Pakistan: migliaia le vittime.
Ed è allarme epidemie

Per l'Oms è un allarme legittimo: le condizioni in cui versa il Pakistan favoriscono il rapido diffondersi di epidemie come il colera e di altre patologie

Non si arresta l'ondata di maltempo che da giorni sta colpendo il Pakistan, con abbondanti piogge monsoniche che si sono abbattute in particolare sulle province occidentali e nord-occidentali. Si è aggravato inoltre il bilancio delle vittime: secondo Adnan Kahn, responsabile dell'Ndma - Organismo di gestione delle catastrofi - i morti sono 1.100, mentre salgono a 1.300 secondo quanto riferito dai media; migliaia anche gli sfollati. Come reso noto dall'Ndma, "13 sotto-distretti del Khyber-Pakhtunkhwa, 85 villaggi del Punjab, 21 del Baluchistan e sette dell'Azad Jammu e Kashmir hanno subito danni per le inondazioni". Secondo l'Ufficio dell'Onu per il coordinamento degli affari umanitari, almeno un milione di pachistani sono stati danneggiati in qualche modo dalla calamità naturale: centinaia di case travolte dal fango, ponti distrutti, strade inutilizzabili, collegamenti interrotti e migliaia di persone ancora in attesa di soccorsi in diversi centri abitati rimasti isolati.

Ed è emergenza anche per il timore che si diffondano epidemie. Come riferito dall'Oms - Organizzazione mondiale della salute - si tratta di un allarme legittimo, dato che queste condizioni favoriscono il rapido diffondersi di epidemie, come il colera, e di altre patologie come asma, disturbi gastrici e malattie della pelle. Il Governo ha già mobilitato tutte le risorse disponibili per far fronte alla catastrofe: nelle regioni colpite sono stati inviati 30 mila uomini dell'esercito, mentre le autorità amministrative hanno ricevuto ordini tassativi di reprimere ogni fenomeno di sciacallaggio e di aumento dei prezzi dei generi alimentari. Le autorità della Khyber Pakhtunkhwa, la provincia maggiormente colpita, e quelle del Punjab e del Baluchistan hanno adottato misure straordinarie, anche se la protezione civile locale, sotto equipaggiata, non riesce a raggiungere facilmente i villaggi a causa dell'interruzione di molti collegamenti e delle comunicazioni, che rendono impossibili i normali spostamenti.

Si è mobilitata anche l'Unione europea, che ha stanziato un aiuto di emergenza di 30 milioni di euro, mentre gli Stati Uniti hanno promesso di stanziare 10 milioni di dollari e di inviare elicotteri e altri mezzi di soccorso.


(red - eb)