"Artico": la mostra interattiva che divulga il Polo Nord alla cittadinanza

Far conoscere alla popolazione le zone dell'Artico è importante non solo per una questione culturale, ma anche perché aiuta a capire l'evoluzione e le conseguenze del riscaldamento climatico

Divulgare l’Artico alla popolazione, con tutte le sue caratteristiche, sottolineando il ruolo che questa zona del mondo ha nella crisi climatica. È questo lo scopo di Artico. Viaggio interattivo al Polo Nord, una mostra itinerante gratuita che in questi giorni si trova a Bologna. Perché è importante parlare dell’Artico innanzitutto per un semplice motivo culturale, per far conoscere aree meno note alla popolazione, ma anche perché le regioni polari sono zone estremamente sensibili al riscaldamento climatico. Basti dire che il riscaldamento globale si fa sentire con un effetto molto molto maggiore nelle regioni polari: se mediamente sulla Terra dal periodo preindustriale a oggi la temperatura è aumentata di un grado e mezzo, nella regione artica l’aumento di temperatura è più che doppio. Questo fenomeno prende il nome di “accelerazione artica”: l’Artico è un punto estremamente sensibile, e studiare il cambiamento climatico in quell’area della Terra ci consente di anticiparne gli effetti gli effetti. Monitorare e studiare significa anche prevenire, preparandosi al futuro del pianeta.



Ne abbiamo parlato con Filippo Sozzi, progettista della mostra Artico. Viaggio interattivo al Polo Nord. Sozzi lavora per il Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche) nell’ambito dell’Unità relazioni con il pubblico e comunicazione integrata, la struttura che si occupa di progettare e realizzare mostre scientifiche interattive. “Questo gruppo si occupa di mostre da vent’anni - ci ha spiegato Sozzi - realizziamo delle mostre scientifiche su vari argomenti. Ne abbiamo altre attualmente attive itineranti: oltre a questa sull’Artico ne abbiamo altre due a tema ambientale. Una è Aquae - Il futuro è nell’oceano, e l’altra più recente è Antropocene. La Terra a ferro e fuoco”, Normalmente queste mostre sono gratuite, il Cnr è un ente pubblico e le organizza per la divulgazione della cultura scientifica e non a scopo di lucro. “Una delle missioni del Cnr è proprio quella di diffondere la scienza presso i cittadini”, ha spiegato Sozzi.

La mostra Artico, che adesso si trova al Museo archeologico di Bologna, è gratuita e aperta al pubblico, tutti i giorni. Anche questa è una mostra itinerante, ed è arrivata all’undicesima edizione. “Nasce nel 2016 - racconta Sozzi - ma nel corso degli anni l’abbiamo rinnovata, inserendo nuove installazioni e nuovi exhibit, modificando alcuni pannelli, aggiornando alcuni video”. Perché quelle del Cnr sono tutte mostre interattive: “Andiamo al di là della classica mostra di pannelli e cerchiamo di rendere l’esperienza più coinvolgente per il visitatore, attraverso l’utilizzo di filmati, video, modelli tridimensionali, modellini delle basi artiche del cnr, riproduzioni in scala di animali artici. Ma soprattutto cerchiamo di realizzare degli exhibit interattivi, cioè dei macchinari, degli apparati che vengono progettati e realizzati internamente al Cnr, che servono proprio per vedere alcuni concetti scientifici e fenomeni in maniera diretta e interattiva, cosicché lo spettatore possa scoprire divertendosi attivamente, schiacciando pulsanti e compiendo azioni. Nella mostra Artico ci sono cinque o sei di questi apparati”. Uno molto interessante è legato all’aurora boreale, Sozzi lo definisce “l’aurora boreale in scatola” e lo descrive così: “Vicino a un pannello in cui si spiegano le caratteristiche di formazione delle aurore boreali è possibile creare, in un cilindro di plexiglass trasparente, un plasma luminoso che è la stessa materia di cui sono fatte le aurore boreali, creando una situazione simile a quella che avviene in atmosfera”.



In un altro exhibit c’è un sistema con un modellino di Sole al centro, la cui luce punta contro un modellino di Terra. “Non sono in scala, però la Terra è inclinata, e è possibile ruotarla intorno al Sole e vedere come viene illuminata nelle diverse stagioni dell’anno, visualizzando e comprendendo perché nelle regioni polari avviene il fenomeno di avere il sole di mezzanotte in estate e la lunga notte polare durante l’inverno”.



Molto spesso in questa mostra si possono fare visite guidate. Entrando nel percorso della mostra il visitatore si trova di fronte a un mappamondo molto grande, imperniato però non sull’asse di rotazione della Terra, come siamo abituati, ma lungo l’asse dell’equatore, rendendolo ribaltabile in alto e in basso. Il visitatore può così vedere i due Poli, la zona dell’Artico e dell’Antartico, e cominciare a capire e vedere direttamente le caratteristiche di queste due aree del pianeta Terra. “La prima cosa che salta agli occhi - illustra Sozzi - è che la zona dell’Antartide, del Polo Sud, è un continente coperto di ghiaccio, circondato dai mari, mentre la regione dell’Artico, del Polo Nord, è del mare ghiacciato in superficie, circondato da dei continenti”.



Il resto della mostra si occupa dell’Artico, con una serie di esperienze che descrivono le caratteristiche geografiche della regione artica: il freddo, gli inverni in cui c’è sempre buio, le estati in cui il sole rimane sull’orizzonte per intere giornate. La prima parte è descrittiva, illustra le caratteristiche geografiche dell’Artico, i popoli che lo abitano, gli animali, le esplorazioni (soprattutto italiane), mentre la seconda va a indagare qual è l’attività dei ricercatori in questa regione del Pianeta, descrivendo la base del Cnr, le ricerche e le infrastrutture italiane. 



Giovanni Peparello