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Coronavirus, vaccini ai volontari di protezione civile? Le ipotesi sui tempi

Il Dipartimento di protezione civile in queste ore sta dialogando con il ministero della Salute per inserire la categoria dei volontari di protezione civile nel terzo giro di vaccinazioni che dovrebbe svolgersi da luglio a settembre

I volontari di protezione civile potrebbero essere vaccinati per il coronavirus nella terza fase prevista dal piano di vaccinazione nazionale, quella che dovrebbe svolgersi da luglio a settembre e comprenderà tra gli altri anche i lavoratori dei servizi essenziali. A delineare questa tempistica è lo stesso Dipartimento di protezione civile che fa sapere che c'è un'interlocuzione con il ministero della Sanità proprio per far rientrare i volontari di protezione civile nel terzo giro di vaccinazioni.

Il caso del Veneto
Ad oggi, solo il Veneto ha stabilito l'inserimento dei volontari di protezione civile nella terza fase vaccinale. A renderlo noto il direttore generale della sanità veneta Luciano Flor durante la commissione Sanità del Consiglio veneto del 14 gennaio scorso. "Il piano vaccinale veneto rispetta quella nazionale – ha spiegato il direttore – e dà priorità al personale sanitario e agli operatori e ospiti delle case di riposo. Contiamo di chiudere questa fase entro il mese di gennaio. A seguire verranno vaccinati gli ultraottantenni, i farmacisti e i donatori di sangue, Nella terza fase saranno vaccinati i residenti dai 60 ai 79 anni, le persone con fragilità e gli addetti ai servizi essenziali, forze dell’ordine, insegnanti, volontari della Protezione Civile".

I volontari dell'emergenza-urgenza
Alcuni volontari di protezione civile, poi, hanno già ricevuto il vaccino perché operano nel settore dell’emergenza-urgenza, come quelli della Croce Rossa, delle Misericordie e dell'Anpas. Questo perché, come ci spiega il virologo e presidente dell'Anpas, Fabrizio Pregliasco: “Il piano vaccinale ha previsto il vaccino per tutti colotro inpiegati in attività  sanitarie e socio-sanitarie. A mio avviso le regioni hanno interpretato formalmente la cosa prevedendo che gli operatori sanitari di ogni grado e specie siano da vaccinare". Le prime a farlo sono state Lombardia, che tra le altre cose ha vaccinato lo stesso Pregliasco in diretta, per sensibilizzare sull'importanza della vaccinazione, Liguria e Toscana. Poi sono state avviate, con tempi diversi e anche grazie alla campagna online #iomivaccino, le vaccinazioni dei volontari di emergenza-urgenza nelle altre regioni, spiega il numero uno dell'associazione nazionale delle pubbliche assistenze. Non in tutte le regioni però. Ci sono delle eccezioni. "Ad esempio - continua Pregliasco - c'è il caso della Basilicata che non ha ancora disposto la vaccinazione per i volontari Anpas e per questo l'associazione ha rivolto un appello alla Regione".

Zona grigia
Nel caso di Anpas, dunque, molti volontari sono già stati vaccinati, ma non tutti. Chi svolge attività come l'accompagnamento dei malati, ad esempio, è stato escluso dalla lista. "Abbiamo visto - spiega Pregliasco - che c'è una zona grigia per i volontari di protezione civile perché alcune attività non prettamente socio-sanitarie, comunque sconfinano in questo tipo di attività. In alcuni casi, abbiamo fatto richiesta ad alcune regioni di vaccinare anche i volontari impegnati in attività di protezione civile, però abbiamo ricevuto risposta negativa. Nel Lazio - conclude Pregliasco - abbiamo scritto direttamente all'assessorato per rilanciare questo elemento di attenzione".

Claudia Balbi