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Scossa di magnitudo 7.9 in Turchia, gravi danni anche in Siria

Un terremoto distruttivo ha colpito la zona del Paese al confine con la Siria. Nelle prime ore di lunedì mattina, il 6 febbraio, in Italia è anche scattata l'allerta tsunami, poi chiusa alle 7 di mattina

Sale a più di quarantamila vittime il bilancio del terremoto di magnitudo 7.9 è avvenuto alle 2:17 (ora italiana) di lunedì 6 febbraio, in Turchia, nella zona al confine con la Siria. Il sisma ha colpito la regione dell'Anatolia sud-orientale; la città più vicina all'epicentro, circa 30 km, è Gaziantep, una delle più grandi della Turchia. Secondo Hans Kluge, direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità per l'Europa, "stiamo assistendo al peggior disastro naturale nella regione europea dell'Oms da un secolo e ne stiamo ancora conoscendo l'entità". 

Il terremoto ha avuto un ipocentro a circa 20 km di profondità ed è stato fortemente risentito in tutta l'area sud orientale della Turchia e anche in Siria. Dopo la prima scossa si sono succedute altre otto scosse di magnitudo superiore al 4.6 nelle zone limitrofe. Alle 11 e 24 ora italiana è avvenuta un'altra scossa di Mwpd 7.5 a nord della città di Gaziantep. Il terremoto è stato fortemente avvertito nelle 10 province meridionali del Paese, nonché nelle vicine Siria e Libano. Il governo turco ha fatto sapere in una nota che "finora è giunta la segnalazione di un totale di 12mila edifici crollati" per il violentissimo terremoto. Secondo l'Unione delle Camere degli Ingegneri Turchi invece gli edifici danneggiati in modo irreparabile sarebbero circa 75mila. L'Organizzazione Mondiale della sanità (WHO) ha stimato che le presone che potrebbero essere interessate dal terremoto in Turchia e in Siria potrebbero essere 23 milioni. Un dato che include più di un milione di bambini.

Le vittime e i danni
Le immagini che arrivano dai social network e dai video realizzati dai testimoni con i cellulari mostrano un livello di distruzione elevato con crolli di palazzi che sembrano sbriciolarsi al suolo. Le fonti internazionali parlano di 38.905 vittime tra Turchia e Siria. In Turchia si contano 29.605 morti, 9.300 in Siria. L'Afad (la protezione civile turca) ha dichiarato che dagli ultimi aggiornamenti sono impegnati nelle ricerche e nel soccorso più di 32 mila persone appartenenti a organizzazioni turche al fianco di 8.294 soccorritori internazionali.  C'è timore per le condizioni di freddo intenso che potrebbero ostacolare le operazioni di ricerca e salvataggio. I feriti sono 62.914 in Turchia, lo rende noto l'agenzia per le emergenze e i disastri di Ankara (Afad), come riporta la tv di Stato Trt. Numerose le vittime e i danni anche in Siria, come riportato dai White Helmets, organizzazione umanitaria che opera nel Paese. Per il momento però è difficile aver idea del numero di vittime per la mancanza di fonti ufficiali sul territorio. Da Medici senza Frontiere arriva la notizia che molti dei feriti siriani sono stati accolti e curati nelle loro strutture della Siria nord-occidentale. "A Idlib, dalle prime ore del mattino, i team di MSF stanno curando i feriti in alcuni ospedali supportati e donando kit medici di emergenza ad altre strutture della zona" si legge in una nota dell'Ong. Sono almeno 75.780 le persone che sono state evacuate dalle regioni del sud della Turchia che sono state colpite dal terremoto. Lo rende noto l'Autorità turca per la gestione delle emergenze e dei disastri naturali.

Dispersi italiani
Ritrovati i corpi della famiglia italiana di origini siriane composta da tre adulti e tre minorenni che lunedì scorso, 6 febbraio, si trovavano ad Antiochia. Lo ha annunciato su Twitter il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Purtroppo sono stati ritrovati senza vita, ad Antiochia, i corpi della famiglia italiana di origine siriana. Esprimo tutta la mia vicinanza ai familiari ai quali non mancherà il nostro sostegno" ha detto il ministro. Ancora nessuna notizia dell'altro italiano disperso Angelo Zen, sessantanni, della provincia di Vicenza, che si trovava in Turchia per motivi di lavoro. "Siamo in contatto costante con la famiglia", ha detto il ministro degli Esteri al Tg3 in collegamento dall'Unità di crisi della Farnesina.

