Exe Flegrei 2024, l'importanza della comunicazione alla cittadinanza

Dopo la buona riuscita dell'esercitazione Exe Flegrei 2024, il capo della Protezione Civile della Regione Campania, Italo Giulivo, spiega che il successo è dovuto anche alla strategia di comunicazione

Dopo la conclusione dell’esercitazione Exe Flegrei 2024, finalizzata a testare il Piano nazionale per il rischio vulcanico ai Campi Flegrei, possiamo tirare le somme: la popolazione è stata estremamente coinvolta, anche grazie alla capillare strategia di comunicazione. Abbiamo intervistato in proposito il capo della Protezione Civile della Regione Campania, Italo Giulivo.

Exe Flegrei 2024 si è conclusa con esito positivo; come è andata dal punto di vista del comparto tecnico?
Lo scenario aveva previsto un test su larga scala: avevamo attivato tredici Aree di attesa, luoghi previsti dal Piano Comunale di Protezione Civile in cui la popolazione si raccoglie in caso di Allerta Rossa, per poi essere trasferita attraverso degli autobus della Regione Campania verso delle Aree di incontro. Da queste Aree al di fuori della Zona Rossa, si snoda la modalità di accompagnamento verso le Regioni gemellate. È stato un test significativo, perché abbiamo attivato tredici su trenta Aree di attesa. In particolare, per quanto riguarda la Regione Campania, che ha una responsabilità più diretta sulle Aree di incontro, abbiamo fatto un test su cinque delle sei aree di incontro previste dalla pianificazione per il rischio vulcanico dei Campi Flegrei. Abbiamo testato che la Protezione Civile Comunale e soprattutto quella Regionale disponessero degli asset logistici per allestire queste Aree di attesa e di incontro in tempi più o meno consoni per la tempistica dell’allontanamento. Questo test è stato molto utile, soprattutto come Regione Campania, per verificare il coinvolgimento delle nostre associazioni di volontariato. Siamo fortunati in Campania ad avere un volontariato molto proattivo e professionalizzato, che si è preso in carico l’allestimento delle aree di incontro e ha dato una mano sulle tante Aree di attesa, per fare in modo che tutto avvenisse secondo i layout di impianto che erano stati previsti dal confronto con il Dipartimento di Protezione Civile nazionale e con i soggetti gestori delle Aree di incontro e delle Aree di attesa.

Dal punto di vista della partecipazione - visto anche quello che era accaduto durante la scorsa esercitazione - come è andata questa volta?
Questa volta è andata molto meglio, hanno partecipato all’esercitazione 1.200 cittadini che si erano prenotati, tra cui un campione rappresentativo di minori di età accompagnati dai genitori. Molti sono stati accompagnati anche da animali domestici. Per le Aree di attesa sono arrivate molte più persone, poi volontariamente alcuni hanno deciso di non partecipare allo scenario esercitativo con il trasferimento in autobus. Nelle aree di attesa in quella giornata erano state registrate oltre 1.500 presenze; di queste 1.200 persone sono effettivamente salite sugli autobus per testare lo scenario partecipativo. Il nostro intento era di far vedere de visu ai cittadini coinvolti che le aree di incontro e di attesa non erano qualcosa di scritto in un documento ma qualcosa di concreto, che si poteva vedere sul campo. Chi ha partecipato ha potuto vedere effettivamente cosa significano le disposizioni attuative del Piano. Sperando che poi queste persone possano svolgere una funzione di sensibilizzazione anche agli altri cittadini che sono stati meno attenti. Uno sforzo di questo tipo in ogni caso può essere garantito solo dal pieno coinvolgimento dell’intero Sistema di Protezione Civile.

La migliore partecipazione che c’è stata rispetto alle altre volte può dipendere dalla diversa strategia di comunicazione che è stata adottata?
La comunicazione è sempre un valore aggiunto quando si fanno eventi che richiamano grossi numeri. E in questo caso è stata assolutamente migliorata, non fosse altro per il fatto che la Protezione Civile Nazionale e Regionale hanno tenuto un incontro presso ogni Comune interessato per parlare direttamente ai cittadini. Su ognuno dei sette Comuni la settimana prima dell’esercitazione si sono svolti degli incontri in loco, per rispondere a ogni domanda dei cittadini e a ogni curiosità per invogliarli a partecipare all’esercitazione. Nel frattempo abbiamo prodotto un video illustrativo che spiega in modo comprensibile la differenza tra bradisismo ed eruzione e le pianificazioni che ne derivano. Abbiamo fatto anche un libretto divulgativo che spiega queste differenze e i comportamenti da tenere, illustrando sommariamente la strategia di pianificazione di protezione civile. Questo libretto è stato distribuito a tutti i cittadini, facendo anche degli infopoint per tutti i sette Comuni interessati all’esercitazione, nella domenica precedente all’esercitazione. In questi infopoint, grazie al nostro volontariato e alla presenza dei nostri funzionari e della protezione civile nazionale eravamo presenti in tutte le piazze a distribuire il materiale e a invogliare le persone a partecipare, dando loro spiegazione a ogni curiosità, sia riguardo l’esercitazione che la comunicazione. Siamo stati nelle scuole presentando un fumetto, La Virgola, che spiega ai ragazzi della scuola secondaria che cos’è il bradisismo e che cos’è l’eruzione. Abbiamo quindi provato a diversificare la nostra comunicazione, per cercare di raggiungere una fetta di popolazione sempre più larga. Ovviamente abbiamo partecipato ai TG regionali e quantaltro per cercare di sensibilizzare le persone a partecipare all’esercitazione. Oltre a questo, la sensibilità dei cittadini va crescendo con il tempo se migliora la qualità della comunicazione e la sensibilità di percezione del rischio. 

Giovanni Peparello