(Fonte foto: Governo Italiano)

Draghi: "Scuole riaperte fino alla prima media"

Tuttavia tutto il resto rimarrà chiuso per cercare di contenere i contagi il più possibile. E tutta Italia rimarrà in zona rossa/arancione fino al 30 aprile

Le scuole riapriranno fino alla prima media, ma “tutto il resto dovrà restare chiuso”. A dirlo è il Presidente Mario Draghi, durante la conferenza stampa convocata da Palazzo Chigi per fare il punto sulle ultime misure anti-Covid-19, che ha preannunciato il provvedimento che assegnerà i nuovi colori alle regioni. Ma su questo fronte non cambierà niente: nessuna zona gialla, tutte arancioni o rosse fino al 30 aprile.

Scuole aperte in parte
Le scuole riapriranno solo fino alla prima media, con tutto il resto che resterà chiuso, altrimenti anche la condizione di ambiente relativamente protetto che le aule rappresentano, in associazione con la “scarsa propensione al contagio dei ragazzi più giovani”, finirebbe col venire meno. “Il ministro dell’Istruzione Bianchi, ha spiegato il presidente, sta lavorando affinché la riapertura avvenga in modo ordinato e in alcuni casi sarà possibile effettuare alcuni test”. Tuttavia non sarà possibile alcuna “azione estensiva e globale”. Il rientro a scuola dovrà essere accompagnato dall’effettuazione di test di massa settimanali sull’intera popolazione studentesca. Secondo i dati a disposizione di Mario Draghi, “la scuola è un punto di contagio limitato solo in presenza di altre restrizioni. Ciò che è fonte di contagio è tutto ciò che avviene attorno alla scuola, quindi più si alza l'attività scolastica più aumentano le possibilità di contagio”. 

Le prossime chiusure
“Le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati che vediamo a proposito dei contagi”, e “le misure hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per arie. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati”, ha sottolineato il premier Mario Draghi rispondendo a una domanda sulla bontà di mantenere delle chiusure. Almeno fino al 30 aprile, vista la curva dei contagi che non accenna ad appiattirsi, saranno confermate le misure tuttora in vigore, che prevedono solo zone arancioni e rosse. 

La questione delle vaccinazioni
"Il governo intende intervenire: non va bene che operatori sanitari non vaccinati siano a contatto con malati. La ministra Cartabia sta prendendo un provvedimento a riguardo", ha detto il premier. Inoltre, per quanto riguarda le misure da applicare sul territorio nazionale, "ci sarà un incontro la prossima settimana tra le Regioni e il governo centrale, ci sarò anche io. Bisogna lavorare tutti insieme, inutile mettere divieti o minacciare misure. Il criterio di fondo è l'età. Si va avanti così e si va avanti bene". La risposta delle Regioni alle parole pronunciate in Parlamento sui vaccini è stata "ampiamente positiva". "Quello che ho detto in parlamento alle Regioni era una reazione spontanea davanti alle differenze tra le varie regioni. La Costituzione attribuisce al governo centrale competenze in caso di pandemia. Il mio richiamo era anche un appello a collaborare, il richiamo era inteso a dire che bisogna vaccinare i fragili e gli ottantenni e poi andare in ordine di età, ho anche detto che il criterio dell'età deve tornare a essere prioritario. Perché si vedono categorie che sono state vaccinate prima e non si capisce perché siano più esposte degli ultraottenni che poi sono i nonni che stanno con i nipoti".

Il presidente del Consiglio ha confermato, a margine, che si vaccinerà con AstraZeneca.  "Non sono stato vaccinato. Mi vaccinerò spero la settimana prossima: ho fatto la prenotazione e sto aspettando che mi rispondano", ha affermato il premier. 

red/gp

(Fonte: Ansa, Corriere della Sera)