Un momento dell'esercitazione

Molise, intervento in forra:
simulazione del Cnsas

L'esercitazione si è svolta lo scorso fine settimana: impegnati i tecnici del CNSAS Molise sotto la supervisione della Scuola Nazionale Forre CNSAS e della Commissione Medica della Scuola Nazionale CNSAS

Lo scorso fine settimana, sabato 29 e domenica 30 ottobre, si è svolta una simulazione di intervento in forra che ha impegnato tutti i tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Molise, con la supervisione della Scuola Nazionale Forre CNSAS e della Commissione Medica della Scuola Nazionale CNSAS.

La forra è una sorta di canyon, stretto e ripido, dovuto ad erosione, sul fondo della quale scorre solitamente un corso d'acqua. In alcuni periodi dell'anno, il rivolo può aumentare in maniera considerevole la portata d'acqua, rendendo la percorribilità della gola particolarmente difficile. Nel Molise sono presenti ben quattro forre - di notevole importanza e ben conosciute, anche a livello nazionale - che attirano i sempre più numerosi gruppi di escursionisti che praticano il Canyoning: si tratta della Forra S. Michele (
Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise), della Forra La Callora (Comune di Roccamandolfi), della Forra Peschio Rosso (Comune di Monteroduni, in provincia di Isernia) e della Forra del Quirino (Comune di Guardiaregia,  n provincia di Campobasso). Solo nel mese di maggio di quest'anno, 14 escursionisti abruzzesi sono stati soccorsi e recuperati, fortunatamente illesi, nella Forra Peschio Rosso: l'intervento coinvolse ben quattro Servizi Regionali del CNSAS - Molise, Campania, Abruzzo e Lazio.

Per l'esercitazione dello scorso fine settimana è stato ipotizzato il mancato rientro di due praticanti di canyoning avventuratisi nella Forra, e la totale mancanza di informazioni sulla direzione che avevano deciso di intraprendere. L'intervento ha visto impegnati per tutta la notte tra sabato e domenica ben 20 tecnici specializzati in questo tipo di soccorso, provenienti anche da altri Servizi Regionali CNSAS limitrofi.

Come spiega in una nota il CNSAS Molise, oltre alla valenza didattica e all'addestramento tecnico, la simulazione era finalizzata a verificare l'efficienza dei protocolli operativi e del materiale specifico adottati in questo tipo di incidenti, non soltanto da un punto di vista tecnico, ma anche sul piano sanitario, organizzativo e gestionale. Inoltre, con questo tipo di esercitazioni si cerca di stimolare e promuovere un approccio medicalizzato in zone impervie, che veda la componente tecnica e quella sanitaria lavorare costantemente in sinergia. Il protocollo d'intervento attualmente operativo è particolarmente complesso e finalizzato ad ammortizzare il più possibile la tempistica dell'intervento, che prevede la partenza in simultanea di due squadre, a monte ed a valle del canalone, che viene così percorso e scandagliato con attenzione quasi simultaneamente nei due sensi, fino all'incontro dei soccorritori.

La simulazione vera e propria è stata preceduta da un breve briefing, durante il quale sono stati precisati gli scopi e le finalità della stessa. In questo genere di eventi lo scenario deve essere organizzato da un esterno, a conoscenza dei luoghi e della realtà della zona: questo compito è toccato ai tecnici della Scuola Nazionale Forra del CNSAS. Nel debriefing finale sono state invece analizzate le varie fasi dell'intervento, al fine di individuare delle alternative possibili di azione per massimizzare i tempi e gli uomini impiegati. Si è trattato di un momento di crescita fondamentale - aggiunge la nota del CNSAS - poiché tutti hanno vissuto in prima persona la simulazione, prendendovi parte attiva e vivendo l'esperienza del soccorso anche coinvolgendosi psicologicamente. Tutti hanno potuto inoltre constatare quanto sia importante l'addestramento ad una progressione notturna in ambiente altamente impervio e ostile, al fine di garantire una celerità di intervento che, in presenza di un quadro clinico di una certa gravità, potrebbe risultare essenziale per salvare una vita.

Redazione/EB