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Smog in Pianura Padana. Come proteggersi dall'inquinamento?

Innocenti, Presidente dell’Associazione Italiana Ansia da Cambiamento Climatico, consiglia l’adozione delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della sanit&agrave

Clima mite, assenza di venti e di precipitazioni in questo febbraio 2024 ed è allarme smog a Milano e in Pianura Padana. Una situazione di inquinamento che, seppur non nuova per la zona, ha raggiunto picchi importanti di particolato ben al di sopra dei limiti previsti dalla legge. I dati Arpa – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale – rilevano che in diversi giorni di febbraio medie giornaliere molto alte. Soprattutto, preoccupa il numero di giorni sopra il limite, che da inizio anno sono già 34 per il PM2.5 (nel 2023 sono stati 52 in totale) e 23 per il PM10 (nel 2023 complessivamente 32 giorni).

Gli abitanti dell’area devono attivare dei comportamenti corretti per ridurre al massimo l’impatto che un’aria talmente inquinata possa avere sulla propria salute. Il Presidente dell’AIACC – Associazione Italiana Ansia da Cambiamento Climatico – Matteo Innocenti, consiglia di “bere molta acqua, fare lavaggi nasali quotidiani, lavarsi spesso il viso, usare lacrime artificiali, assumere integratori antiossidanti, come ad esempio l’acetilciteina. Inoltre, è utile passare spesso l’aspirapolvere in casa ed evitare di stendere i panni all’aperto. Questi sono, però, miei consigli non basati su una revisione sistemica di letteratura”.

Quello a cui Innocenti raccomanda di attenersi è il rapporto “Personal-level actions to reduce air pollution exposure in the WHO European Region” dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) redatto nell'ambito del progetto Sharing Knowledge on Air Pollution and Health in Europe (SKAPHIE), guidato dal Centro europeo per l'ambiente e la salute dell'OMS e in collaborazione con esperti di università, agenzie e organizzazioni europee. Il documento traccia linee guida che riassumono gli approcci più riconosciuti o fattibili per ridurre l'esposizione all'inquinamento atmosferico durante le attività quotidiane.

La prima indicazione è di ridurre il tempo trascorso in ambienti esterni inquinati. Questa è un'azione basata sul consiglio pubblico di ridurre l'esposizione all'inquinamento atmosferico esterno rimanendo in casa. L'impatto di questa azione dipende dalla quantità di tempo trascorso in ambienti chiusi, dai livelli di inquinamento atmosferico esterno, dalla quantità di inquinamento atmosferico in grado di infiltrarsi nell'edificio e dalle fonti interne di inquinamento atmosferico (ad esempio muffa, polvere, emissioni da riscaldamento/cucina). Quando la penetrazione dell'inquinamento atmosferico dall'esterno all'interno è elevata, la chiusura delle finestre può attenuare l'aumento dei livelli di biomarcatori infiammatori, come la proteina C-reattiva plasmatica e il fibrinogeno, e ridurre la variabilità della frequenza cardiaca.

Necessario evitare l'attività fisica nelle aree e nelle ore del giorno in cui i livelli di inquinamento atmosferico sono elevati. L'OMS definisce l'attività fisica come qualsiasi movimento corporeo prodotto dai muscoli scheletrici che richiede un dispendio energetico, cioè tutti i movimenti, comprese le attività del tempo libero (ad esempio, corsa, jogging) e le attività svolte per il trasporto o come parte del lavoro. L'attività fisica, infatti, alzando la frequenza respiratoria fa aumentare l'inalazione dell'inquinamento atmosferico, come dimostrato da alcuni studi. Si può, tuttavia, scegliere luoghi con inquinamento più basso, come spazi verdi o strutture con sistemi di filtraggio dell’aria in cui fare attività fisica può mitigare questi rischi. Studi di modellizzazione della salute suggeriscono che i benefici complessivi per la salute derivanti da un regolare esercizio fisico aerobico superano i rischi associati a una maggiore esposizione all'inquinamento atmosferico per gli adulti sani in una gamma di concentrazioni di inquinamento e anche per lunghe durate di esercizio.

Un'altra indicazione è di utilizzare pulitori d'aria, quali depuratori d'aria portatili (PAC), piccole unità elettriche mobili per la pulizia dell'aria utilizzate negli spazi abitativi (camere da letto, uffici) per ridurre la concentrazione di particelle sospese nell'aria e, talvolta, di vapori e gas. Secondo l’OMS possono risultare funzionali anche le protezioni per il viso, quali i respiratori e le maschere facciali. Le prime progettate per ridurre l'inalazione di PM2,5 e altre particelle in determinate condizioni, mentre le maschere facciali non lo sono. I respiratori, nella definizione dell’OMS, sono dispositivi di protezione individuale con un'efficienza che dipende dalla classificazione: il facciale filtrante di classe 2 (FFP2) rimuove oltre il 95% delle particelle inalate di 0,3 μm di diametro e il facciale filtrante di classe 3 (FFP3) rimuove oltre il 99% delle particelle inalate della stessa dimensione (21,59), mentre gli equivalenti statunitensi e cinesi sono chiamati N95 o KN95 e N99 o KN99. Per l’uso di questi presidi non esistono studi che hanno effettivamente misurato la riduzione dell’esposizione, ma le prove scientifiche e l'esperienza operativa supportano l'uso dei respiratori soprattutto nei luoghi di lavoro, riferendosi principalmente a popolazioni adulte sane e non ai sottogruppi più vulnerabili. L’uso delle maschere facciali, maschere di tessuto e maschere sintetiche, meglio conosciute come mascherine chirurgiche, secondo le attuali normative europee, non sono considerate dispositivi di protezione individuale, in quanto la loro funzione non è quella di proteggere le vie respiratorie di chi le indossa, ma piuttosto di evitare che esse contaminino l'ambiente.

Anche la gestione del trasporto e degli spostamenti sono oggetto di indicazioni da parte dell’OMS che invita al trasporto attivo, cioè a piedi e in bicicletta. Seppur vero che vi è stata collegata una maggiore dose inalata di inquinanti, la sostanziale efficacia nel miglioramento della salute di inquinanti atmosferici, i sostanziali benefici per la salute dell'attività fisica superano generalmente i rischi associati all'esposizione. Situazione che cambia per le persone anziane e per quelle con problemi di salute per i quali i rischi da esposizione possono superare i benefici dell’attività fisica. Qualora costretti all’uso di veicoli bisogna adattare lo stile di guida, evitando accelerazioni frequenti e motori al minimo. Inoltre, la chiusura dei finestrini combinata con l'uso di filtri dell'aria dell'abitacolo abbassa i livelli di PM2,5 in auto del 37%.

In conclusione, l’OMS sottolinea che le misure consigliate sono temporanee e hanno diverse limitazioni associate a disuguaglianze legate al loro uso, all’accessibilità economica e alla disponibilità e, pertanto, raccomanda la necessaria riduzione delle emissioni alla fonte.

Fabio Ferrante