Fonte Save the children

I bambini soli che scappano dalla guerra in Ucraina, come proteggerli

In Italia sono arrivati oltre 20.000 bambini, molti non accompagnati. Vanno censiti e protetti per evitare che cadano in mani sbagliate.

I comuni italiani sono impegnati in una corsa, o in una “maratona” come l’ha definita il Capo della Protezione Civile Fabrizio Curcio, per approntare centri di accoglienza per i profughi provenienti dall'Ucraina. Secondo i dati forniti dal ministero dell'Interno - ma i numeri sono in costante aumento - sono finora 50.649 i cittadini ucraini arrivati finora nel nostro Paese, di cui 25.846 donne, 4.325 uomini anziani e 20.478 minori. Sono proprio i minori, spesso non accompagnati, l'anello debole della catena. E la gara da vincere a tutti i costi, come richiesto dalle principali associazioni nazionali e internazionali, è quella di registrarli, sapere con chi sono arrivati nel nostro Paese e cosa si sono lasciati alle spalle.

Orfani o meno, l’imperativo è proteggerli

Già, perché minori non accompagnati non significa orfani e la loro collocazione va valutata attentamente per salvaguardare il loro presente e il loro futuro ma anche il loro passato. Per tanti bambini realmente soli ce ne sono tanti altri che si trovavano negli orfanotrofi ucraini per decisione dei tribunali o per scelta delle famiglie, magari indigenti o impossibilitate a prendersene cura, oppure fatti fuggire direttamente dai rispettivi genitori che non hanno potuto lasciare il Paese in guerra: “Sappiamo che alcune famiglie mettono sui pullman i ragazzi per metterli in salvo: c'è quindi anche il tema di come curare e tutelare i minori non accompagnati”; segnalano le Acli in un incontro sul tema alla Camera. Proprio per far fronte a questa situazione il Capo del Dipartimento di Protezione Civile, in audizione presso il Comitato Schengen alla Camera, ha prospettato l'idea di un censimento” per i minori non accompagnati, di procedure per facilitare percorsi che ora, a causa dell'emergenza, stanno avvenendo in modo affrettato. Curcio ha anche nominato il prefetto Francesca Ferrandino, capo Dipartimento libertà civili e immigrazione del Ministero dell'Interno, commissario delegato per il coordinamento dell'assistenza dei minori non accompagnati in fuga dall'Ucraina. Il problema da affrontare immediatamente è evitare che la loro condizione di debolezza li trasformi in facili prede per singoli o per organizzazioni criminali. “Abbiamo bisogno di tracciare tutti i minori soli, fare in modo che abbiano trasferimenti sicuri, e un'accoglienza di qualità, in collaborazione col loro paese di origine” ha detto la direttrice del programma Italia-Europa di Save the Children, Raffaela Milano. La preoccupazione è condivisa anche da Unicef e Unhcr che in un comunicato scrivono: “I minorenni che in questi giorni e ore vengono evacuati dagli istituti presenti in Ucraina non devono essere considerati tutti orfani. Ciascun bambino o bambina ha la sua storia personale e familiare e i motivi per cui non vivevano insieme alla propria famiglia possono essere molteplici, pertanto è fondamentale perseguire un approccio basato sulla valutazione del singolo caso”. Quando all’adozione “non dovrebbe mai avvenire nel corso o subito dopo il verificarsi di un'emergenza”, mentre “per i bambini e gli adolescenti in fuga senza le loro famiglie, l'affidamento familiare può essere una soluzione elettiva da valutarsi in base alla singola situazione del minore” e “senza dare per scontato che l'affidamento familiare a tempo pieno sia la soluzione ideale per ogni bambino/bambina”.

L’allarme degli esperti anti tratta
A tal proposito gli esperti anti tratta del Consiglio d'Europa hanno lanciato un'allerta agli Stati membri e alle associazioni proprio perché, stando a diverse segnalazioni, nel mirino dei trafficanti ci sarebbero in particolare i minori e gli orfani. “Occorre agire immediatamente per rafforzare il coordinamento tra i posti di frontiera e le strutture d'accoglienza e assicurare un'accurata registrazione di tutti i rifugiati, garantendogli l'accesso alle informazioni necessarie, ai permessi di residenza e altri servizi essenziali” ha detto Helga Gayer, presidente di Greta, l'organo anti tratta del Consiglio d'Europa. “Le autorità devono inoltre attivarsi per prevenire offerte fraudolente di trasporto, alloggio, lavoro, e irrobustire i protocolli per la sicurezza dei minori collegandoli ai sistemi nazionali di protezione dell'infanzia”, ha aggiunto la presidente di Greta.

