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Alluvione ER, mancano i fondi. Comitati: "serve un tavolo di coordinamento"

A sette mesi dall'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna gli aiuti alla popolazione sono al palo, i rimborsi ottenuti dai cittadini colpiti dall'ondata di fango sono a dir poco esigui

A sette mesi dall'alluvione che ha colpito l'Emilia-Romagna gli aiuti alla popolazione sono al palo, i rimborsi ottenuti dai cittadini colpiti dall'ondata di fango sono a dir poco esigui. A illustrare la situazione è Vincenzo Mastropasqua, uno dei coordinatori dei comitati riuniti delle popolazioni alluvionate dell'Emilia-Romagna. Le cause di questa lentezza risiedono nella mancanza di unità nell'affrontare la questione: il governo è di colore politico opposto alla Regione e le responsabilità vengono rimbalzate tra i vari enti in gioco: struttura commissariale, Regione e governo.

I pilastri della ricostruzione
"Gli aspetti fondamentali sono due: la tutela del territorio e il risarcimento, uno è concatenato all'altro, perché se ricostruiamo e il territorio non è in sicurezza va a finire che ci troviamo nella condizione di dover di nuovo ricostruire. Se il territorio è fragile anche 30-40 cm di acqua possono far danni". Per quanto riguarda il primo aspetto, spiega il coordinatore dei comitati riuniti, che poco prima di Natale la Regione ha presentato il piano Brath, uno studio per mettere in sicurezza i territori e fare un'analisi complessiva del territorio.

Danni alle auto
Per quanto riguarda i risarcimenti delle auto danneggiate dall'alluvione "al momento la situazione è questa - prosegue Mastropasqua - ci sono 52 milioni di donazioni, di cui 48 milioni messi a disposizione dalla Regione. In totale sono arrivate 5mila domande di risarcimento e di queste ad oggi ne sono state evase 180 e 1800 dovrebbero essere quelle processate fin ora, quindi siamo un po' lenti. Se in due mesi evadiamo 180 domande ci chiediamo quanto tempo ci vorrà per evaderne 5mila?". Il motivo di questa lentezza è attribuibile alla burocrazia, come spiega il coordinatore degli alluvionati: "Ad oggi Regione e Aci devono fare un doppio controllo delle pratiche, questa burocrazia ovviamente ci ammazza".

Gli indennizzi a cittadini e imprese
Sul piano degli indennizzi, o meglio gli anticipi di indennizzo, 20mila euro per i privati, e 40mila per le imprese, fino a un massimo complessivo di 700 milioni di euro in totale, la situazione è ancora più complessa e in ritardo. "Al momento sono arrivate alla famiglie 5mila euro del Cis (Contributo immediato di sostegno, assegnato dal Dpc ndr.) più 750 euro per la perizia". Ad oggi alcune famiglie sono in ritardo con la presentazione della domanda ma complessivamente almeno questi soldi sono sul piatto. Una volta ottenuta la perizia, per ottenere gli indennizzi da 20mila o 40mila euro, la situazione è invece ancora bloccata. "Bisogna caricare la perizia sul portale regionale Sfinge, che però è stato in stand-by per un mese, perché c'erano problematiche di interpretazione delle ordinanze e di carattere tecnico di funzionamento della piattaforma. Questo ha creato un blocco nel periodo natalizio. Le domande totali sono 100mila".

Interrogativi
Di fronte a questo numero i comitati delle popolazioni alluvionate si sono chiesti: se per il terremoto ci sono voluti 11 anni per evadere 5mila domande, sempre tramite il portale Sfinge, in quanto tempo sarà possibile evaderne 100mila? La Regione e il Commissario hanno parlato con gli ordini e le associazioni di categoria mettendo a disposizione della cittadinanza i riferimenti di questi periti? e ancora quanti periti servono per elaborare 100mila perizie? Quante ditte servono per processare le domande di ricostruzione, soprattutto in un momento in cui molte sono impegnate con il bonus 110%? Ci sono? o vanno chiamate da fuori regione?

Il problema di fondo più grosso, per il comitato dei cittadini alluvionati, resta però politico: "Il circuito è farraginoso perché la Regione ha messo a disposizione Sfinge, e il sub-commissario è Bonaccini, il commissario è Figliuolo che mette a disposizione la logistica e poi c'è il governo che mette i soldi. Il problema è che queste tre parti, ed è quello che stiamo chiedendo con grande fermezza, si coordinino perfettamente. E chiediamo anche un tavolo di coordinamento unico con i comitati dove cerchiamo tutti insieme di trovare soluzioni, se no la burocrazia ci ammazza". Ascoltare tutte le parti insieme permetterebbe di capire quali sono i nodi da sciogliere, questo l'obiettivo della riunione chiesta a gran voce dal comitato. "Noi nella politica non ci vogliamo entrare: quindi se la Regione è di sinistra e il governo di destra a noi non interessa, quello che stiamo chiedendo è unità se no qua non usciamo vivi".

I prossimi appuntamenti per il momento però non prevedono però alcun tavolo unico di coordinamento. A inizio febbraio è fissato l'incontro dei comitati con la regione Emilia-Romagna, e i comitati sono in attesa di un riscontro sull'incontro con la struttura commissariale "per vedere se si riesce a intervenire velocizzando l'iter dei rimborsi e analizzare le relative problematiche". Il prossimo sarà il sesto incontro dei cittadini riuniti in comitato con la Regione, l'alluvione è avvenuta a marzo e i soldi non sono ancora arrivati.

Claudia Balbi