Adiana Cavaglià - Consiglio nazionale geologi - delegata Protezione civile

Nuovo Codice ProCiv, Cavaglià, Geologi: "Lo stato di mobilitazione, una novità importante"

La partecipazione dei geologi al sistema di protezione civile, l'impegno sui temi della prevenzione e della formazione e il nuovo codice della protezione civile: intervista ad Adriana Cavaglià, Consigliere del Consiglio nazionale dei Geologi con delega alla Prociv

Prosegue il nostro lavoro di la raccolta di opinioni e osservazioni sulla legge di riordino del sistema della Protezione civile. Oggi, giorno in cui entra in vigore il nuovo codice, vi proponiamo   un' intervista ad Adriana Cavaglià, Consigliere del Consiglio nazionale dei Geologi  con delega alla Protezione civile.

Dott.ssa Cavaglià, da anni il CNG rivendica un ruolo prioritario per la figura del geologo quale professionista in grado di dare un supporto fondamentale alle Pubbliche Amministrazioni nella lotta al dissesto idrogeologico e per la tutela del territorio. Quali sono le specificità della vostra professione che rendono indispensabile la partecipazione attiva dei geologi nella difesa del nostro così fragile Paese?
"Si deve prendere atto che, purtroppo, la figura professionale del geologo è poco presente all'interno delle Pubbliche Amministrazioni. Il geologo, con le proprie competenze, può dare un supporto incisivo non solo nella lotta al dissesto idrogeologico ma, in maniera più ampia, nella prevenzione dei rischi naturali e nelle attività di pianificazione, sia territoriale sia dell'emergenza.
Strutture e infrastrutture interagiscono inevitabilmente con il territorio che è in continua trasformazione a causa dell'azione dei fenomeni naturali: la capacità di lettura del territorio, della sua evoluzione, l'interpretazione delle sue forme, la conoscenza delle caratteristiche morfologiche nonché delle pericolosità geologiche sono delle peculiarità della nostra professione. Tali caratteristiche consentono di individuare preventivamente le possibili criticità che mettono a rischio il costruito, evitando in questo modo gravi conseguenze, anche in termini di vite umane in occasione di fenomeni calamitosi.
In sintesi, la figura del geologo è indispensabile per intraprendere una corretta politica di prevenzione che dovrebbe partire già dalle amministrazioni locali".

Nel 2013 un OdG presentato al Governo chiedeva l'istituzione della figura tecnica di un geologo in ogni comune (o associazione di Comuni). Il Presidente CNG, Francesco Peduto, qualche mese fa ricordava la necessità di una legge che andasse in questo senso, prevedendo la presenza di almeno un geologo nell'organico, così, come già avviene per altri profili tecnici (geometri, architetti, ingegneri). Come mai questa vostra istanza ancora oggi non viene accolta?
"Quello che chiediamo ormai da anni è che venga istituita la figura del 'geologo condotto' negli enti locali (comuni o associazioni di comuni) che si occupi fondamentalmente di prevenzione e pianificazione dell'emergenza nella consapevolezza che, per lo stato di dissesto del territorio nazionale, non sarà mai possibile mettere in sicurezza tutte le aree in dissesto del Paese. Per questo, è necessario affiancare agli interventi 'strutturali', quali quelli portati avanti innanzitutto da ItaliaSicura, una seria pianificazione di interventi 'non strutturali' e azioni immateriali finalizzate alla messa in sicurezza dei territori e alla salvaguardia delle vite umane. In questo la figura del geologo, associata alle altre figure professionali già presenti negli organici degli enti locali, è essenziale proprio per le peculiarità della nostra professione, prima menzionate. Su questi argomenti c'è stata l'attenzione da parte del Parlamento e del Governo, nostro malgrado purtroppo, abbiamo dovuto constatare che i tempi dei politici, a volte, sono più lunghi di quelli geologici.
Ad oggi, solamente grazie agli accordi tra alcuni Ordini territoriali e Servizi regionali di protezione civile, i geologi hanno potuto offrire il loro supporto agli enti locali in situazioni emergenziali, tra l'altro in modo gratuito e per puro 'spirito di servizio'. Sarebbe opportuno, tuttavia, che la nostra competenza in merito sia utilizzata prima di tutto in 'tempo di pace', anche attraverso l'istituzione di presidi territoriali strutturati nell'ambito della dotazione organica degli enti locali". Durante ogni emergenza si 'invoca' la prevenzione. E poi, ad emergenza superata, la prevenzione diventa ancora una volta un costo piuttosto che un investimento per la sicurezza del Paese.