E la commissaria europea agli Affari Interni, Ylva Johansson, in audizione al Parlamento europeo, ha lanciato l'allarme sul rischio per donne e minori di cadere vittime di tratta: “Tanti minori non accompagnati sono entrati nell'Ue e abbiamo segnalazioni di donne e bambini scomparsi di cui non si ha traccia”. Parlando della situazione sul territorio ucraino, Johansson ha osservato che molti bambini nati da madri surrogate durante la pandemia sono finiti negli orfanotrofi ucraini e che ora è necessario “evacuare questi bambini che si trovano in un limbo”. “Alcuni orfanotrofi - ha aggiunto - sarebbero stati svuotati dai russi, e gli orfani sarebbero stati mandati in giro non si sa bene dove”, mentre in altri casi “gli orfanotrofi sono aperti, ma c'è il rischio che il personale non rimanga”.

Anche l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza Carla Garlatti, pur non risparmiando parole di ammirazione per le manifestazioni di generosità e solidarietà, mette in guardia: “è necessario seguire sempre i canali previsti dalla legge, facendo riferimento alle istituzioni competenti: forze dell’ordine, prefetture, tribunali per i minorenni e servizi sociali. Rispettare procedure regolari rappresenta l’unico modo per assicurare un’adeguata accoglienza e allo stesso tempo protegge dal rischio di sparizione, tratta, traffico e sfruttamento e assicura il rispetto di diritti fondamentali come quelli alla protezione, all’istruzione e alla salute”.

Il Pd alla Camera, tramite la presidente del Gruppo, Debora Serracchiani, e il vicepresidente e il capogruppo Pd della commissione Infanzia, Paolo Siani e Paolo Lattanzio ha proposto a governo e Parlamento europeo, di “istituire immediatamente una task force europea che si attivi per la tutela dell'infanzia in tempo di guerra e che sia in grado di coordinare gli aspetti principali dell'emergenza dei minori profughi, con particolare attenzione ai bambini malati oncologici e a quelli non accompagnati o senza documenti”.

Su questo la legge italiana parla chiaro e, come riportato in anche in una circolare inviata dal Viminale a tutte le questure per i minorenni che arrivano accompagnati da persone adulte che ne dichiarano la potestà genitoriale, qualora sia impossibile verificare con certezza la veridicità del documento, occorre interessare la rappresentanza diplomatica ucraina in Italia per gli “opportuni riscontri circa la documentazione esibita attestante il vincolo familiare”. Nel caso di minori accompagnati da persone adulte diverse dai genitori devono essere considerati minori stranieri non accompagnati e sarà “necessario attivare le procedure previste dalla legge n. 47/2017 con immediata segnalazione al Tribunale per i minorenni ai fini dell'attivazione del procedimento per la nomina del tutore”.

Per approfondire la questione abbiamo parlato con Federico Palomba, giudice e poi Presidente del Tribunale per i Minorenni della Sardegna e in seguito Direttore Centraledell'Ufficio per la Giustizia Minorile presso il Ministero della Giustizia. Palomba, che è stato anche Presidente della Regione Autonoma della Sardegna, si è ovviamente occupato anche di adozioni internazionali.

Dottor Palomba, a suo giudizio, come va affrontato il tema dei minori non accompagnati che stanno arrivando in Italia dall’Ucraina?
Occorre convocare una urgente cabina di regia sotto il cappello della Presidenza del Consiglio che coinvolga contemporaneamente diversi attori competenti: la Protezione Civile, il Ministero dell'Interno (anche per la competenza sulle Prefetture) e della Giustizia (anche per il rapporto con le autorità giudiziarie), il Garante dei minori, l'Autorità per l'adozione internazionale, l'Associazione dei comuni. Converrà tenere presente il ruolo di supporto (regolamentato) che possono assumere le organizzazione private di volontariato e di assistenza.

Che può fare in questo momento l’Italia per i minori coinvolti?

L'accoglienza di minori provenienti dall'Ucraina, allo stato attuale, connota la situazione in termini esclusivamente di assistenza e protezione a livello di rapporto tra Stati. Quello ucraino ha consentito l'espatrio dei propri bambini in altri Paesi a titolo fiduciario perché essi ricevessero protezione ma al momento, tale affidamento collettivo, non consente di contemplare la facoltà di qualificare la protezione anche come adozione.

Cioè non potranno essere adottati?

La presenza di minori in stato di abbandono in Italia fa scattare l'obbligo di protezione da parte delle nostre istituzioni, compresi i tribunali minorili. Questi, tuttavia, non potranno dichiarare lo stato di adottabilità senza il previo consenso dello Stato di provenienza del minore.

Come si applicano protezione e assistenza?

