Fonte: Flavio Anselmetti

Cosa succede quando crolla un ghiacciaio

A poco più di una settimana dal crollo del ghiacciaio Birch, abbiamo intervistato il professor Flavio Anselmetti, direttore dell’istituto di geologia dell’Università di Berna e professore di paleoclimatologia e geologia quaternaria

A una settimana dal crollo del ghiacciaio Birch nel Canton Vallese in Svizzera e la distruzione del villaggio di Blatten, ragioniamo sulle possibili conseguenze immediate, e quelle di lungo periodo, di un evento così dirompente per il territorio e l’ecosistema circostante. In primo piano, ci sono gli effetti causati dalla presenza dei detriti che possono causare l'ingrossamento delle portate idriche dei fiumi. Allo stesso tempo, si è formato un lago, che è poi completamente ostruito dalle macerie. Una situazione che potrebbe causare  la fuoriuscita di una massa di acqua sul fondo valle. Allo stesso tempo, ci sono le conseguenze di medio e lungo periodo: la scarsità d'acqua potrebbe favorire la nascita di piante più resistenti, rispetto a quelle ora presenti. Di questi temi, abbiamo discusso con il professor Flavio Anselmetti, direttore dell’istituto di geologia dell’Università di Berna e professore di paleoclimatologia e geologia quaternaria. Buona lettura.

Partiamo dal crollo del ghiacciaio Birch: quali sono le cause del crollo, a una prima analisi?
Diversi milioni di tonnellate di massi sono precipitati dalla cima Piccolo Nesthorn, localizzata sul ghiacciaio. Le macerie si sono accumulate nell'arco di alcuni giorni. La velocità di scivolamento è poi aumentata da 1 a 2 e poi a 4 m/giorno, e sulla lingua del ghiacciaio  si sono osservate frequenti fratture. Alla fine, il carico aggiuntivo di massi è diventato troppo elevato, tanto che mercoledì, la velocità di scivolamento  è aumentata esponenzialmente e i funzionari hanno emesso un ulteriore avviso. Poi, mercoledì pomeriggio, l'attrito basale del ghiaccio non ha più sostenuto le forze di discesa, così che l'intero ghiacciaio è precipitato a valle in un rapido e catastrofico movimento di massa”.

La situazione sul ghiacciaio viene monitorata da tempo
“Sembra che il ghiacciaio fosse uno dei pochi ghiacciai della Svizzera con una lingua in stato di avanzamento, diventando però allo stesso tempo più sottile”.

Quali sono state le conseguenze immediate del crollo?
“Il crollo ha causato il blocco del drenaggio della valle. I detriti hanno ricoperto un'area di 2 km di lunghezza e più di 200 m di larghezza. Inoltre, la massa d'acqua è risalita sul versante opposto. La maggior parte delle case del villaggio di Blatten (precedentemente evacuato) sono state ricoperte dai detriti e distrutte. I detriti hanno bloccato il flusso di un lago e questa eventualità rappresenta il prossimo elemento della catena del rischio (pericolo di sfogo lacustre). Gli ultimi rapporti però, indicano che il suo livello è stagnante”.

E quali saranno quelle sul lungo periodo? 
“Il paesaggio è stato trasformato da diversi milioni di metri cubi di detriti, il ghiacciaio è praticamente scomparso. Un villaggio è stato distrutto e deve essere ricostruito, ma dove?”.

Come cambieranno l'ecosistema e l'ambiente circostante? È possibile prevedere quali cambiamenti si verificheranno?
Non sono un ecologista, ma gli effetti più rapidi si vedranno nella ripida valle laterale dell'ex ghiacciaio, proprio perché ci sarà meno acqua di disgelo nel periodo estivo. Il fondovalle si potrebbe ben presto ricoprire di piante pioniere (ovvero quelle piante che non temono la scarsità d'acqua e la mancanza di humus ndr.)

MARCO TONELLI