#VolontariatoProciv, l'esperienza del Nucleo Protezione Civile INPS

L'associazione nacque dopo l’evento sismico del 2002 che colpì il Molise e, in special modo, la scuola di San Giuliano di Puglia. Oggi conta circa 70 volontari

Nel mondo del pubblico impiego l’attività di volontariato di protezione civile è in forte crescita, soprattutto negli ultimi anni. Un caso è proprio quello del Nucleo Protezione Civile INPS, che nasce all’interno degli uffici dell’Istituto di previdenza. A spiegarci la dinamica di questo esempio di attaccamento al lavoro e al servizio per la comunità è Sergio Sarrocco, Presidente dell’Associazione: “In effetti la nascita del nucleo è un po’ anomala, essendo un’idea partorita all’interno del luogo di lavoro dove abbiamo scoperto una ricchezza, una propensione verso il sociale in tante persone”.

La nascita
L’associazione, che ha una sede interna alla Direzione Generale dell’INPS e una esterna, senza però una partecipazione diretta dell’Istituto se non una condivisione di intenti, nasce dopo l’evento sismico del 2002 che interessò il Molise e, in special modo, la scuola di San Giuliano di Puglia. Quell’evento colpì a tal punto da far maturare in un gruppo di colleghi il desiderio di non essere più solo spettatori passivi. La prima azione fu quella di raccogliere fondi, poi donati per costruire una sala multimediale in una scuola di Petrella Tifernina (CB).

La crescita
“Da quell’azione abbiamo iniziato a muovere i primi passi – continua Sarrocco – e siamo cresciuti nel numero e nella specializzazione fino ai giorni nostri, in cui abbiamo acquisito un buon bagaglio di esperienza e formazione”. Attualmente l’associazione conta circa 70 volontari attivi e ha iniziato una campagna di reclutamento per avvicinare i giovani, considerando che dopo il blocco delle assunzioni ci sono nuove leve che entrano nella pubblica amministrazione e potrebbero dare nuova linfa al sodalizio. “Puntiamo ai giovani, ma siamo aperti anche ai familiari dei dipendenti, quindi abbiamo molti studenti che partecipano. Ci piace avere un mix di esperienze, di entusiasmi diversi che si tirano l’un l’altro”.

Prima esperienza
Il Nucleo ha avuto la sua prima grande esperienza in emergenza a Piazza d’Armi a L’Aquila dove è stato presente per circa 8 mesi, dapprima impegnati ad organizzare una tenda servizi per svolgere le attività tipiche di Inps e Inpdap, successivamente, quando la sede locale ha ripristinato gli uffici, come supporto al campo base. Una doppia veste, di volontari e di supporto per la continuità amministrativa dell’Istituto, ma il nucleo è formato soprattutto per dare supporto operativo: “noi ci siamo formati per essere un gruppo di primo intervento in occasione di una calamità, autonomo e indipendente, per andare nel centro comando fare tutte le operazioni che riguardano la tenuta dei campi col monitoraggio quotidiano, sia per quello che riguarda gli eventuali ospiti, che i volontari in opera e laddove servisse siamo in grado anche di dare un sostegno per quelli che sono degli atti amministrativi alle amministrazioni che fossero colpite e inibite in quel momento produrre cose. Per fare questo siamo attrezzati con tutti i mezzi necessari che vanno dal pick up, al pulmino, al mezzo fuoristrada, ma anche dotazione informatica e satellitare e tende per uso ufficio, per uso ricovero o per uso sociale”.

Attività recenti
Il Nucleo ha prestato servizio nella DICOMAC a Rieti durante il sisma Italia Centrale del 2016, mettendo a disposizione le proprie competenze di tipo amministrativo, ma ha svolto assistenza anche a livello locale a partire dalle esequie di Papa Giovanni Paolo II fino ad arrivare alla gestione di tre Hubs vaccinali in Roma Capitale durante la fase pandemica. Sarrocco precisa che oltre al livello operativo, il Nucleo ha anche altre due competenze “una è quella che facciamo formazione anche alle scuole in tema di ambiente e protezione civile, come ad esempio presso il Liceo Massimo di Roma, e l’altra è l’erogazione di corsi per la conservazione dei beni culturali in occasione delle calamità, perché ci si è resi conto che in Italia è necessario avere personale formato in tal senso”.

E domani?
L’obiettivo futuro, per Sarrocco, è quello di crescere sia nel numero, sia nelle varie localizzazioni territoriali e avere così una specificità extra romana per poter dare luogo a delle autonomie di intervento, ma ancor più di crescer nella specializzazione: “vogliamo spingere per ampliare questa nostra vocazione alla trasmissione agli studenti, perché noi riteniamo che, per quanto si possa fare, l'opera più grande sia la semina coi più piccoli, per quello che riguarda l'ambiente, sui temi della protezione civile o comunque in genere del volontariato. Ci stiamo specializzando in questo anche attraverso delle tecniche differenziate che vanno dall'esposizione verbale ai giochi di ruolo, ai disegni e alla pittura, per attirare l’attenzione su questi temi mediante la creatività e la fantasia. Questo il nostro obiettivo principale, oltre a quello di riuscire a mantenere questo mix di generazioni e quindi cercare di coinvolgere i giovani insieme a quelli che hanno più esperienza, in una parità assoluta di protagonismo. Il mondo sarà migliore un po’ per quello che faremo noi, ma molto per quello che faranno le generazioni a venire”.

Fabio Ferrante