Fonte volontaria intervistata

Alluvione Marche: il racconto di Tiziana, volontaria a Senigallia

La donna era stata a sua volta aiutata dai volontari quando la sua casa era stata colpita dal sisma del 2009 a L'Aquila

“Quando c’è stato il terremoto a L’Aquila, ed io ero la persona da aiutare, vedevo nei volontari la luce, mi davano la forza per andare avanti. Ora trovarmi dall’altro lato è stata un’emozione fortissima, che ha risvegliato in me quelle sensazioni provate nel 2009 e mi hanno fatto commuovere più volte”.  Sono le parole di Tiziana, volontaria aquilana presso un’organizzazione nazionale, impegnata nell’emergenza alluvione a Senigallia. Ha dato la sua disponibilità a partire appena è arrivata la richiesta, insieme al marito Luca anch’esso volontario, proprio con il pensiero e la motivazione di restituire quanto da loro ricevuto nel momento del bisogno.

Senigallia è uno dei centri più colpiti dall’alluvione che ha causato vittime e danni in molti Comuni delle Marche lo scorso 15 settembre. L’attivazione da parte del Dipartimento delle strutture nazionali ha permesso l’intervento dei volontari per cercare di ripristinare quanto più possibile la normalità.

“Servirà molto tempo per mettere a posto tutto. Ci sono mobili buttati dappertutto, garage e scantinati pieni di fango e detriti. Si vede quanto possa essere stata violenta la forza della natura, che ha divelto le serrande dei garage fino a piegarle in due.”

I volontari hanno lavorato dapprima nel pompaggio delle acque e poi nella pulizia dei locali e delle abitazioni rimaste sotto il livello del fiume. “Il primo giorno ci è stato assegnato un oratorio, dove c’erano chitarre, biliardini e altri oggetti utilizzati dai ragazzi nei loro incontri. Tutto perso. Il giorno dopo siamo stati inviati lungo la via più colpita dall’inondazione. Qui ci siamo occupati di garage e scantinati dove l’acqua ha raggiunto persino il solaio.”

“Molti hanno parlato di miracolo nel raccontare il modo in cui si sono salvati dalla corsa del fiume. Chi è rientrato appena in tempo, chi si è portato ai piani superiori, chi aveva pensato di scappare per poi tornare in casa giusto all’ultimo instante.”

Una forte voglia di condividere le emozioni, ma anche una gran voglia di collaborare tra tutte le forze in gioco. “Un aspetto che ho sentito forte lavorando insieme agli altri volontari è il senso di squadra. Lì dove non riusciva qualcuno c’era sempre pronto un altro a dare una mano, dove non riuscivamo noi volontari c’era chi arrivava, chiamato dal COC, per risolvere il problema. Ad esempio, siamo stati chiamati a intervenire presso un’abitazione di una coppia di anziani. Non potevamo intervenire manualmente, perché c’erano circa tre metri di fango. La nostra valutazione ha fatto sì che la coppia venisse immediatamente evacuata anche facendo intervenire un’ambulanza per il trasporto del marito da poco reduce di un intervento chirurgico. La collaborazione tra istituzioni è molto forte e funzionale. Anche i ragazzi del posto si sono organizzati in gruppi per aiutare a pulire.”

Tiziana è stata a Senigallia per quattro giorni, durante i quali ha svolto il suo servizio con il corpo nelle Marche, ma con la mente all’esperienza vissuta sulla propria pelle tredici anni fa, l’aver vissuto sei mesi in una tenda, l’aver avuto la stessa voglia di parlare della sventura occorsa, l’aver trovato nei volontari un punto di riferimento: “Sono molto contenta, ma non nego di aver vissuto forti emozioni. A fine turno ero molto felice di tornare a casa, ma, appena rientrata tra le mura domestiche, sono stata sopraffatta dal dubbio di non aver fatto a sufficienza e che forse potevo stare qualche giorno in più. Ad ogni modo l’aver contribuito a questa emergenza mi ha reso una persona più felice, più consapevole e più forte.”

Fabio Ferrante