In due modi: il primo è l'offerta gratuita di mantenimento con l'erogazione di vitto, alloggio, vestiario, e quant'altro vi è di vitale. Questa deve essere erogata, con il coordinamento della Protezione Civile, dalle strutture pubbliche di assistenza, che possono avvalersi del terzo settore o del ricco volontariato sociale, comprese le onlus e le ong che hanno tale finalità. Il secondo aspetto riguarda il rapporto educativo, affettivo, di istruzione.

Come si esplica questo secondo aspetto?

Va considerato che alcuni di questi bambini vengono in Italia per il ricongiungimento con persone di nazionalità ucraina che già si trovano sul nostro territorio. In tal caso la situazione è facilitata, o perché quelle persone possono prenderle a stare con loro o perché, se non possono, costituiscono comunque un riferimento affettivo e familiare. Naturalmente occorre assicurarsi che vi sia un rapporto effettivo di familiarità, preferibilmente attraverso documenti formali.

I documenti spesso sono un problema, soprattutto per chi è scappato senza avere tempo di recuperare i propri effetti personali

È difficile ma occorre subito raccomandare a tutte le organizzazioni che ricevono minori da accompagnare nel nostro Paese di farsi consegnare ogni possibile documento identificativo che li riguarda. Bisogna assolutamente evitare il pericolo che i minori possano cadere nelle mani di sedicenti parenti che poi li utilizzano per finalità spregevoli. L'accertamento può essere fatto in prima battuta dagli organismi interni di Protezione Civile o dalle strutture centrali e periferiche del Ministero dell'Interno, comprese le prefetture.

Come dovrebbe avvenire la presa in carico dei minori che ora, anche economicamente, è affidata ai comuni di “primo approdo”?

Occorre che sia emanata una direttiva che consenta solo a organizzazioni pubbliche o autorizzate dalle istituzioni pubbliche di prendere in carico minori ucraini, con obbligo di prelevare tutta la documentazione personale possibile e, laddove possibile, di farsi rilasciare un attestato del numero e del nome dei minori presi in carico da consegnare poi alle autorità italiane per la verifica della rispondenza, anche numerica. Ciò per evitare che siano commessi abusi di vario genere, compreso il traffico di minori.

Si parla di un censimento

Sì, è assolutamente necessario compiere un accurato censimento di ogni minore attraverso la documentazione di identità eventualmente disponibile. Nelle direttive da emanare occorre precisare a quali istituzioni, pubbliche o private autorizzate, devono essere consegnati insieme ai documenti. L'accertamento dell'identità anche attraverso la documentazione acquisita è elemento essenziale per tutta la durata della vita del minore. Se manca la documentazione occorrerebbe attribuire un’identità provvisoria; se manca la strumentazione giuridica occorrerà procedere con decreto legge che lo preveda e lo disciplini. In ogni caso, l'autorità giudiziaria è, in Italia, l'istituzione che presiede a ogni accertamento in materia di stato delle persone.

Come si esplicano gli obblighi dello Stato italiano una volta preso in cura un minore?

Sono obblighi che vanno assolti con la collaborazione delle organizzazioni a ciò deputate (ad esempio, servizi sociali dei comuni) o delle istituzioni private autorizzate. La consegna dei minori a persone sedicenti familiari già presenti in Italia dovrà essere rigorosamente valutata con riferimento alla certezza del collegamento familiare. In tal caso possono procedere le istituzioni indicate dalla cabina di regia o da quelle da esse delegate. In caso di impossibilità o di dubbio, salva una disciplina da adottare specificamente con legge (decreto), occorre rimettere la decisione all'autorità giudiziaria per la ricostruzione dell'identità, provvedendo nel frattempo al collocamento del minore presso idonee strutture.

Si deve procedere ad accordi con le autorità ucraine?

Sì, è necessario stringere il prima possibile, a seconda dell'andamento bellico, rapporti con le autorità ucraine, con un duplice obiettivo. Il primo e prioritario può essere quello di favorire il rimpatrio dei minori presso i loro genitori o parenti certi sopravvissuti, se lo Stato ucraino così vuole. Ma il governo ucraino potrebbe chiedere il ritorno in patria anche dei minori non identificati e potenzialmente in stato di abbandono perché privi di familiari. Lo Stato ucraino potrebbe anche considerare la possibilità di consentire che i minori sicuramente privi di genitori e di parenti idonei siano adottati da genitori italiani sotto il controllo giurisdizionale.

Ma nel frattempo questi bambini possono essere affidati a famiglie italiane?

Si può procedere agli affidi di tipo familiare, preferibilmente a famiglie che abbiano già dei figli propri e che non danno luogo ad alcun legame stabile tra il minore e gli affidatari. La nostra legge consente che affidi di questa natura possano essere disposti direttamente dai servizi sociali dei comuni informandone il Tribunale per i minorenni.

Katia Ancona