Stato di emergenza 
Il presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan ha visitato le città colpite dal terremoto di Kahramanmaras and Hatay e che si recherà anche a Pazarcik, l'epicentro del sisma. Edogan ha anche dichiarato lo stato di emergenza di tre mesi nelle 10 province più colpite dalla scossa di lunedì 6 febbraio. Durante la visita il presidente turco ha fatto ammenda dei ritardi della macchina dei soccorsi: "Inizialmente ci sono stati problemi negli aeroporti e sulle strade, ma oggi le cose stanno diventando più facili e domani sarà ancora più facile", ha affermato Erdogan come riportano i media internazionali. "Abbiamo mobilitato tutte le nostre risorse - ha aggiunto mentre è in visita nei luoghi colpiti dal sisma -. Lo Stato sta facendo il suo lavoro".


Repliche e potenza

Altre 19 scosse di assestamento sono state registrate da Ingv, la più forte delle quali di magnitudo 5.2 è avvenuta ieri sera alle 14:39. Dopo l’evento principale sono state localizzate nella notte altre 312 scosse di assestamento; tra queste la più forte, fino a questo momento, si era verificata alle ore 11:24 (ora italiana) di ieri lunedì 6 febbraio e ha avuto magnitudo 7.5; altre scosse rilevanti hanno avuto magnitudo superiore a 6.0. Secondo Ingv Terremoti il terremoto si è verificato all’estremità settentrionale della zona tra la Faglia Est Anatolica e la Faglia del Mar Morto. Nonostante la relativa quiescenza sismica di questa area, la Turchia meridionale e la Siria settentrionale hanno subito in passato terremoti significativi e distruttivi, come quelli del 859 d.C., del 1124 (Ms 6.9) e del 1513 (Ms 7.4). Al confine con la Siria, nei pressi della città di Aleppo, è da ricordare anche il terremoto del 13 agosto 1822 (Ms 7.4) che provocò un numero di vittime stimato tra 20.000 e 60.000 (fonte: Global Historical Earthquake, https://emidius.eu/GEH/). In un'intervista di RaiNews 24, Salvatore Stramondo, direttore dell'osservatorio nazionale terremoti Ingv, ha spiegato che il sisma di magnitudo 7,9 che ha colpito la Turchia ha prodotto un rilascio di energia che è circa mille volte superiore al sisma di AmatriceLa scossa registrata ieri mattina, lunedì 6 febbraio, di magnitudo 7,5 delle 12:24 (le 11,24 in Italia) ha attivato una nuova faglia al confine tra Turchia e Siria, ha detto all'Ansa il sismologo Alessandro Amato, dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. La nuova faglia ha provocato uno spostamento del suolo fino a 10 metri, ha aggiunto il sismologo Ingv. 

L'allarme maremoto in Italia
A seguito della scossa più forte il Dipartimento di protezione civile ha fatto scattare l'allerta maremoto sulle coste italiane alle 3:23 di questa mattina, lunedì 6 febbraio, poi chiusa alle 7:15 ora italiana.  In via precauzionale le linee ferroviarie di Sicilia, Calabria e Puglia sono state sospese, ma ora il traffico è toranto a scorrere normalmente. 

I commenti delle autorità italiane
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni da Palazzo Chigi ha fatto sapere che sta seguendo gli sviluppi del terremoto che ha colpito la Turchia ed esprime vicinanza e solidarietà alle popolazioni colpite. La Protezione Civile ha già fornito la propria disponibilità per contribuire al primo soccorso.


Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invece inviato un messaggio di cordoglio al Presidente Recep Tayyip Erdogan per le vittime del terremoto:

La Turchia si trova in una zona altamente sismica attraversata da numerosi sistemi di faglia: l'area interessata dal terremoto di questa notte è considerata a pericolosità sismica molto elevata come si evince dalla mappa qui mostrata con il Modello di Pericolosità a scala mondiale prodotto da GEM.
In una nota la Farnesina rende noto che "al momento non risultano feriti o morti tra i connazionali" nelle zone colpite dal sisma in Turchia e Siria.  I leader di tutto il mondo, Asia, Europa, Stati Uniti hanno offerto il loro aiuto per sostenere la Turchia. Il meccanismo di protezione civile europeo è già stato allertato per il terremoto che ha colpito la zona al confine tra la Turchia e la Siria e sono state inviate questa mattina, lunedì 6 febbraio, squadre di soccorso dall'Olanda e dalla Romania


red/cb
(Fonti: Ingv, BBC, Palazzo Chigi)

Pezzo aggiornato alle 11:26 dell'13/02