Grafico del Climate Risk Index 2025 (fonte: Germanwatch)

Crisi climatica, in trent'anni 800mila vittime e 4.200 miliardi di dollari di danni in tutto il mondo

Numeri impressionanti quelli del “Climate Risk Index 2025” di Germanwatch: Italia quinta nel mondo e prima in Europa con 38mila vittime e 60 miliardi di dollari di perdite economiche a causa di alluvioni, tempeste e ondate di calore

Dominica, Cina e Honduras sono stati i Paesi più colpiti da alluvioni, tempeste e ondate di calore dal 1993 al 2022. Dal canto suo l'Italia, con più di 38mila vittime e perdite economiche per circa 60 miliardi di dollari, è stato il Paese più colpito in Europa. Lo indica il “Climate Risk Index 2025” di Germanwatch.

Dati che coinvolgono anche i Paesi “ricchi”
I numeri sono impressionanti: negli ultimi trent'anni nel mondo sono morte quasi 800mila persone a causa di oltre 9.400 eventi meteorologici estremi, che hanno provocato danni economici per un totale di 4.200 miliardi di dollari Usa (al netto dell'inflazione).
Il Rapporto, che si basa sui dati relativi agli eventi meteorologici estremi dell'International Disaster Database (Em-dat) e su quelli socio-economici del Fondo Monetario Internazionale, mostra che “l'insufficiente ambizione e azione nella mitigazione e adattamento climatico comportano impatti significativi, anche per i paesi ad alto reddito e ad alte emissioni che devono riconoscere l'urgenza di accelerare gli sforzi di mitigazione", afferma David Eckstein, consigliere senior per la Finanza climatica e gli Investimenti presso Germanwatch e co-autore dell'indice. "Le perdite totali degli ultimi trent'anni sono paragonabili all'intero Pil della Germania. Meno investiamo oggi nella mitigazione e adattamento, più saranno elevati i costi umani ed economici in futuro”.

Italia quinta a livello globale, prima in Europa
Italia, Spagna e Grecia sono i tre Stati dell'UE che si classificano tra i dieci Paesi più colpiti nel mondo: il nostro Paese si colloca al quinto posto a livello globale dopo Dominica, Cina, Honduras e Myanmar, “soprattutto a causa dell'elevato numero di vittime (in relazione alla popolazione o al prodotto interno lordo) concentrate nel 2003 e nel 2022”, spiega Lina Adil, co-autrice del Climate Risk Index e Policy Advisor, Climate Change Adaptation and Loss & Damage presso Germanwatch.
L'ultimo anno preso in esame, il 2022, vede l'Italia piazzarsi addirittura al terzo posto dopo Pakistan e Belize. “Negli ultimi due decenni il Paese ha sperimentato numerose ondate di calore estremo, che hanno causato un numero eccezionalmente alto di vittime e gravi conseguenze economiche”, precisa Lina Adil. “Le temperature torride, la siccità, gli incendi, la riduzione della produttività agricola, i danni alle infrastrutture e la pressione sui servizi sanitari e sulle reti energetiche hanno contribuito a queste perdite. Anche le forti inondazioni, soprattutto lungo il fiume Po, come quelle del 1994 e del 2000 in Piemonte, hanno causato vaste distruzioni”.

“Da notare che gli altri due Paesi europei nei primi dieci (Spagna e Grecia) sono ubicati nel bacino del Mediterraneo, cosa che conferma il nostro mare come hot spot per i cambiamenti climatici”, ha commentato sulla propria pagina Facebook Antonello Pasini, ricercatore dell'Istituto sull’Inquinamento Atmosferico (IIA) del Cnr. “Siamo fragili: cerchiamo di capirlo e di agire di conseguenza”.

Red/la
Fonti: Ansa, Fb Antonello Pasini