'Alta Via numero 1 che va dal Rifugio Pramperet, dove aveva pernottato, al Pian de Fontana, dove era atteso. L'allarme lanciato dai familiari in Portogallo avvisati tramite una email, in cui il trentunenne li avvertiva di aver sbagliato sentiero e di essere bloccato da qualche parte in Val del Cristo. Due squadre del Soccorso alpino di Longarone hanno risalito la Val del Grisol, una del Soccorso alpino della Val di Zoldo ha percorso l'itinerario dal Pramperet al Pian de Fontana, una del Soccorso alpino di Belluno e Agordo ha avviato la perlustrazione dalla Muda verso la Val Clusa. I soccorritori di quest'ultima, alzatasi di 500 metri, hanno iniziato a chiamare a gran voce, finché verso le 3.15 è arrivato un urlo in risposta e l'uomo è stato individuato e raggiunto. Dopo aver sbagliato traccia, aveva iniziato a scendere dalla Val Clusa, di cui la Val del Cristo è una laterale, aveva trovato degli schianti, era scivolato facendosi male a una caviglia e, arrivato su una scivolosa cengia con un cordino, oramai prossimo il buio si era fermato. I soccorritori lo hanno tranquillizzato e imbragato, per assicurarlo e fargli superare il punto attrezzato. Poi, una volta che l'escursionista si è ripreso iniziando a camminare tranquillamente, con due soccorritori al suo fianco è stato accompagnato alla Muda e da lì all'ospedale di Belluno per i controlli del caso. L'intervento si è concluso alle 7.

red/mn

(fonte: Cnsas Sicilia, Cnsas FVG, Saer, Cnsas Veneto)