In occasione di recenti (e passate) grandi calamità naturali, i geologi hanno messo a disposizione le proprie competenze, sia per la comprensione dei fenomeni accaduti e delle relative conseguenze, sia per l'assistenza di Protezione Civile, con squadre di volontari mobilitate a livello locale e nazionale a supporto della popolazione. Può darci un'idea del vostro impegno in questo senso?

"Il Consiglio Nazionale dei Geologi ha un accordo di collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile nazionale finalizzato alle attività sia in fase di prevenzione sia in emergenza. In occasione della sequenza sismica del 2016 e 2017 che ha interessato il Centro Italia, il CNG, con la collaborazione degli Ordini territoriali, ha fornito un supporto tecnico alla Funzione Censimento Danni e alla Funzione Tecnica di Valutazione e Pianificazione della Di.Coma.C. mediante l'attivazione di squadre di geologi che sono arrivati da tutta Italia. Le attività svolte, che si sono protratte fino a settembre 2017 attraverso turnazioni settimanali, sono consistite nella formazione e assistenza al personale dei COC per l'utilizzo di un applicativo, denominato Erikus, per la gestione informatica e georeferenziata delle istanze di sopralluogo e delle schede AeDES in ambiente GIS, previa formazione degli stessi geologi, fornita dai tecnici del Settore Sismico della Regione e dell'Arpa Piemonte. I colleghi, viste le forti criticità vissute durante questa emergenza, si sono inoltre resi disponibili ad eseguire il 'data entry' e, in alcuni casi, un supporto per l'organizzazione delle squadre di tecnici abilitati alle verifiche di agibilità degli edifici. Inoltre, sono state avviate attività di rilevamento geologico-tecnico finalizzate alla definizione di criticità geologiche afferenti agli edifici oggetto delle verifiche di agibilità, attraverso specifiche schede di rilevamento sperimentate in occasione dell'emergenza del Centro Italia e denominate AGeoTec, nonché alle infrastrutture. E lo stesso tipo di supporto è stato offerto anche a seguito del terremoto di Ischia del 2017.
Con queste attività, a partire dall'agosto 2016, i geologi hanno partecipato alla gestione e al superamento di un'emergenza sismica intervenendo per la prima volta a un'emergenza di carattere nazionale".

Entra in vigore oggi il
D.Lgs. n° 1 del 18 gennaio 2018, il nuovo "Codice della protezione civile", una legge, che secondo quanto ha dichiarato il Capo Dipartimento Angelo Borrelli, renderà l'intero sistema "più efficace e performante". Lei concorda?
"Il nuovo decreto inserisce diverse novità. Tra queste, una molto importante è la dichiarazione dello stato di mobilitazione che consente l'attivazione straordinaria del Servizio nazionale a supporto delle regioni coinvolte, non solo a seguito, ma anche in previsione di eventi di notevole intensità che potrebbero compromettere la vita e l'integrità di beni di primaria importanza. Questo potrebbe finalmente dar spazio all'istituzione dei presidi territoriali che operano in prevenzione e non più, e soltanto, a seguito di un evento".
 
La nuova legge punta molto sui temi della prevenzione e in particolar modo sulla formazione del volontariato di protezione civile, informazione e coinvolgimento del cittadino sui rischi del territorio e sulle norme di autoprotezione. L'obiettivo quindi è quello della resilienza di sistema. Quale ruolo hanno oggi i geologi, - e come eventualmente pensate di rafforzarlo - nel cammino verso un Paese resiliente?
"I geologi sono impegnati ormai da alcuni anni nelle attività di divulgazione dei rischi naturali, rivolte ai cittadini e ai giovani studenti. Infatti, crediamo fermamente che un cittadino debba essere consapevole dei rischi del proprio territorio e informato sui giusti comportamenti da adottare in caso di calamità. Solo in questo modo si potrà migliorare la capacità di risposta e, di conseguenza, ridurre il rischio.
A tal proposito, il Consiglio Nazionale è costantemente impegnato in attività varie, anche con lo scopo di far conoscere e rafforzare la figura del geologo. Ad esempio, lo scorso 20 ottobre, nell'ambito della Settimana del Pianeta Terra, il Consiglio Nazionale dei Geologi, con la collaborazione degli Ordini territoriali, ha organizzato una giornata di divulgazione della cultura geologica, quale elemento necessario per la salvaguardia del territorio e dell'ambiente, che ha visto il coinvolgimento di oltre 270 scuole sul territorio nazionale. Attraverso questo evento, dal titolo 'La terra vista da un professionista: a scuola con il geologo', i geologi italiani, professionisti nella conoscenza dei rischi naturali, hanno voluto offrire il proprio contributo nel percorso verso una comunità più consapevole e resiliente fornendo, allo stesso tempo, informazioni sui corretti comportamenti da adottare in caso di calamità".

patrizia calzolari
 
@pakal_1